Vita piena o pasticciata? - Vita piena: tutta, insieme, bene - Colossesi 4,7-18
Batte. Forte. Sempre. Questo era lo slogan di una pubblicità di una catena di negozi di computer e telefonini. Tre parole secche, come quelle della sezione finale di Colossesi. Si può vivere una vita piena? Sì, certo: in Cristo si può vivere tutta, insieme e bene! Vediamo come.
1. Tutta: il regno di Dio
C’è una frase in questa sezione che racchiude la vita piena che Cristo dona: “collaborare per il regno di Dio” (11). Il regno di Dio non è l'ampliamento del proprio progettino, molto spesso provinciale e introverso, ma consiste nell'inserimento e nella partecipazione in quello che Dio ha già realizzato in Cristo e vuole continuare a realizzare nella potenza dello Spirito Santo. La vita piena coincide con il regno di Dio.
Per natura apparteniamo ad un altro regno: quello delle tenebre, ma Dio Padre ci ha già trasportati nel regno del Figlio (1,13) e vuole che la nostra vita proceda da dove ci ha immessi. Siamo nel regno, chiamati ad estendere questo regno. Chi ha un progetto meno ambizioso, tradisce il suo essere cittadino del regno. Chi si accontenta di amministrare l'esistente, non estende il regno. Chi si barcamena nella mediocrità, non lavora per il regno. Chi coltiva un atteggiamento rinunciatario e cinico, pone ostacoli al regno. Chi fa solo lo spettatore, rallenta il regno. La vita non sarà mai piena se non nel regno di Dio e al servizio del regno di Dio. Fuori dal regno di Dio, la vita sarà piena di pasticci. Nel regno di Dio, la vita sarà piena se sarai al servizio di Dio, qualunque sia la tua chiamata e le tue condizioni di vita.
2. Insieme: l’amicizia cristiana
Nel regno si “collabora” (11). Per avere una vita piena, l'arrivismo individualista o il pensarsi da soli non funziona. La vita piena è servire con gli altri figli e figlie del regno. Il testo è una rassegna di nomi di persone che lavorano insieme. Ognuno ha una vocazione, una funzione, un ruolo che, accanto a quelli degli altri, contribuisce alla vita piena. Ciascuno è "compagno di servizio" (7). Nessuno può avere la vita piena da solo. Il metodo del regno è quello della cooperazione. Abbiamo bisogno gli uni degli altri, della specificità di tutti al servizio dell'unico regno. Le persone menzionate non sono perfette, ma sono legate da vincoli di lealtà
Traspare in primo luogo l'affetto: Tichico non è solo Tichico, ma il "caro" Tichico (7). Onesimo è in realtà il "caro" Onesimo (9). Luca non è solo un medico, ma il "caro" medico (14). Epafra è il "caro" compagno (1,7). C'è un rapporto di vicinanza, di solidarietà, di affetto. Ci si riconosce come "fratelli". Si collabora se ci si vuole bene.
C'è anche un patto di fedeltà a Dio e ai fratelli. Numerose persone sono caratterizzate dal loro essere "fedeli" (Tichico, 7; Onesimo, 9). Il progetto del regno stringe legami profondi. C'è un senso di cameratismo cristiano tra i collaboratori (1,7). Ci si vede, si scambiano informazioni (9), si fanno programmi (10), ci si conforta (11), si soffre insieme (13), ci si serve reciprocamente, si prega gli uni per gli altri (12). Questa è la vita piena: non il mio regno, ma il regno di Dio; non da sola, ma insieme alla comunità dei credenti, la chiesa.
Il progetto del regno ha bisogno di persone "compiute" (12). Si tratta di persone in cammino (2,6) e quindi in un processo costante di formazione e guarigione. Riconciliati con Dio e con sé stessi, quindi col prossimo. Con una visione secondo Cristo come orizzonte. Con il regno di Dio come progetto. Questa sezione ci descrive? Descrive la nostra chiesa?
3. Bene: vite di qualità
La vita piena è per le persone completamente disposte a fare la volontà di Dio (12). C'è un senso di scelta senza condizioni, senza riserve, senza compromessi: completamente! La dedizione implica "lotta" (12; cfr. 1,29) e può comportare "pena" (13), sino alle “catene” (18). E' un progetto che deve assorbire completamente, animare costantemente, appassionare continuamente. Dove sono gli uomini e le donne dediti alla volontà di Dio? La vita piena in Cristo non è una parola con cui ci si riempie la bocca, ma un programma di vita con cui si riempie l'intera esistenza.
La tentazione di lasciare a metà strada, di tirare i remi in barca, di lasciare un'opera incompiuta è molto forte (17), come nel caso di Archippo. Tutti abbiamo un Archippo dentro. Paolo gli ricorda la volontà di Dio: porta a compimento il tuo servizio. In questo si dimostra l'affidabilità del collaboratore: il compito assegnato viene mantenuto sino al suo completamento. Molto spesso si lasciano i lavori a metà. Dopo la fiammata iniziale, si molla tutto.
Fare la volontà di Dio impegna a farla "bene". Il meglio di quello che Dio ha dato deve essere impiegato per il suo raggiungimento. Fare la volontà di Dio tanto per farla, senza mordente e senza slancio non è un'ambizione degna del regno. La volontà di Dio spinge all'eccellenza per la gloria del Signore e l'estensione del suo regno. La vita piena è un dono che ci è stato fatto in Cristo, è un programma di vita che ci lega gli uni agli altri in Cristo; è una spinta a vite cristiane di qualità per la gloria di Cristo. Vogliamo vivere pienamente in Cristo a Roma per vedere fiorire l’evangelo nelle nostre vite, nelle nostre chiese, in tutta la città?
“Tutta, insieme, bene”. Non c’è altra via per la vita piena. “La grazia di Dio sia con voi” (18).