Salmo 131 - Un’estate per fare un ecocardiogramma

Il Salmo 1 si apre con due tipi di umanità: una beata perché teme Dio e segue i suoi comandamenti; una dannata perché fa di testa propria e viene stritolata nella centrifuga della vita. Per i Salmi, il punto è che ci sono due vie, due strade, due possibilità di vita: la persona saggia e la stupida. Questo è un filo rosso che unisce tutti i salmi, tra cui il 131. Anche qui ritroviamo la stessa distinzione. L’umanità, noi compresi, è divisa in due e la distinzione è nel cuore. Platone pensava che l’umanità fosse divisa in filosofi e ignoranti. Nell’antica Roma la distinzione era tra liberi e schiavi. Marx divideva l’umanità tra oppressori e oppressi. Oggi si direbbe che l’umanità sia divisa tra chi fa quello che vuole e chi no.

 

La Bibbia dice che tutte queste distinzioni intellettuali, economiche, sociali, ecc. sono importanti, ma non decisive. La vera linea di demarcazione è nel cuore, nelle condizioni del cuore. La vera differenza è tra chi ha un cuore malato e chi ce l’ha guarito. Ecco, il salmo 131 presenta un ecocardiogramma: un esame del cuore, e ci dice che ci sono due possibili referti. Uno dei due è anche il tuo. Sai quale?

 

1. Da cuori irrequieti, vite scomposte

Vediamo il primo. Il salmo dice come il cuore non deve essere. Era un cuore malato. Qui dice “orgoglioso” (v.1), superbo, che avanza pretese infondate. È il cuore che, come Adamo ed Eva, volevano essere come Dio (Genesi 3,5): è il cuore che non si accontenta di quello che Dio ha dato. Brama di più, ebbro di una sovradimensionata concezione di sé. Sta stretto nelle condizioni date e scalpita per diventare altro. È il cuore di Caino che non ci sta a vedere la sua offerta essere considerata inferiore a quella di Abele (Genesi 4,5). “Come! La mia offerta non accettata? E come si permette Dio di farmi questo affronto!”. È il cuore che pensa di sapere tutto, crede di essere chissà chi, è pieno di velenoso senso di superiorità. Crede di sé cose troppo grandi e spera per sé cose troppo alte, non adeguate, abnormi.

 

Questo cuore malato produce occhi malati, altèri (v.1), altezzosi, pieni di sé e gonfi di disprezzo per gli altri. Sono gli occhi di Davide che vuole possedere Bat-Sceba e disporre della vita di Uria (2 Samuele 11). Sono gli occhi di chi concupisce le cose degli altri, la moglie degli altri, i beni altrui (il decimo comandamento: Esodo 20,17).

 

Insomma, un cuore orgoglioso produce vite irrequiete, irrisolte, scomposte, incompiute. Sì, ci possono essere situazioni di vita avverse e circostanze esterne difficili (malattie, ecc.), ma il problema di fondo è l’orgoglio del nostro cuore. È da lì che nascono vite malate. Questo è il referto della Parola di Dio. Il problema sta nel cuore. Sì, puoi in parte cambiare e migliorare le situazioni di vita e le circostanze esterne, ma se il cuore rimane gonfio di orgoglio e gli occhi rimangono accecati dall’alterigia, non si risolve un bel niente. C’è una speranza?

 

2. Da anime calmate, vite pacificate

Sì, c’è una speranza ed è il secondo referto che troviamo nel salmo al v.2. Qui il soggetto è l’anima, ma non dobbiamo pensare che stia parlando di una entità diversa dal cuore. È lo stesso cuore del v. 1 che qui viene chiamata anima. Il referto registra qui una situazione totalmente diversa.

