Un'estate per rifrescare il nostro cuore - Salmo 108

 
 

Predicatore: Davide Ibrahim

È da ormai un paio di settimane che la temperatura a Roma è rovente. Con picchi che hanno raggiunto 41 gradi al pomeriggio, siamo tutti spossati e disposti a fare il minimo indispensabile pur di non sudare e soffrire il caldo. A differenza di altre stagioni dove siamo più attivi, questo periodo dell’anno ci lascia molto indisposti e spossati. Non abbiamo molta voglia di lavorare, mangiare e uscire. Vogliamo solamente stare a casa e avere il ventilatore/il condizionatore a palla o scappare in luoghi di villeggiatura dove trovare un po’ di refrigerio.

Se questa è la nostra (normalissima) reazione davanti al caldo, qual è l’atteggiamento del nostro cuore nei confronti del Signore? In questa stagione della nostra vita, abbiamo, come il salmista, un cuore ben disposto e vicino al Signore, aperto e volenteroso a esultare in lui, a credere nelle sue parole e a confidare nel suo aiuto? O il nostro cuore sta anch’esso soffrendo il caldo torrido, e quindi è arido e indisposto nei confronti del Signore perché lontano da lui e focalizzato su qualcos’altro?

Questo salmo ci aiuta a fare un esame del nostro cuore e a chiederci in che condizioni è: ben disposto o indisposto? Vicino o lontano dal Signore? Spiritualmente fresco perché dissetato di acqua viva o arido perché distante dal torrente della vita? Per capire in che condizioni è il nostro cuore il salmo ci dà dei parametri che ci aiutano a chiederci in che condizione è il nostro cuore nei confronti del Signore

1.    Esulti nel carattere del Signore?
Un cuore ben disposto esulta nel carattere del Signore. Davide prorompe cantando e salmeggiando. Lo fa con riverenza perché è ben cosciente di colui che ha di fronte. Egli ha un sano timore di Dio e questo lo porta a cantare con un cuore inginocchiato davanti alla maestà del Signore. Non è un canto rivolto a sé stesso o nel vuoto. Sa che le sue parole sono indirizzate al Dio vivente che ascolta e gradisce l’adorazione che proviene da un cuore ben disposto e timoroso.

Davide vuole salmeggiare al suo Dio con tutto sé stesso e con le sue capacità. Non usa solamente la voce, ma include anche degli strumenti. Il salterio e la cetra sono le sue compagne di canto, che lo aiutano ad esprimere ciò che ha nel cuore. Il suo stato d’animo ricco di gioia è evidente dal desiderio di voler svegliare lui stesso l’alba. Non riesce ad aspettare che arrivino le prime ore del mattino per iniziare a cantare al Signore. È come quando non riusciamo a dormire la notte perché non vediamo l’ora di svegliarci e di fare quella cosa che ci mette di buon umore. Facciamo fatica a dormire e ci svegliamo ancora prima che la sveglia suoni. Così è l’atteggiamento di Davide: la sua anima non può contenersi, è ripiena di frenesia, scalpita, il suo cuore è pieno di ringraziamento e perciò la sua bocca trabocca di adorazione.

Le ragioni sono tante per adorare il Signore, ma il salmista vuole risaltare ed esaltare due aspetti del carattere di Dio: la sua bontà e la sua fedeltà. Davide ha potuto sperimentare quanto il Signore è buono e fedele. Quante volte si è trovato in situazioni di difficoltà, sofferenza e persecuzione ed è stato difeso, sostenuto e liberato dalla mano del Signore? Quante volte ha peccato contro il Signore e ha potuto pentirsi in virtù della fedeltà del Dio che non viene mai meno alle sue promesse? Davide esulta nel carattere del Signore e non può far altro che celebrarlo e salmeggiare a lui. Non si può contenere: non solo usa la voce, non solo suona gli strumenti musicali, ma vuole condividere la bontà e la fedeltà del Signore tra i popoli e fra le nazioni straniere (v. 3). Vuole testimoniare ai quattro venti il carattere del Signore, desidera che il suo nome e la sua opera siano noti “al di sopra dei cieli” e che la sua gloria “risplenda su tutta la terra” (v. 5).

Così come Davide, anche tu esulti nel carattere del Signore? Quando cantiamo e salmeggiamo insieme come chiesa abbiamo un cuore ben disposto? In questo ultimo periodo hai avuto modo di meditare sulla bontà e la fedeltà di Dio nella tua vita? Per noi credenti l’apice della bontà e della fedeltà del Signore è stato mostrato nella salvezza che abbiamo ricevuto in Cristo Gesù. Il solo pensiero di così tanta bontà e fedeltà, porta tutto te stesso a volere esultare nel Dio trino e a testimoniare il suo nome? Così come il salmista desiderava testimoniare tra i popoli e fra le nazioni, anche noi abbiamo il desiderio di condividere la persona e l’opera del Signore Gesù con amici, conoscenti e familiari? “Dall’abbondanza del cuore, la bocca parla” (Mt 12:34). Il tuo cuore è abbondantemente imbevuto di Dio da portarti a lodare il suo carattere individualmente e insieme alla chiesa, e a testimoniare agli altri la sua persona e opera in Cristo? C’è qualcosa che ti sta impedendo di esultare nella bontà e fedeltà del Signore?

