Salmo 133 - Un'estate per sperimentare l'amore fraterno

Il Salmo 132 ci ha mostrato che la domanda giusta da porre a Dio, non è prima di tutto: "Cosa posso fare io per Dio?", ma "Cosa ha fatto Dio per me?" Ora, il Salmo 133 scaturisce da questa verità, seguendo il Salmo 132 per offrirci un'immagine visibile del frutto che nasce dalla risposta alla domanda giusta e dalla promessa fatta da Dio a Davide.

 

Viviamo in un mondo pieno di divisioni. I conflitti alimentano la polarizzazione, la polarizzazione amplifica i conflitti, le divisioni si allargano e lo vediamo ogni giorno sui giornali, online, proprio qui per le strade e nelle case di Roma. Le opinioni sembrano contare solo se condivise e sembra esserci poca tolleranza per chi non è d'accordo. Molte persone vivono con l'ansia che qualsiasi cosa dicano o facciano possa offendere e dividere. E poi ci sono altre persone che vivono per offendere. Tutti sembrano nervosi. Le divisioni nascono dalla gelosia, dall’orgoglio, dalle lotte ideologiche, dal tradimento, dalla paura. Non sembra esserci molto amore per chi la pensa diversamente o è diverso. Vediamo come la divisione tocchi tutti gli aspetti della vita: le famiglie, i luoghi di lavoro, la società e, purtroppo, anche la Chiesa.

 

Un paio di settimane fa, mentre la mia famiglia era in vacanza, Roma ha ospitato il Giubileo dei Giovani. Al nostro ritorno, sono andato dal barbiere. Il mio barbiere, che non è affatto credente, mi ha detto che era stata la settimana più bella che avesse mai vissuto in città, dicendo: "Ovunque andassi, vedevo gruppi di giovani uniti nel camminare, cantare, e celebrare. Era una cosa bellissima da vedere, un cambiamento piacevole per Roma! Perché la nostra città non può essere sempre così?" In un mondo segnato da odio e divisioni, questa unità appare attraente. Ma sappiamo perché erano a Roma: un pellegrinaggio per indulgenze e un’unità fondata su un falso vangelo, incapace di dare pace duratura. Finite le luci e le preghiere, restano rifiuti da raccogliere, una città ancora piena e cuori ancora feriti.

 

Il Salmo 133 è d'accordo con il mio barbiere sul fatto che vivere l’amore fraterno è meglio che essere divisi. Ma a differenza del Giubileo del cattolicesimo romano, che si concentra sulla domanda, "Cosa posso fare per Dio?", il Salmo 133 ci dipinge un quadro della prima domanda, mostrando i frutti visibili di "Cosa ha fatto Dio per noi". Ci ricorda che c'è una persona e un popolo a cui il mondo dovrebbe poter guardare per vedere il vero amore fraterno, cioè un amore che unisce, consacra e dà vita. Questa è la visione del Salmo 133.

 

1.     Cristo per noi – l'amore unificante
Il versetto 1 è un'esclamazione che ci invita a guardare qualcosa di buono e piacevole: fratelli che vivono insieme. Non si tratta di fratelli che condividono una casa, ma del popolo di Dio che si riunisce nel Tempio con un unico scopo: adorare il Dio fedele che abbonda in amore ed è ricco di misericordia. “Fratelli” non si riferisce solo all'Israele etnico, ma al popolo dell'alleanza. Qualsiasi persona, di qualsiasi lingua, tribù e nazione che apparteneva al popolo dell'alleanza. Quelli che condividevano una confessione comune e fede nel Dio dell'alleanza e nelle sue promesse. Questi sono i fratelli e questo «ecco», «guardate qui!», esplode dalla gioia nel vedere l'unità amorevole in mostra.

