Salmo 128 - Un’ state per vivere bene in famiglia
Cari fratelli pace a tutti. Continuiamo con la serie dei Salmi che racconta i viaggi dei pellegrinaggi verso Gerusalemme per lodare Dio, e questo ci fa ricordare che anche noi come credenti comunitari, siamo pellegrini in questo mondo, siamo dei forestieri, stranieri che seguono con timore la “via del Signore” Fino al suo ritorno. Leggiamo insieme il salmo 128.
In questo meraviglioso tempo di alte e basse temperature è saggio fermarsi un momento e ricevere l’istruzione per essere ben preparato, devi considerare le cose più importanti che avrai bisogno come tipo (l’acqua, gli occhiale, capello di sole e magari adesso anche l’ombrello) queste cose che ti permetteranno di essere felice e comodo in quest’estate. In maniera analoga questo canto sapienziale invita a fermarsi per ricevere istruzione su come vivere bene in famiglia nel timore del Signore. La parola di Dio è il manuale di guida che hai bisogno per una vita benedetta e fedele, ricca di significato in ambito personale, familiare e comunitario. Chi crede vive nella casa costruita dal Signore, con un cuore che teme Dio, mentre altri seguono solo sé stessi. I credenti vivono bene in famiglia riconoscendo l’autorità di Dio, che ha creato e benedetto la famiglia fin dall’inizio. Sono beati, con un cuore felice che non dipende dalle circostanze, ma dalla certezza che Dio e con loro. La benedizione più grande è avere lo Spirito Santo nella propria vita ed apprezzare con felicità l’ubbidienza di Cristo che ha riconciliato i suoi beati con il Padre, e che nella sua grazia siamo stati liberati di ogni maledizione e della morte del peccato.
Oggi, il salmo ci invita a seguire due istruzioni per vivere bene in famiglia: 1) Riceve l’istruzione per vivere bene in famiglia (vv.1-4), 2) Riceve la benedizione per una vita piena (vv.5-6)
1. Riceve l’istruzione per vivere bene in famiglia
I credenti con il “giusto atteggiamento”, cioè i credenti con “un cuore che teme a Dio” sono persone felici perché ascoltano la parola che istruisce e benedice le loro vite e famiglie. Esistono due sentieri e tutti percorrono l’uno o l’altro, quelli che temono Dio hanno il cuore di carne e sono chiamati “beati”, invece l’altro sono “infelici” che hanno il cuore di pietra e seguono sé stessi. I beati lavoreranno con fatica ma troveranno favore e soddisfazione nella sua vocazione, al contrario gli infelici lavoreranno secondo i propri criteri morali e non troveranno successo in Dio.
v1. Beato chiunque teme il Signore e cammina nelle sue vie!
Ma che cosa significa essere veramente beato? Essere beato non significa solo provare gioia per un momento, ma avere una pace profonda e duratura nel cuore. Tutti desiderano questa felicità, anche se spesso la cercano nei posti sbagliati. Ci sono molte strade che sembrano promettere qualcosa, ma solo una porta davvero alla vera felicità: quella che Dio ci indica. Le altre lasciano solo vuoto e delusione. Dio ci ha dato l’istruzione chiara per vivere bene in famiglia: e devi temerlo e seguirlo. Avere timore di Dio non vuol dire avere paura, ma riconoscere la sua grandezza, con rispetto, amore e fiducia. La vera gioia nasce quando scegliamo di camminare con Lui, non quando seguiamo i nostri desideri o quello che il mondo propone. Chi vive con timore di Dio trova sapienza e scopre la vera felicità.
Cristo è il cammino di vita e di saggezza per chi teme Dio. Il libro dei proverbi insegna che il sentiero della giustizia conduce alla vita. Anche la famiglia cristiana affronta difficoltà, ma resta salda quando Cristo regna nei loro cuori e la sua parola guida ogni scelta. La vera felicità nasce dal timore di Dio: chi lo teme riceve benedizione in ogni ambito della vita, compresa la famiglia, il matrimonio, l’educazione dei figli e le relazioni.
Vivere bene in famiglia è possibile se si fonda tutto su Cristo, sapendo che “tutte le cose cooperano al bene per coloro che lo amano” Temere il Signore significa seguire le sue istruzioni, che coinvolgono mente, cuore e azioni. Non ha senso parlare di timore di Dio se poi si vive come se Lui non esistesse. Le vie del Signore sono giuste, perfette ed affidabili: chi le percorre dimostra il cuore rivolto a Dio, e la benedizione seguirà questo cammino.