 

L’anima è calma, il cuore è tranquillo. Cosa è successo? Perché? L’anima non è più sola. È vicino a qualcuno. L’immagine è quella di un bimbo in pace in compagnia della mamma con cui ha una relazione di intimità. Non è più il cuore da solo a voler essere la misura di tutto e a sputare orgoglio e alterigia, ma è il rapporto con chi è più grande a fare la differenza. Qui c’è la figura materna che nutre e che ama e che conferisce pace. In senso spirituale, è una relazione d’amore a fare la differenza. Questa relazione è con Dio, che ci ha creato e che cura teneramente. In Cristo, Dio è con noi. Il cuore è in pace se è unito a Cristo, se è in braccio a Dio Padre, se si nutre della sua Parola di Dio, se è legato nei vincoli creati dello Spirito di Dio.

 

Inoltre, qui l’immagine usata è quella di un bimbo. Spesso nella Bibbia si parla dei bambini come di persone appena nate che muovono i primi passi nella vita. Per avere un cuore in pace, bisogna nascere di nuovo e dall’alto, nascere da Dio, tornare bambini e re-imparare a vivere iniziando a succhiare il latte spirituale dell’evangelo. Non c’è altra cura per guarire un cuore malato e riceverne uno pacificato.

 

La salute del cuore sta nella relazione ristabilita con Dio: Gesù Cristo è venuto per togliere il nostro cuore di pietra e donarci un cuore di carne (Ezechiele 36,26-27). Lui stesso, il nuovo Adamo, ne ha avuto uno: le sue situazioni di vita non sono state facili, ma le ha affrontate con un cuore sempre fiducioso nel Padre e sostenuto dallo Spirito Santo. Nella tempesta, Gesù poteva dormire. Nella tentazione, Gesù poteva resistere. Nel giardino delle lacrime, Gesù poteva confidare. Di fronte alle ingiustizie subite, Gesù poteva perdonare. Sulla croce, in punto di morte, poteva invocare e rimettere la vita nelle mani del Padre. A Gesù non sono state risparmiati traversie e problemi, ma li ha affrontati con un cuore calmo, legato a suo Padre, ripieno di Spirito. Il suo era il referto del cuore pacificato.

 

Per questo può venire in soccorso a quanti gli chiedono aiuto. Non dobbiamo cercare di migliorare da noi stessi: dobbiamo avvicinarci a Dio in Cristo, essere riconciliati con Dio per mezzo di Cristo, nutrirci della Parola di Dio e trovare pace, stabilità, maturità, gioia, resilienza. Insomma, come un bimbo in braccio alla mamma, così il nostro cuore può vivere in modo tranquillo.

 

Gesù si è avvicinato a noi, malati di cuore e sballati nella vita, e vuole guarirci. Le città (e anche le chiese) sono piene di persone irrisolte alla ricerca disperata di cambiamenti di situazioni esterne, ma non interessate alla guarigione divina del cuore. Sei tu tra queste? Quale è il referto dell’esame del tuo cuore?

 

Il Salmo si conclude anche con una parola di speranza. Chi ha il cuore pacificato, non pensa solo a sé stesso. Apre lo sguardo a Israele (v.3), la chiesa, sentendosi parte di essa e benedicendo gli altri. Il cuore orgoglioso costruisce un mondo piccolo e asserragliato. Il cuore in pace si pensa invece dentro una famiglia e dona parole di speranza. Ecco un test che dice che tipo di referto è il tuo: solo se sei unito a Cristo e ti pensi dentro la chiesa, il tuo cuore è guarito: puoi vivere e benedire gli altri. Se sei ancora pieno di te, il risultato sarà una vita scompensata.

 

Oggi hai l’opportunità di fare l’ecocardiogramma della tua vita. Qual è il risultato? Se ascolti l’invito di Cristo, non far passare questo giorno senza avvicinarti a Lui e ricevere da Lui un cuore nuovo. Per fede, è possibile. Se hai già avuto un cuore nuovo ma ti senti affaticato dai rigurgiti di orgoglio, trova pace in Cristo e nella chiesa e riparti da lì, come il Salmo ci invita a fare.


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.