 

La storia di Israele era piena di faide familiari, rivalità gelose, inganni e violenza. Il Re Davide conosceva bene questi dolori. Per quindici anni, il re Saul lo perseguitò (1 Sam 18-31). Davide era passato dall'essere l’eroe del popolo d'Israele all'essere considerato un fuggitivo. Mentre stava sul trono, il peccato di Davide nel aver preso la moglie di un altro uomo e aver ucciso questo uomo (2 Sam 11-12), portò al caos nella sua famiglia, culminando nella rivolta di suo figlio Absalom (2 Sam 13-19). Non c'è da stupirsi che Davide gioisca alla vista del popolo di Dio riunito in unità amorevole per adorare il Signore. Davide vede la promessa di Dio di unire il suo popolo nell'adorazione, sotto il governo del re scelto da Dio. “Quant’è buono!”, dice Davide. Ed è anche piacevole, o emotivamente soddisfacente, vedere Dio superare le divisioni e riunire il suo popolo.

 

Non era un sogno, era la realtà visibile dell'amore di Dio che univa il suo popolo. L'unità nell'amore non era un'idea astratta! Era lì, visibile a Davide! Quant’è buono e quant’è piacevole. Fratelli e sorelle, questa non è solo l'opinione di Davide, è il verdetto di Dio. L'unità amorevole è buona: è moralmente giusta. È in linea con il disegno di Dio per il suo popolo. L’unità amorevole è attraente per quelli che guardano! Quant’è buono e quant’è piacevole quando i fratelli vivono insieme! Sappiamo bene, ed alcuni in modo molto personale, che la divisione è faticosa. Il conflitto peccaminoso è distruttivo.

 

Sappiamo dalla Bibbia che il re Davide fu l'ultimo re di Israele il cui regno terminò con un popolo unito. La lunga storia di Israele dopo di lui è stata caratterizzata dalla divisione familiare e nazionale e dal dolore. Non è una storia buona e piacevole, ma brutta e dolorosa. Questo fino all'arrivo del Re promesso nel Salmo 132, il Re dei re, Gesù Cristo (Ap 19,16). Con il suo arrivo, ora diciamo: Ecco! Quant’è buono e quant’è piacevole essere uniti dall'amore di Cristo! L'amore di Cristo è un amore che unisce. La sua vita, morte e risurrezione hanno abbattuto il muro di ostilità tra noi e Dio. Il peccato di Adamo ha rotto l'unione buona e piacevole tra Dio e l'uomo, e in questo mondo caduto, il peccato separa le persone da Dio, e separa le une dalle altre. Il peccato genera ancora conflitti e disunione. Ma Dio porta la pace! Alla domanda della settimana scorsa, "Cosa ha fatto Dio per me?", la Scrittura ci dice che è Cristo per noi che crea l'unità amorevole. Efesini 2,14-16 ci dice che:

 

 Lui, infatti, è la nostra pace; lui, che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione, abolendo nel suo corpo terreno la causa dell'inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti, per creare in sé stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace; e per riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la croce, sulla quale fece morire l'inimicizia. (Efesini 2,14-16)

 

Chiesa, vivere nell’unita amorevole che supera i conflitti e crea la vera pace tra di noi è possibile solo perché Cristo, il nostro fratello maggiore, ci ha riconciliato con Dio Padre. Così facendo, egli riconcilia anche noi come fratelli amorevoli. Per mezzo dell'amore fraterno di Cristo siamo uniti a Dio e gli uni agli altri. Vuoi sperimentare l'amore fraterno quest'estate? Eccolo qui! Guarda cosa ha fatto Cristo per noi. Grazie a Cristo, l'amore che unisce è possibile! L'unità del versetto 1 è il frutto visibile della potenza riconciliante di Gesù. Il versetto uno ci invita a celebrare l'esperienza reale dell'opera di Dio tra il suo popolo. Guardati intorno. Questo è buono e piacevole. Siamo qui, uniti in Cristo, per Cristo, a causa di Cristo. Questa unità che si manifesta dovrebbe riempire i nostri cuori di gioia, perché riempie il cuore di Cristo quando ci guarda. Lui dice, “Quant’è buono e piacevole”.

