Salmo 135 - Un’estate per imparare a lodare

Con il salmo 134 abbiamo concluso i Salmi dei pellegrini, i Salmi dell’Ascensione. Ora siamo di fronte a un grande inno di lode che ci invita a lodare al nostro Signore. Possiamo avere tanti motivi per lodarlo, ma in questo salmo troviamo tre ragioni principali per cui lodare il nome del Signore:

  • Guarda chi è il tuo Dio

  • Vedi come regna

  • Contempla il vero Dio

  1. Vediamo il primo punto: Guarda chi è il tuo Dio

Il salmista inizia con una parola Alleluia e finirà questo salmo con la stessa parola, Alleluia, che la sua traduzione è praticamente: Lodate il Signore.

Nei primi secoli del cristianesimo, gli autori che hanno commentato i Salmi come Origene e Agostino, hanno interpretano questa parola Alleluia come un invito universale alla lode, rivolto non soltanto agli uomini, ma all’intera creazione (perché i cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani). Questa piccola parola “Alleluia” paradossalmente possiede un carattere universale: è semplice, ma potente. Non ha bisogno di traduzioni: ovunque andiamo, sia qui, in Perù, Spagna, Brasile o negli Stati è una parola che capiamo tutti. È come un canto universale che ci unisce e ci invita tutti a lodare il Signore.

Ma il salmista ci dice di lodare il nome del Signore. Ma cosa significa lodare il suo nome? Nella Scrittura il nome non è una parola banale, ma il nome ci racconta chi è Dio, la sua natura, il suo carattere, i suoi attributi. Per questo motivo, nell’Antico Testamento, Dio si è fatto conoscere attraverso diversi nomi: come Elohim, Yhwh, Adonai, Jireh…ognuno di questi nomi svela un aspetto del suo carattere come Creatore, Onnipotente, Pacificatore, Signore di Giustizia, Signore degli eserciti. Quindi Lodare il suo nome significa riconoscere chi è Dio e cosa ha fatto per noi; e a noi ci è stato rivelato dal profeta Isaia dicendo che la vergine concepirà e partorirà un figlio e sarà chiamato Emmanuele che è Dio con noi… e questo Dio con noi è stato sovranamente innalzato al di sopra d’ogni nome affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto terra o ogni lingua confessi che Gesù Cristo È il Signore alla gloria di Dio Padre (Fl. 2:10).

E questo invito a lodare il nome del Signore è rivolto ai suoi servi, a coloro che stanno nella casa del Signore, nei cortili del nostro Dio. Probabilmente il salmista pensava ai leviti, incaricati di guidare il popolo nella lode con il canto e con gli strumenti musicali (1 Cr 23,5). Ma questo invito non resta nel passato: riguarda anche noi, che siamo i suoi servi. E proprio nel Apocalisse di Giovanni ci mostra questa continuità, quando dal trono si alza una voce che proclama: “Lodate il nostro Dio, voi tutti i suoi servitori, voi che lo temete, piccoli e grandi” (Ap 19,5).

Ma il salmista non si ferma qui ci offre anche un’altro motivo per lodare il Signore: “perché Egli è buono e amabile, poiché “ha scelto per sé Giacobbe, e Israele per suo speciale possesso "" (Sal 135,4).

Nel II secolo, un uomo di nome Marcione insegnava che il Dio dell’Antico Testamento fosse crudele e distante, diverso da quello che annunciava Gesù come un Dio buono. Ma la Scrittura lo smentisce chiaramente, e Tertulliano, uno dei primi grandi scrittori cristiani, dedicò un’intera opera a confutare Marcione, mostrando che il Dio della Bibbia è uno solo, buono e misericordioso fin dall’inizio.

E allora, cosa significa per noi che Dio ha scelto per sé Giacobbe e Israele per il suo speciale posseso? Il Signore non scelse Israele perché fosse migliore degli altri popoli, anzi è stato per pura grazia: Nel libro dell'Esodo al Sinai leggiamo le parole: “Sarete per me una proprietà particolare fra tutti i popoli… un regno di sacerdoti e una nazione santa” (Es 19,5-6). Più avanti nel libro di Deuteronomio leggiamo che: “Il Signore vi ha scelti, non perché foste più numerosi…. Ma perché il Signore vi ama” (Dt 7,7-8; cf. Dt 9,4-6). E il profeta Malachia ci ricorda dicendo: “Essi saranno per me un tesoro particolare” (Ml 3,17).