2.    Credi nelle parole di Dio?
Un cuore ben disposto è un cuore che crede fermamente nelle parole di Dio e ricorda con fiducia le sue promesse. Davide riflette sulle parole che sono fuoriuscite dalla bocca del Signore. Si ricorda le parole di Dio dette e promesse al popolo d’Israele prima di entrare nella Terra promessa.

Davide fa affidamento a ciò che è stato detto da Dio perché le sue parole sono veritiere ed efficaci; le sue parole sono salde e affidabili. Non tornano indietro, non vengono ritrattate, non vengono rimangiate, perché provengono da colui che è fedele alle sue parole e promesse. Come dice Isaia 55:11: “Così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che voglio e condotto a buon fine ciò per cui l’ho mandata”.

Le parole pronunciate dal Signore sono permanenti, non cambiano e durano in eterno, non scadono mai o diventano avariate perché provengono dal Dio che non cambia, rimane sempre lo stesso ed è eterno. Davide è cosciente di questa verità. Le parole pronunciate da Dio prima dell’entrata nella Terra promessa, vengono riprese anche dopo la conquista di Canaan e la costituzione del regno d’Israele. Le difficoltà e i problemi non erano scomparsi, gli attacchi da parte di Moab, Edom e della Filistia non erano cessati. Israele continuava ad essere sotto attacco, ma Davide continuava a fidarsi della parole stabili di Dio. Così come aveva adempiuto le sue parole prima della conquista, Dio le avrebbe adempiute anche dopo il soggiorno di Israele nella Terra promessa.

Così come Dio ha parlato nell’Antico Testamento “ai padri per mezzo dei profeti” così “negli ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1:1). La Parola vivente di Dio, che era con Dio ed è Dio, si è incarnata in Gesù Cristo, e ha parlato rivelando il Padre. Gesù Cristo è venuto per adempiere alla perfezione le Parole di Dio, trionfando sul peccato e sulla morte per mezzo della sua stessa morte e resurrezione. Il Padre e il Figlio hanno mandato lo Spirito Santo affinché ci insegnasse ogni cosa e ci ricordasse tutto quello che il nostro Dio ha detto (cfr. Gv 14:26). Ognuno di noi è circondato da decine di voci che dicono la loro nella propria vita. Vivere in una città come Roma, moltiplica a dismisura le voci che possiamo ascoltare.

Ma in questo miscuglio di voci, personali, relazionali e pubbliche, qual è la tua voce e Parola di riferimento? Quali sono le parole che primeggiano nella tua vita e che dirigono i tuoi passi? Di chi sono le parole che ti permettono di valutare e ascoltare saggiamente le altre voci?  Davide ha creduto e ha avuto fiducia nelle parole di Dio; Gesù Cristo, il vero Davide promesso, il vero re di Giuda, ha adempiuto e insegnato perfettamente le parole del Padre. Noi siamo sollecitati e chiamati dallo Spirito Santo a fare riferimento alla Parola di Dio e ad avere fiducia in essa, perché essa è “la luce sul nostro sentiero e la lampada al nostro piede” (Sl 119:105) che dirige i nostri passi e ci permette di valutare con saggezza e chiarezza le parole altrui. Il tuo cuore è ben disposto nei confronti della parole di Dio o ci sono altre voci nella tua vita che prevalgono su di esse? Qual è la tua voce di riferimento e quali sono le parole che riempiono i tuoi pensieri?   

3.    Confidi nell’aiuto dell’Onnipotente?
Questo salmo ha una struttura particolare che mette in risalto il carattere e le parole di Dio. Come abbiamo visto al primo punto, Davide loda la bontà e fedeltà Dio, e successivamente chiede aiuto al Signore (v. 6). Al secondo punto, il salmista ricorda e confida nelle parole del Signore, e dopodiché richiede l’aiuto dell’Onnipotente (v. 11-13). La sua persona e le sue parole precedono la richiesta di aiuto di Davide. Siccome Dio è buono e fedele, e le sue parole sono veritiere e si adempiono, allora il salmista è fiducioso nel chiedere aiuto al suo Signore. Davide si aggrappa al carattere e alle promesse di Dio.