 

2.     Cristo sopra di noi – l'amore consacrante (2)
L'amore unificante di Cristo non è solo qualcosa che osserviamo; è attivo. Il suo amore unificante è all'opera per riversare benedizioni sul popolo di Dio. Guardate il versetto 2. ll salmista dà due esempi delle benedizioni dell'amore fraterno. Il primo è l'olio profumato dell'unzione che fu versato sul capo di Aaronne, il primo Sommo Sacerdote di Israele (Esodo 28,41; 29,21). Il ruolo di Aaronne era quello di guidare il popolo nell'adorazione, offrire sacrifici per i loro peccati, guidarli nella purificazione, servire come il mediatore tra Dio e l’uomo.

Nella Scrittura, l'olio profumato dell'unzione simboleggia gioia (Ecc 9,7-8). L'olio era un segno della benedizione dell'alleanza di Dio. Era un segno che Dio aveva scelto un popolo e lo aveva contrassegnato per uno scopo preciso, cioè, essere santo. L'olio per l'unzione era composto da una miscela di spezie. Il profumo dell’olio riempiva l'aria con un buon profumo. Quindi, l'amore fraterno era attraente non solo per gli occhi di Davide, ma per tutti i suoi sensi, come un bel profumo che riempiva l'aria! Inoltre, Aaronne era vestito con una pettorale contenente gioielli che rappresentavano le tribù di Israele. Questi gioielli simboleggiavano il suo ruolo di mediatore tra il popolo e Dio. Quindi mentre l'olio scorreva dalla sua testa, sulla barba e sul pettorale, era come se tutto il popolo fosse consacrato attraverso di lui.

Abbiamo una similitudine dell'amore consacrante di Dio, che si riversa sul suo popolo attraverso il suo mediatore. L'amore fraterno è come olio profumato che scorre dalla testa del mediatore consacrato di Dio su tutto il popolo. È un'immagine visibile di Dio che riversa il suo amore santificante attraverso il mediatore su un'intera comunità, consacrandola, rendendola pura e santa, proprio come Dio è santo.

Fratelli e sorelle, Ebrei 4,14 ci ricorda che il sacerdozio di Aronne era temporaneo, indicando il sacerdozio eterno di Gesù Cristo. Come l’olio profumato versato sul capo di Aronne, che scende fino all’orlo delle sue vesti, così Cristo, l’Unto di Dio, effonde dall’alto su di noi il suo amore consacrante, e lo Spirito, per grazia, ci santifica. Siamo benedetti perché siamo il suo popolo santo che gode della sua pace. Ebrei 10,10 dice che "siamo stati santificati mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per tutte". La bellezza, il valore e lo scopo dell'olio dell'unzione si realizzano in Gesù. Egli è sopra di noi, come il nostro sommo sacerdote che media per noi, offre la sua vita per noi e, attraverso lo Spirito, ci consacra a sé stesso. Come Aronne portava i nomi di Israele sul suo cuore, così Cristo porta il suo popolo davanti al Padre, che riversa le sue benedizioni su di noi. Con Cristo sopra di noi, ora siamo:

9…una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una nazione santa, un popolo che Dio si ha acquisito, perché proclami le opere grandi e gloriose di colui che ci ha chiamati dalle tenebre alla sua mirabile luce. 10Un tempo non eravamo il suo popolo, ma ora siamo il popolo di Dio; non avevamo misericordia, ma ora abbiamo ottenuto misericordia. (1 Pt 2,9-10)

 

Con Cristo sopra di noi, siamo consacrati dal suo amore, scelti e resi santi per proclamare la buona notizia del vangelo! La nostra amorevole unità non è solo il risultato della sua opera consacrante, ma ne è anche l'evidenza di essa. Quando la Chiesa si riunisce in un amore fraterno e alla ricerca della santità, diventa una testimonianza visibile e profumata. Come dice Paolo in 2 Corinzi 2,15-16: noi siamo il profumo di Cristo per Dio … profumo di vita che porta alla vita.

Ecco perché l'unità è «buona e piacevole»: l'amore fraterno è l’amore di Dio visto in Cristo, e riversato dallo Spirito su di noi, per unirci e purificarci. La divisione è brutta e puzzolente, ma con Cristo sopra di noi l'amore di Dio è bello e fragrante: penetra nel cuore, trasforma l'anima, ci unisce e porta la nuova vita in noi…e attraverso di noi.

