Un'estate per...pregare di fronte all'ingiustizia - Salmo 109

 
 

Predicatore: Gioele Di Bartolomeo 

1. Prega, che Dio parli ristabilendo la verità (v1)
2. Prega, che Dio intervenga facendo giustizia (v21)
3. Prega, che Dio benedica suscitando lode (v28)

In medicina una delle cose più importanti da fare è misurare. Per capire lo stato di salute di una persona, infatti, oltre al monitoraggio dei sintomi bisogna fare le analisi. Ciò significa fare la conta dei globuli bianchi, dei globuli rossi, delle piastrine, del colesterolo, della glicemia, dei valori del fegato ed ancora tanti altri parametri. Così anche nella riabilitazione, per monitorare i progressi della terapia è importante misurare costantemente l’ampiezza dell’articolazione, la qualità della muscolatura e la lunghezza del passo ecc. Ma c’è un’altra componente fondamentale, un valore che è difficilissimo calcolare: il dolore. Il dolore non può essere contato. È qualcosa di troppo personale, troppo emotivo, troppo individuale per poter essere numerato. Per affrontare questo problema, in medicina vengono usati dei questionari che, in base alle risposte del paziente, provano a dare un valore al dolore. In queste schede il paziente condivide i propri disagi causati dal dolore cercando di trasmetterli al professionista. Nel salmo che abbiamo appena letto, Davide ci trasmette il dolore che viene dalla condanna di un innocente (v31). In questo questionario dei sintomi, il senso dell’ingiustizia che il Salmista trasmette illustra un dolore senza eguali. Un dolore fuori scala, tanto alto quanto innumerabile.

Il Salmo 109 è un salmo che a prima vista mette a disagio i figli di Dio. È un salmo imprecatore, un canto nel quale il salmista esprime tutta l’indignazione per la profondità della perversione degli uomini. Ma Davide non sta mostrando un modo per inveire verso i propri nemici e non sta dandoci un modello o un lasciapassare per maledire chi ci ha fatto del male. Davide è davanti all’ingiustizia della condanna di un uomo senza colpe e ciò che fa è pregare a Dio (v4). La preghiera a Dio è la reazione del salmista alla sofferenza causata dai soprusi dei nemici, ma il salmo non si ferma a Davide ed alla sua condizione. Profeticamente il Salmista, sotto la guida dello Spirito di Dio, da una rappresentazione di un’ingiustizia ancora più grande: il tradimento, la condanna e la morte del Salvatore Gesù Cristo.

Il testo di oggi ci mette davanti al vangelo di Dio, alla notizia che il Figlio dell’uomo sarebbe stato tradito dai suoi amici, sarebbe stato accusato ingiustamente, ucciso per mano dei suoi accusatori e sarebbe risorto il terzo giorno compiendo l’opera di Salvezza per il peccatore.

Nella storia del mondo, quella di aver condannato l’unico uomo senza peccato è stata e sempre sarà più grande ingiustizia che l’umanità abbia mai commesso.

Davanti a questa verità il salmista ci invita a pregare.

Vogliamo quindi vedere insieme, da Davide e dal nostro Salvatore Gesù Cristo tre aspetti della preghiera di fronte all’ingiustizia: Prega, che Dio parli ristabilendo la verità, Prega, che Dio intervenga facendo giustizia, Prega, che Dio benedica suscitando lode.

1. Prega, che Dio parli ristabilendo la verità (1)
Davide chiede a Dio di parlare, di non tacere (1). Tutti erano contro di lui; il disonesto, il bugiardo lo avevano assalito con parole d’odio (2-3). Era stato tradito dagli amici più cari, stava ricevendo male per il bene che aveva fatto loro, ma in risposta, Davide, non fa altro che pregare (4-5). Ma chi erano queste persone che lo affliggevano? Erano coloro che non si erano ricordati di fare il bene, quelli cioè che avevano perseguitato il povero e lo avevano tradito per farlo morire (16). Erano i disonesti, erano gli avversari che avevano amato la maledizione e disprezzato la benedizione di Dio (17). Ora, quindi, la maledizione aveva impregnato i loro corpi e cadeva su loro stessi come un vestito che li ricopriva (18-19). Perciò (7) quando saranno giudicati verranno trovati colpevoli ed a nulla varrà la loro preghiera. i loro giorni saranno pochi ed un altro prenderà il loro posto (8). Saranno la rovina della loro famiglia (9-10). Ma un giorno saranno spogliati del frutto delle loro fatiche (11), quel giorno non ci sarà per loro alcuna misericordia (12). La loro discendenza sarà distrutta ed il loro peccato non sarà cancellato (13-14). Questo è il destino e la ricompensa di chi si oppone al Signore (15-20).