Allora, quale collegamento abbiamo con Cristo? Questa scelta del suo popolo trova il suo pieno compimento nella persona di Cristo Gesù. L'apostolo Paolo nella lettera ai Efesini: “Ci ha scelti in lui prima della creazione del mondo” (Ef 1,4-5). L'apostolo Pietro riprende le parole del Sinai e le applica ai credenti: e ci ricorda che il “Signore ci ha acquistato per essere una stirpe eletta, sacerdozio regali, nazione santa” (1Pt 2,9). E ancora Paolo aggiunge: “Cristo ha dato se stesso per noi… per formarsi un popolo puro che gli appartenga” (Tt 2,14). Ecco perché la lode del salmo diventa la nostra: Lodate il Signore, perché è buono; salmeggiate al suo nome, perché è amabile” (Sal 135,3). Il suo nome è glorioso, il suo nome non ha confini, il suo nome è eterno. Guarda, questo è il nostro Dio: E questo ci porta al secondo punto:

2. Vedi come regna

Il salmista passa dalla lode comunitaria alla lode individuale per un momento, riconoscendo personalmente: “Sì, io conosco che il Signore è grande ed è al di sopra di tutti gli dèi”.

Se ci fossimo trovati nella Mesopotamia, nel Vicino Oriente Antico, avremmo visto diversi popoli adorando diverse divinità. Loro avevano un pantheon immenso: un dio per la pioggia (Baal), un altro per il sole, un altro ancora per la guerra. E si credeva che, se una di queste divinità fosse stata trascurata, tu saresti stato punito e la sua ira si sarebbe rivolta su di te. Ma in questo mondo di paure e caos, il salmista proclama una verità potente: il Signore regna sulla creazione. Il Signore fa tutto ciò che gli piace, in cielo e in terra, nei mari e in tutti gli oceani. È Lui che fa piovere, che fa salire le nubi, che libera il vento dai suoi depositi. È Lui che regna su tutto.

Un esempio molto chiaro lo vediamo nella vita di Giobbe che di fronte alla grandezza di Dio, riconosce la sua sovranità su tutta la creazione. Quando il Signore gli parla e gli chiede: “Dov’eri tu quando io fondavo la terra? Dillo se hai tanta intelligenza (Gb 38,4). E poi Dio gli mostra come governa il mare e i suoi confini, come guida le stelle e le costellazioni, come provvede agli animali, come governa i fenomeni naturali, dalla pioggia alla neve, dal vento ai fulmini. Tutto è sotto il suo comando. E di nuovo, questa verità si compie pienamente in Cristo Gesù. E lo vediamo quando calma la tempesta con una sola parola. I suoi discepoli si chiedevano: “Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?” (Mc 4,41). È lo stesso Signore proclamato da questo Salmo. Colui che regna sulla creazione, perché tutto è stato fatto per mezzo di lui. Gesù Cristo regna sulla creazione, Gesù Cristo governa sulla creazione.

Ma Il salmista non si ferma qui, ci ricorda anche che il Signore regna anche nella storia. Il suo nome dura per sempre, di generazione in generazione; Egli farà giustizia al suo popolo, avendo compassione dei suoi servi. Per dimostrarlo, il salmo richiama due grandi atti di redenzione: la liberazione dall’Egitto e la conquista della terra promessa. È il Signore stesso che colpisce i primogeniti d’Egitto, è il Signore che colpisce re potenti come Sicon, re degli Amorrei, e Og, re di Basan, e tutti i regni di Canaan.

Non è la forza di Israele a ottenere queste vittorie, ma la potenza di Dio che riscatta e provvede. Con questi atti, Egli mostra che il suo nome è sopra ogni divinità, superiore agli dèi dell’Egitto, sconfitti attraverso segni e prodigi, e più grande di ogni re terreno.

Tutti i popoli vicini erano consapevoli che questo Dio è grande, santo e temibile. Tuttavia, questi eventi storici che vediamo nella scrittura erano solo un’ombra di ciò che sarebbe avvenuto in Cristo. Egli è il vero Agnello, sacrificato per la nostra liberazione; il suo sangue è il segno della nostra salvezza, come quel agnello pasquale lo fu in Egitto. In Lui troviamo il vero riposo, e non in una terra fisica di Canaan; Cristo è il nostro vero riposo …Venite a me, dice il Signore: voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo.

Gesù Cristo regna sulla storia perché è il vero Re. Per questo motivo il suo nome resta per sempre. In Lui si compie la promessa del salmista: Dio fa giustizia e mostra compassione ai suoi servi. Come dice l’apostolo Paolo: “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui” (2Cor 5,21). La sua giustizia, perfetta e senza macchia, ci è stata imputata a noi per grazia, per essere giusti davanti a Dio. E con la sua risurrezione e l’ascensione, Cristo è stato innalzato alla destra di Dio e proclamato Signore, regnando su tutta la creazione e su tutta la storia. Ed ecco che il salmo ci conduce a un terzo motivo di lode:

3. Contempla il Vero Dio

“Gli idoli delle nazioni sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo; hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono… come loro diventino quelli che li fanno, tutti quelli che in essi confidano.” Il messaggio è forte ma chiaro: Gli idoli non sono soltanto inutili; chi li adora diventa come loro: vuoto, cieco e incapace di vivere davvero la vita che Dio dona. E Roma è piena di questa idolatria.