3.     Cristo dentro di noi - l'amore vivificante (3)
La seconda simultudine descrive l'amore fraterno come rugiada scintillante che dà vita alla terra di Israele. La maggior parte dell'acqua di Israele veniva dalla neve, dalla pioggia e dalla rugiada del Monte Ermon, a nord, a circa 80 chilometri dal Mar di Galilea. Anche la rugiada era vista come un segno della benedizione dell'alleanza di Dio per il popolo (Lev 25,21; Deut 28,8), e non solo per la sua bellezza quando la luce del sole la fa brillare. La rugiada portava l'acqua necessaria per coltivare, sostenere e rinnovare la vita mentre scendeva dall'alto verso il popolo vivendo in una terra più arida, rendendole fertili. Senza questa rugiada, i raccolti fallivano, la sete aumentava e la società appassiva. Davide paragona l'amore fraterno e unificante di Dio per il suo popolo a quella rugiada che brilla, la rugiada vivificante, che scorre dall'alto, riempie la terra, sostiene la sua città santa, e dà vita al suo popolo, dove il Signore ha scelto di stabilire la sua benedizione: la sua salvezza, la vita eterna.

 

Fratelli e sorelle, Cristo ci dice in Giovanni 7,38-39 che chiunque crede in Lui, come dicono le Scritture, “da dentro di lui sgorgheranno fiumi di acqua viva”. Questo parla dello Spirito Santo, che ci unisce a Cristo, ci fa crescere in santità e ci guida nell'adorazione. Mentre adoriamo Dio con la nostra vita e come suo corpo, Egli produce vita in noi. La vita che Cristo ci dona scorre attraverso di noi e verso gli altri, attirando gli assetati ad assaggiare, a provare, a gustare e vedere quanto è buono e quanto è piacevole l'amore fraterno di Cristo! Da lui sgorgano benedizioni che ravvivano i nostri cuori morti, guariscono le nostre ferite, restaurano le nostre relazioni, lavano via la nostra vergogna e ci aiutano a crescere nella santità, nell'amore, e nel servizio reciproco. Da lui sgorga la forza per sperimentare il vero amore fraterno che porta la vita ai cuori di pietra. Noi amiamo perché lui ci ha amati per primo (1 Giov 4,19)! E ora viviamo veramente, perché Cristo vive in noi (Gal 2,20)!

           

Questo Salmo parla della chiesa. Guardati intorno: questo è ciò che Dio ha fatto e sta facendo! Con Cristo dentro di noi, lo Spirito è all'opera per produrre vita in noi e attraverso di noi. E lo fa mentre cantiamo, mentre confessiamo i nostri peccati, condividiamo testimonianze, ascoltiamo la sua parola proclamata e celebriamo la Cena del Signore. Quant’è buono e piacevole che i fratelli vivano insieme, perché qui, proprio qui, dovremmo sperimentare l’amore vivificante di Dio. In Cristo e attraverso Cristo, Dio ci benedice con una comunità amorevole che cerca l'unità, desidera la pace e sperimenta una vita nuova insieme.

 

Solo Cristo poteva darci questa esperienza, perché l'unità e la pace non sono naturali per noi. Il disaccordo e la divisione cercano di bloccare quest'acqua viva, ma Dio ha deciso che deve scorrere verso il suo popolo. Il nostro egoismo, i nostri affari, la nostra insicurezza, la nostra gelosia, il nostro orgoglio... il nostro peccato, ci ostacolano. Ma poiché Cristo non è nessuna di queste cose, noi, rafforzati dalla grazia e dallo Spirito di Dio, possiamo sperimentare l'amore fraterno, l'unità e la vita abbondante.