Quanto è disperata la situazione di chi si sta opponendo a Davide? Il Salmista è provato, tradito, minacciato, ma non è nulla la sua condizione rispetto quello che arriverà ai suoi avversari. Un giorno ci sarà un giudizio per queste persone. Questa è la verità che il salmista prega e che chiede a Dio di mostrare. Tutti parlano, accusano ingiustamente e predicano la loro verità, ma Davide chiede a Dio di “non tacere” (1). Davide Prega chiedendo di mostrare ciò che è vero, di ristabilire la verità delle cose. La verità è che per chi ha scelto di abbandonarsi alla maledizione non ci sarà altro che perdizione. Questo vale per gli oppositori di Davide che rifiutavano Dio e profeticamente per gli oppositori che rifiutano Gesù Cristo. L’apostolo Pietro in Atti 1,20 cita proprio il versetto 8 del testo per indicare il ruolo di Giuda nel tradimento del Signore Gesù. Il tradimento che vive il salmista è la rappresentazione profetica di quello che Gesù Cristo avrebbe dovuto vivere ed ha vissuto per compiere l’opera di salvezza.

La verità che Davide prega a Dio di ristabilire è che, a causa del peccato, tutti noi come Giuda siamo stati traditori ed oppositori del Signore Gesù Cristo. Tutti nasciamo sottoposti al giogo del peccato e di satana che distorce la verità. Non importa quello che dicono gli altri, non importa se non abbiamo partecipato attivamente alla crocifissione. Chi rifiuta Gesù Cristo è colpevole di aver tradito il Creatore dell’universo. In Luca 11,23 il Signore afferma “Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde”. Opporsi a Dio non significa essere un ateo militante o uno che strappa le pagine della Bibbia in pubblico. Opporsi a Dio significa non aver riconosciuto l’opera di Suo Figlio Gesù Cristo sulla croce per la salvezza del peccatore. Significa ritenersi fuori dai giochi, significa pensare di non aver nulla a che fare con tutto questo.

La verità è che il mondo ha bisogno di Gesù Cristo. Il Signore stesso in Giovanni 14,6  dice “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Tutti abbiamo bisogno della verità della sua salvezza. Abbiamo bisogno di essere perdonati per il nostro peccato. Abbiamo bisogno di essere tra coloro che riconoscono in Gesù Cristo la via la salvezza e la vita. Abbiamo bisogno di essere parte della chiesa che aspetta il ritorno del Signore. Come Davide abbiamo bisogno di pregare che Dio ristabilisca la sua verità nelle nostre vite, nelle nostre famiglie, nel nostro lavoro, nella nostra città e nel mondo intero. Abbiamo la chiamata ad essere una chiesa che prega che Dio ristabilisca la verità come dice Paolo in Romani 3,23 “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, 24 ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù”. Prega che Dio parli ristabilendo la verità.

2. Prega, che Dio intervenga facendo giustizia (21)
Davide chiede a Dio di intervenire (21) e di salvarlo da questa situazione. Il salmista si sente ed è solo, nella tristezza più profonda (22-23). Le ginocchia vacillano ed è diventato l’oggetto di scherno per chi lo vede (24-25). Solo il Signore avrebbe potuto salvarlo da questa condizione disperata (26-27).

“Intervieni, salvami, aiutami”, Davide chiede l’aiuto di Dio. Riconosce che non può nulla senza l’aiuto del Signore. Riconosce che solo Lui può intervenire, riconosce che solo Dio può salvarlo, afferma che solo il Signore può aiutarlo.

Davide era il Re, era stato il giovane guerriero che aveva ucciso Golia, era l’uomo forte che aveva sconfitto 200 filistei in battaglia (1 Sam 18) e molto di più ed ora prega che Dio faccia giustizia dei suoi nemici. La giustizia di cui parla non è la vendetta o la soddisfazione della vittoria su un torto subito. La giustizia di Dio è quella che si è manifestata attraverso la persona di Gesù Cristo. Gesù è la giustizia di Dio per gli uomini. Anche Gesù è stato abbandonato dai suoi amici, anche Gesù ha sperimentato sul suo corpo la debolezza, il deperimento il dolore, ma senza peccare ha compiuto la sua opera. È a lui che mirava profeticamente il salmista. Come per il l’autore nel versetto 25, anche mentre Gesù era appeso alla croce per diventare la giustizia di chi ha creduto in Lui, mentre era lì a pagare per il mio peccato il popolo scuoteva il capo (Matteo 27,39). Che giustizia poteva essere quella di un poveraccio attaccato su una croce?