Allora, quali sono gli idoli della nostra città di Roma? quali sono gli idoli del nostro cuore? Abbiamo diversi idoli a Roma: sono stati scritti diversi articoli riguardo a questo: A Roma, nel corso dei secoli, si sono innalzati diversi “idoli” che hanno affascinato il cuore delle persone: come la pax romana; i gloriosi palazzi; la dolce vita: tutti questi ci mostrano simboli di potere, sicurezza e gloria che promettono tanto, ma non possono salvare.

In una città plurale come Roma dove abbiamo una carta da menù da scegliere per quanto riguarda la religione, dove Roma è un laboratorio della religiosità contemporanea; ospita la moschea più grande d’Europa occidentale, la sinagoga più importante d’Italia e, evidentemente, il Vaticano, con le sue diversità di idoli e venerazione di santi. E altre forme di religiosità, come il tempio mormone a Porta di Roma o il grande tempio buddhista situato appena fuori dal raccordo anulare…e altre minoranze religiose… basta guardare il mercato di Vittorio Emanuele per capire quante religioni sono rappresentate in quel posto.

Alla luce di questo Salmo, dobbiamo farci una domanda fondamentale a cui dobbiamo anche rispondere: chi è il vero Dio? In questa pluralità di religioni e di idoli: chi è il vero Dio … se sei qui a chiederti: chi è il vero dio? E rispondi nel tuo cuore: che tutti gli dei sono gli stessi.

Voglio dirti che la Scrittura ci da una risposta, Il vangelo di Gesù Cristo ci da una risposta: e ci ricorda di non fermarci agli idoli, ma di proclamare con convinzione che “Vi è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” (1Tm 2,5). E Gesù stesso afferma: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14,6). Quindi possiamo dire con convinzione e senza paura: Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo. Solo Cristo è il vero Dio. E solo Cristo salva. Contempla al Vero Dio.

Allora, quali sono oggi gli idoli del nostro cuore? Se pensavi che tu non fai idoli d’oro e argento perché costano tantissimo e che noi non facciamo queste cose, vorrei dirti che non sono più statue d’oro o di pietra, ma passioni segreti, ambizioni occulte, che silenziosamente, prendono il posto di Dio nella nostra vita. C'è l'idolo della vanagloria, dell’apparenza, del denaro, del piacere, del successo

Della vanagloria, quando viviamo per essere ammirati e lodati dagli altri, dimenticando che il nostro valore è nell’amore del Signore. C’è l’idolo dell’apparenza, quando la nostra identità dipende da come ci vedono gli altri, da quanto sembriamo belli, forti o influenti. Così finiamo per costruire un’immagine perfetta di noi stessi, ma fragile e vuota. C’è l’idolo del denaro, quando cerchiamo sicurezza solo nelle ricchezze, dimenticando che tutto ciò che abbiamo è donato dal Signore. C’è l’idolo del piacere, quando pensiamo che la felicità si trovi nel soddisfare ogni desiderio momentaneo. E c’è l’idolo del successo, quando crediamo che il nostro valore dipenda dai traguardi raggiunti. A tutto questo, l'apostolo Paolo ci esorta: “Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e l’avidità, che è idolatria”.

Con quali di questi idoli del cuore ti identifichi? Della vanagloria, dell’apparenza, del denaro, del piacere? Forse hai altri che stanno nel tuo cuore e prendono il posto di Dio…Ricorda: c’è speranza per te e per me, perché Gesù Cristo è morto per liberarci dalla nostra idolatria e ci invita a convertirci dagli idoli al Dio vivente e vero. Solo così possiamo contemplare il vero Dio.

Per concludere, negli ultimi versetti, il salmista ci invita ripetutamente con le parole: “Benedite il Signore, Casa D'israele, benedite il Signore, casa di Aaronne, benedite il Signore, casa Levi e…e un’altra volta venite il Signore, voi tutti che lo temete”. È come un crescendo che culmina in un grande “Alleluia!” lodate il Signore. Contempla a Dio. Contemplare Dio non è mai fine a sé stesso: ci conduce sempre all’adorazione. Ci conduce a benedire il Signore.

Come dicevano i riformatori: “Lo scopo della teologia (di conoscere Dio) è la dossologia (di lodare Dio)”. Conoscere il Signore significa lodarlo per chi è e per ciò che ha fatto per noi.

Questo Salmo ci invita a

  • Guardare chi è il tuo Dio: buono e ammirabile.

  • A vedere che lui regna su tutto.

  • E contemplare che è l’unico vero Dio!

Che questo salmo possa diventare la nostra preghiera e il nostro canto quotidiano: “Alleluia! Lodate il Signore!”


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.