Il Salmo 1 collega la benedizione al camminare in modo negativo: "Beato l'uomo che non cammina", ma qui lo troviamo in relazione alla forma positiva della nostra conversazione. Per godere della benedizione divina, dobbiamo essere attivi e camminare, dobbiamo essere disciplinati e percorrere vie specifiche; e dobbiamo essere fedeli e camminare nelle vie del Signore. Le vie di Dio sono vie benedette: furono tracciate dal benedetto, furono percorse da Colui nel quale siamo benedetti, sono frequentate dai beati, sono provviste di mezzi di benedizione, sono pavimentati di benedizioni presenti e conducono alla beatitudine eterna: chi non desidererebbe percorrerle?
Cari fratelli e sorelle in questo salmo hai un invito per i “beati di Dio” E l’istruzione è molto chiara per seguire le vie di Dio.
- Quindi, Qual è il tuo atteggiamento verso Dio? La tua felicità dipende dal mondo o nelle promesse del Signore? Il tuo timore è santo o hai ancora paura di seguire la via del Signore?
E se stai cercando di essere veramente felice e seguire le vie delle benedizioni; ecco riconosce il Cristo Salvatore, Colui che ha donato la sua vita per salvare i suoi beati. Questo è la benedizione più importante in questo mondo. Senti la parola di Dio, prega e cerca il suo timore santo, riconosci il tuo peccato, segui la via della giustizia in Cristo, chiedi perdono, perché solo Lui può trasformare il tuo cuore di pietra (di tristezza) in un cuore di carne (felice).
v2. Allora mangerai della fatica delle tue mani, sarai felice e prospererai.
L’istruzione è diretta: “tu che temi il tuo Signore” Qualunque persona che ha timore di Dio, che lavora con fedeltà e onestà porta benedizione in casa. Non si tratta solo di accumulare ricchezze, ma di servire Dio nel proprio lavoro e di vedere come la sua provvidenza soddisfa i bisogni della famiglia. In una cultura consumistica, caotica e di tanto stress dove in genere prevale l’ingiustizia del lavoro. I diritti lavorativi che non si compiono, la retribuzione salariale non è giusta e dove il sistema lavorativo serve ad arricchire le persone che sono già ricche. Loro trovano la loro felicità nella ricchezza di questo mondo.
In questa realtà lavorativa, il Signore ci disse: che la vera ricchezza è godere del frutto del proprio lavoro con gratitudine. Una famiglia in cui si lavora con dignità e si condivide ciò che Dio provvede è una famiglia felice. In contrasto con il salmo 127:1-2, che abbiamo sentito la domenica scorsa, dove i costruttori e le guardie agiscono in vano, e anche il libro di Deuteronomio 28:33, in cui altri mangeranno ciò che l’Israele disobbediente si affatica a produrre, coloro che temono il Signore godranno della soddisfazione di mangiare ciò che la loro fatica ha prodotto. È questo possibile perché Cristo ha tracciato il cammino per noi, prima d’iniziare la sua missione era falegname e ha lavorato con dignità, dopo ha continuato per realizzare il lavoro più faticoso di tutti “la sua opera salvifica” e l’ha fatto con dedizione, perseveranza e sacrificio. Allora il testo ci disse: “tu che temi il tuo Signore” dovrai lavorare e trovare una ricompensa nel farlo perché il tuo Dio è il Dio dei lavoratori.
Non dobbiamo abbandonare le nostre vocazioni secolari perché il Signore ci ha chiamati per grazia: non ci viene promessa una benedizione per quelli che vogliono vivere attivamene nella pigrizia o per sogni irragionevoli, ma per il duro lavoro con serietà e impegno. Sebbene siamo nelle mani di Dio, dobbiamo essere sostenuti dalle nostre mani. Egli ci darà il nostro pane quotidiano, ma deve essere nostro attraverso il lavoro.
In questo ambito lavorativo sono inclusi tutti i tipi di lavoro, perché se uno lavora con il sudore della fronte e un altro con il sudore della mente, non c'è differenza nella benedizione: Senza Dio, il lavoro sarebbe vano; ma quando siamo lavoratori insieme a Lui, la promessa ci è posta davanti. La promessa è che il lavoro sarà fruttuoso e che chiunque lo compia ne godrà la ricompensa. È una promessa dolorosa, in quanto Colui che ha sprecato la sua vita, senza ricevere una giusta ricompensa per il Suo lavoro. Di norma i servi di Dio si liberano da tale schiavitù, rivendicano ciò che gli è dovuto e lo ricevono. La sua parola ci incoraggia a farlo "l'operaio è degno del suo salario Lc.10,7"
Alcuni uomini non amano mai il loro lavoro perché non si prendono il tempo di riposare. L'ansia di guadagnare toglie loro la capacità di gioire. Sicuramente, se il lavoro vale la pena di essere fatto, quel lavoro vale la pena di essere goduto. "Beati voi", la felicità benedetta della fatica del lavoro appartiene all'uomo che teme il Signore. Egli è felice e lo sarà in mille modi. I Romani antichi avevano i loro lari e i loro penati (cioè i protettori della casa e della provvidenza), ma noi abbiamo molto di più di loro nell'unico Dio vivente e vero. "E andrà bene per te", o bene per te. Sì, il bene è per i “beati di Dio”; e andrà bene per coloro che fanno il bene imitando il suo Signore.