Il venerdì santo Gesù ha compiuto la giustizia di Dio. Ha espiato sulla croce il peccato di quelli che hanno creduto in Lui, ci ha uniti a Lui attraverso l’opera di Dio Spirito Santo e ci ha ristabilito in una relazione pattizia con il Padre. Gesù ha pagato il Peccato, ha vinto la morte risorgendo il terzo giorno e come dice l’apostolo Paolo in 2 Corinzi 5,1 “Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui”. Questa è la giustizia per cui Davide pregava.

Gesù è intervenuto nella storia compiendo la giustizia del Padre, per donare a chi ha creduto in Lui la gioia del Consolatore, la pace della Sua resurrezione ed una nuova vita in Lui. Fino alla fine ed anche nel dolore della croce ci ha mostrato il suo amore dicendo “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” Lc 23,37. Ma Gesù tornerà così come è andato via per ristabilire il Suo regno, per riscattare il Suo creato, per gioire con il Suo popolo e condannare per sempre i Suoi nemici ed i suoi oppositori. Dove sarai quel giorno? Quale sarà per te la conseguenza di questa giustizia? Gioia eterna o l’eterna sofferenza?

Quale giustizia stai anelando oggi? Quale giustizia stai cercando per questa città, per i tuoi superiori, per i politici o per chi ti ha fatto del male? Quale giustizia stai cercando per la tua vita? Vogliamo essere oggi qui a Roma una chiesa che porta la giustizia di Dio in Cristo, vivendo il già e non ancora della sua opera, cercando il bene nel nostro prossimo, proclamando la Sua Parola, condannando la corruzione ed il peccato e pregando che il Signore agisca nei cuori degli uomini per la Salvezza delle anime. Prega, che Dio intervenga facendo giustizia.

3.    Prega, che Dio benedica suscitando Lode (28)
I nemici maledicono ma Dio benedice ed il Suo servo esulterà, essi si innalzano ma restano confusi (28). Gli avversari verranno svergognati (29) ed il Signore sarà celebrato perché Lui è il Salvatore (30-31).

Il desiderio di Davide è la lode a Dio. Nel Suo cuore non c’è spazio per abbandonarsi all’amarezza perché sta pregando il Dio della vittoria. Il salmista sta pregando il Signore che benedice quando i nemici maledicono, il Signore che svergognerà i suoi oppositori, il Signore che salva dal peccato. Il desiderio è di celebrare il Signore che Salva l’uomo condannato a morte. Davide prega, che Dio benedica suscitando Lode.

Gesù è il Salvatore, Gesù ha svergognato i Suoi avversari sulla Croce, Gesù ha vinto il peccato dell’uomo. L’ho ha fatto senza cercare la sua lode, senza esaltare sé stesso ma lasciandosi umiliare e “non aprì la bocca. Come l'agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca” (Isa 53,7). Sulla croce Dio Figlio ha agito, ha preso noi persone rotte dal peccato e ci ha portato alla Lode a Dio.

Vogliamo essere una chiesa che prega perché Dio agisca nel mondo per la Sua Gloria e la sua lode. Vogliamo vedere una città e dei cuori che si piegano al Signore dando lode a Lui e non a noi, non al nostro stile di vita. Vogliamo vedere la nostra società ed il mondo che viviamo dare Gloria e lodare il Dio tre volte Santo. Non vogliamo vivere in questa nazione sperando di diventare un giorno la maggioranza per essere i più forti o i più rispettati. Vogliamo invece vedere un popolo che loda Dio. Come Giovanni il Battista in Giovanni 3,30 vogliamo confessare che Egli cresca e che io diminuisca.

Il Salmista ci chiama ad essere un Popolo che prega, che chiede a Dio di mostrare la sua verità, che cerca la sua Giustizia e che si prodiga per dargli la Lode. Gesù oggi ci chiama a riconoscere che Lui è la verità per le nostre vite e per il mondo, Lui è la giustizia di cui avevamo bisogno per essere salvati e solo a Lui va la lode e la Gloria per ciò che ha compiuto nelle nostre vite.

Se fino ad oggi hai anche tu visto il salmo 109 come l’ennesima espressione di un Dio lontano da te, prego questa sia l’occasione per riconoscere il tuo bisogno di Gesù Cristo per la salvezza e per conoscere la vera gioia del Suo amore. Amen


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.