Nella richiesta di aiuto, il Signore continua ad essere il punto focale. È lui l’oggetto, cioè la sua bontà e la sua fedeltà e nello stesso momento anche il soggetto, cioè colui che parla, promette, agisce e trae in soccorso. Il Signore è il protagonista. È lui che rivela la sua bontà e fedeltà, è lui che parla, è lui che trionfa, è lui che governa, è lui che possiede, è lui che spartisce, è lui che decide, è lui che ascolta, è lui che aiuta, è lui che sconfigge il nemico. È lui l’agente ed è lui il fine di ogni cosa. 

Il Re d’Israele arriva a dire “vano è il soccorso dell’uomo” (v. 12). Proprio lui che nell’arco della sua vita era stato soccorso da decine e decine di persone che lo avevano supportato in innumerevoli traversie e difficoltà. Da Jonathan, il suo migliore amico che l’aveva aiutato a fuggire da Saul, dalle centinaia di soldati che lo avevano sostenuto e difeso in battaglia, tra cui il poderoso e fedele Ioab, a Barzillai che sfamò e fece riposare tutto l’esercito di Davide mentre fuggiva da Absalom. Davide aveva eccome sperimentato il soccorso dell’uomo. Eppure, Davide era ben consapevole che dietro al soccorso dell’uomo “è Dio che produce il volere e l’agire, secondo il suo disegno benevolo” (Fl 2, 12-13). Vano è il soccorso dell’uomo, dice il salmista, se Dio non è loro e non esce più con i loro eserciti (vv. 13,11). È per mezzo di Dio, con la guida di Dio e con Dio che c’è vittoria e liberazione.

Noi possiamo vincere con Dio, perché Dio ha già vinto in Cristo. Cristo ha sofferto per mano di coloro volevano la sua morte. Nella sua umanità ha chiesto al Padre di allontanare da lui la sofferenza, ma alla fine ha bevuto il calice della croce. È morto ed è stato sepolto, ma il terzo giorno è resuscitato, mostrando una volta per tutte la sua vittoria sul peccato, sul male e sulla morte. Egli ha schiacciato il capo del nemico (Ge 3:15) e ora è alla destra del Padre ed è esaltato “al di sopra dei cieli” e la sua gloria è diffusa “su tutta la terra” (vv. 5,11).

Le minacce che viviamo ogni giorno non sono di “carne e sangue”, ma spirituali (Ef 6), non sono contro eserciti fisici, anche se a primo acchito potrebbe essere così, ma contro eserciti spirituali. C’è una battaglia spirituale in corso che durerà fino al secondo ritorno di Cristo. Nelle lotte, nelle tentazioni e nelle difficoltà che vivi a livello personale, familiare, lavorativo e di studio, confidi in te stesso, nelle persone e nelle istituzioni che ti stanno intorno, o confidi nell’aiuto di Dio colui che agisce per mezzo dello Spirito Santo in te e nei credenti a te vicini, e per mezzo della sua grazia comune nelle persone che ti circondano? Davide non ha sminuito la capacità dei suoi uomini, ma ha riconosciuto che se Dio non fosse stato con loro, vana sarebbe stata l’abilità e la strategia del suo esercito. Il tuo salvatore sono le tue capacità, i tuoi doni, le tue risorse, le persone che ti stanno attorno? O confidi nel fatto che l’aiuto proviene dall’Onnipotente che agisce sovranamente per mezzo dei doni e delle risorse che ti ha donato, per mezzo della chiesa e per mezzo delle altre persone e istituzioni con le quali ti relazioni? 

Anche se nella nostra vita non tutti le difficoltà verranno rimosse dal Signore, possiamo pregare e confidare che se è nella sua volontà egli ci darà sollievo soccorrendoci secondo i suoi modi e le sue tempistiche. La verità che rincuora il nostro spirito è che Dio ha già vinto in Cristo Gesù e che un giorno egli trionferà definitivamente sul male e il peccato. Nel frattempo, possiamo confidare nel suo sostegno e nel suo soccorso saggio e benevolo.

Grazie a Dio Padre perché in Gesù Cristo e per mezzo dello Spirito Santo, egli mantiene il nostro cuore nelle sue mani salde e sicure. Il suo carattere e le sue parole immutabili sostengono e incoraggiano il nostro cammino nella fede. Nella sovranità di Dio, abbiamo la responsabilità di fare un chek-up continuo al nostro cuore per evitare di diventare sempre più indisposti nei confronti di Dio e della sua Parola, rischiando di allentare la presa sulla nostra testimonianza a Roma e di cessare di confidare nell’aiuto del Signore. Il salmo di Davide è un ottimo modello di preghiera che aiuta a svelare se il nostro cuore è ben disposto o meno nei confronti di Dio. Prego che nonostante il caldo rovente e torrido che ci rende spossati e indisposti, il nostro cuore continui ad essere spiritualmente fresco e ben disposto a esultare nel carattere del Signore, a credere nelle parole di Dio e a confidare nel suo aiuto.


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.