Che parole incoraggianti! Chi può descriverne la dolcezza della felicita del beato di Dio? Nel tempo, e persino nei giorni dell'eternità, "Bene per i giusti". Agli occhi di Dio, non sarebbe una benedizione per noi vivere senza sforzo, né mangiare il pane immeritato della dipendenza: la condizione più felice sulla terra è quella in cui abbiamo qualcosa da fare, la forza per farlo e una giusta ricompensa per ciò che abbiamo fatto. Questo, con la benedizione divina, è tutto ciò che dovremmo desiderare, ed è sufficiente per chiunque temi e ami il Signore.
- Quindi, come stai vedendo il tuo lavoro (studio o servizio) alla luce della promessa di Dio? Puoi riconoscere con gratitudine che il lavoro è una benedizione di Dio?
v3. Tua moglie sarà come vigna fruttifera, nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come piante d’olivo intorno alla tua tavola.
La moglie come vite fruttifera simboleggia una presenza feconda, una fonte di ristoro, gioia e grazia. Lei trasforma la vita in una celebrazione all’interno della casa. I figli come giovani tralci d’ulivi, le cui giovani vite forniscono una promessa per il futuro come sua eredità anticipata. Questo è il disegno di Dio: la famiglia come giardino spirituale, dove ognuno ha un ruolo, una vocazione e una responsabilità. I genitori sono chiamati a coltivare con amore e disciplina la crescita dei figli, educandoli nel timore del Signore (Efesini 6:4). Vivere bene in famiglia non significa non avere mai conflitti, ma affrontarli. Il timore del Signore dà saggezza alle famiglie e provvede intelligenza per fuggire del male (Giobbe 28,28). È in casa che si imparano il perdono, il servizio reciproco, la pazienza e la grazia.
- Questi sono la benedizione famigliare e possiamo riflettere alla luce della parola: Sei felice con la tua famiglia? È il timore del Signore a guidare le tue relazioni famigliari? Quali virtù dello Spirito Santo stanno crescendo nella tua casa?
v4. Ecco, così sarà benedetto l’uomo che teme il Signore.
Questo versetto ci presenta il centro della questione: l’uomo benedetto è quello che ha un cuore felice. Lui è benedetto perché teme Dio e ha ricevuto dal Signore una grande ricompensa. È un marito che ama come Cristo ha amato la chiesa. È una moglie che costruisce con saggezza la casa, sono i figli che crescono “forti” nella conoscenza della parola. Però non si deve dedurre che tutti gli uomini benedetti siano sposati e padri; ma questo è il modo in cui il Signore favorisce i suoi “figli beati”, quelli che si dedicano alla vita domestica. Egli permette di vivere bene in famiglia, perché è il Dio di tutte le famiglie d'Israele. Abbiamo visto che le relazioni per vivere bene in famiglia sono di felicità, produttività ed utilità. In questo modo, il Signore benedice coloro che lo temono innumerevoli volte, e loro non cessano di benedire il suo nome per la pace più dolce e la felicità della famiglia.
La felicità familiare viene dal Signore ed appartiene alla sua famiglia. Solo nel Signore dovremmo cercarla. Avere ricchezze, secondo il suo piano per mantenere un popolo devoto e fedele, non garantisce la salvezza; la scelta di una moglie sana e bella non la garantirà; la nascita di numerosi e splendidi figli non la garantirà; Ci deve essere prima la benedizione di Dio, l'influenza della pietà, il risultato di una vita santa. Quindi vivere bene in famiglia significa, prima di tutto, riconoscere la grazia del Padre, avere un timore santo che è guidato dallo Spirito Santo, grazie all’ubbidienza del figlio (vero uomo, vero Dio) che ci ha insegnato la via dell’uomo beato perché Lui è stato per primo ad esserlo.