 

In conclusione, alla luce della grazia di Dio e di chi è Cristo per noi, come possiamo, come chiesa, sperimentare l’amore fraterno qui a Roma? Prima di tutto, preghiamo per l'amore fraterno. Come Cristo, preghiamo perché l'amore fraterno e l'unità siano tra di noi, sia nella nostra chiesa che nelle altre chiese di Roma. Il nostro sommo sacerdote Gesù ha pregato, e continua a pregare, affinché possiamo sperimentare questo amore fraterno e questa unità. In Giovanni 17,20-23 pregò dicendo:

Non prego solo per questi, ma anche per quelli che credono in me attraverso la loro parola, affinché siano tutti uno; e come tu, Padre, sei in me e io sono in te, siano anch'essi in noi; affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. Io ho dato loro la gloria che tu hai dato a me, affinché siano uno come noi siamo uno, io in loro e tu in me, affinché siano perfetti nell'unità e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.

Secondo, conserviamo l'amore fraterno. Efesini 4,3 ci invita a essere desiderosi di conservare l'unità dello Spirito nel vincolo della pace. Allora, questa unità è già nostra in Cristo, ma deve essere conservata. Siamo critici nei confronti degli altri fratelli e sorelle? Li giudichiamo duramente? Sei stato offeso o hai offeso qualcuno? C'è un fratello o una sorella in Cristo con cui hai bisogno di cercare la pace per conservare l'amore fraterno? Conserviamo l'amore fraterno

Terzo, proteggiamo l'amore fraterno. Dobbiamo stare attenti all'unità false e superficiali, quell'unità che non sono fondate sulla parola di Dio, che non vedono i fratelli come persone che confessano la fede nell'opera di Cristo solo per la loro salvezza. Roma è una città piena di false versioni di unità, persino di false versioni dell'unità cristiana. L'unità non si basa sull'umanità condivisa, o sottomissione al papa, o a causa di un sacramento, ma sulla verità del Vangelo secondo la sola Scrittura. Ciò significa che siamo salvati solo per grazia, solo mediante la fede nell'opera di Cristo solo. Dobbiamo stare attenti all'unità false e superficiali. In più, preghiamo Dio affinché protegga il nostro amore fraterno da coloro che si definiscono nostri fratelli o sorelle, ma che sono disonesti, mentono, manipolano la verità e seminano discordia. Proteggiamo l’amore fraterno anche guardando ai nostri cuori, resistendo alla divisione e rifiutando di mettere le preferenze personali al di sopra delle persone nella chiesa. Stai facendo qualcosa che potrebbe mettere a rischio la nostra testimonianza visibile dell'amore fraterno che Dio ha chiamato la nostra chiesa a mostrare? Proteggiamo l'amore fraterno.

Quarto, celebriamo l'amore fraterno quando ci riuniamo come suo popolo. Nella nostra chiesa ci sono molte differenze tra noi. Abbiamo opinioni diverse sulla politica, sull'economia; abbiamo background culturali diverse, lingue diverse, ed esperienze diverse. Abbiamo opinioni diverse sul fatto che l’ananas si possa mettere o meno sulla pizza! Vedete! Non siamo uguali e d’accordo su tutto! È veramente opera di Dio riunirci! Se non fosse Cristo a unirci, celebreremmo e adoreremmo qualcos’altro che non porta nessuno alla vera unità, santità, e vita. Ricordiamolo ogni volta che ci riuniamo e celebriamo l'amore fraterno.

Come siamo uno con Dio Padre per mezzo di Cristo, così questa unità deve esprimersi tra di noi in armonia e amore fraterno. Ecco quant’è buono e quant’è piacevole che i fratelli vivano insieme! Lo vediamo?

Senza guardare prima a Cristo, non potremo mai sperimentare l'amore fraterno quest'estate. Con Cristo per noi, c’è un amore che unisce. Con Cristo sopra di noi, c’è un amore che ci consacra e ci perdona. Con Cristo dentro di noi, c’è un amore che ci vivifica e fa scorrere la sua benedizione attraverso la sua Chiesa. Questo è l’amore fraterno che Dio ci chiama a vivere, un amore che viene da Lui, scende su di noi, e si riversa tra di noi. Preghiamo.


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.