- Quindi, riconosce che le benedizioni di Dio sono solo per coloro che temono? In che modo stai temendo il Signore? La benedizione è il frutto della tua fedeltà o della grazia di Dio?
II. Riceve la benedizione per una vita piena (Salmo 128:5-6)
Il salmista ora allarga lo sguardo: dalla famiglia alla comunità, dalla casa alla città, dalla generazione presente a quella futura. Le sue benedizioni è il risultato delle famiglie che hanno creduto al Dio del patto. Chi vive bene in famiglia vedrà anche le benedizioni arrivare alla chiesa, tutti i giorni della sua vita. Ci saranno situazione di tristezza però che in Cristo se convertiranno in gioia. Pace arriverà per il popolo che teme e segue la via del Signore.
v5. Il Signore ti benedica da Sion! Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme tutti i giorni della tua vita.
Il Signore Gesù Cristo è lo sposo. Lui benedice i suoi beati. Porta benedizioni sul lavoro, alle famiglie, la comunità e la città. Vedere la prosperità significa sperimentare lo stato di benedizione, che si espande in diversi ambienti in questa città e paese. Sion è il luogo del regno di Dio e rappresenta la presenza di Dio in mezzo al Suo popolo. La settimana scorsa abbiamo sentito parlare di un “Re” e un “Regno”: il patto davidico (il patto tra Dio e Davide) che è stato compiuto in Cristo, l’unico Re, l’unico “Beato” che ha ubbidito perfettamente con timore al Padre. In Lui è stato compiuto il patto, il suo trono rimane di generazione in generazione (Lamentazioni 5,19).
I beati fedeli possono guardare e godersi della prosperità della comunità dei credenti in questa città, perché in essa è Cristo che li ha resi felici. La chiesa è la comunità dei credenti che sono chiamati a crescere, servire e vivere in comunione con il Suo Signore. La famiglia cristiana è fortemente legata alla chiesa: famiglie forti rendono forte la chiesa, e una chiesa sana rafforza le famiglie. Il culto, la predicazione, gli incontri di giovani e bambini, i gruppi di discepolato: tutto contribuisce a vivere bene in famiglia. Una famiglia che cammina con Dio non è chiusa nel privato: è un faro nella città. La città prospera quando le famiglie, educano i figli nella verità della parola, vivono con integrità e servono con amore il prossimo. I fedeli del Signore sono chiamati a influenzare la società con la testimonianza della loro famiglia: essere modelli di fedeltà coniugale, di genitorialità responsabile e di servizio comunitario.
- Quindi come beato di Dio, stai contribuendo nella crescita della famiglia di Dio? Rifletti la generosità e la gioia del regno di Dio nella tua ospitalità?
v6. Possa tu vedere i figli dei tuoi figli. Pace sia sopra Israele.
Il disegno di Dio per la famiglia è generazionale, le sue benedizioni si vedono in ogni tempo. Non viviamo solo per noi stessi, ma per trasmettere una fede regale, profetica e sacerdotale a chi viene dopo di noi. In 2 Timoteo 1:5, l’apostolo Paolo ci racconta: la fede abitava prima nella nonna, poi nella madre, e ora in Timoteo. La benedizione familiare è anche una missione: investire nei figli e nipoti, affinché conoscano, amino e servano il Signore.
La conclusione della benedizione è pace sopra Israele: “la shalom”, cioè completezza, armonia, riconciliazione con Dio, con gli altri e con sé stessi. È difficile parlare di pace in questo tempo. Quando il significato di quella non ha nessuna rilevanza per il mondo. La benedizione di Dio è pace sia sopra voi, ma, il mondo rifiuta questa pace e sceglie la guerra che è promossa dei loro cuori che non temono e seguono il Signore. Invece il shalom per la sua famiglia è il frutto della grazia di Cristo e della comunione con il Padre, resa possibile dalla croce. Una famiglia che vive nel timore del Signore sarà una famiglia di pace e comunione con lo Spirito Santo di Dio.
Conclusione
Fratelli, vivere bene in famiglia non è un ideale irraggiungibile. È il frutto di una vita centrata su Dio, fondata sulla sua Parola, redenta da Cristo e guidata dallo Spirito Santo. Il Salmo 128 ci mostra l’istruzione per camminare nella via giusta: temere Dio, camminare nelle Sue vie, vivere con fedeltà in ogni ambiente e contesto della vita. Oggi il Signore ci invita a ricostruire le fondamenta della nostra famiglia nella sua grazia per vivere bene in famiglia; con mariti amorevoli, mogli devote, genitori fedeli, figli rispettosi, e case in cui Cristo è al centro.