Vita piena o pasticciata? - Rivestiamoci della pienezza - Colossesi 3,10-15
In quanto italiani, abbiamo una particolare sensibilità quando si parla di moda. Per molti, vestirsi non è una semplice convenzione necessaria per apparire in pubblico, ma una questione ben più profonda. L’abito è considerato il riflesso di aspetti della propria identità, personalità e status sociale. Il nostro dress-code, volenti o nolenti, comunica qualcosa di chi siamo.
Scrivendo ai Colossesi, Paolo riprende il linguaggio legato ai vestiti. Evidentemente, come gli italiani, anche i Colossesi erano sensibili alla moda e in grado di cogliere il senso delle parole di Paolo. Anche nell’antichità, i vestiti comunicavano qualcosa della persona che gli indossava. Il greco si vestiva diversamente dal giudeo, lo schiavo dal libero, il cittadino romano dallo straniero barbaro, il civile dal soldato. L’identità non andava oltre il proprio vestito. Se nell’ambito del cibo, si dice “tu sei ciò che mangi”, in questo caso il motto era “tu sei quello che indossi”. Paolo mette in discussione questa cultura, sottolineando che i credenti non sono definiti in termini assoluti da ciò che indossano esternamente, ma dalla loro nuova identità spirituale che hanno indossato in Cristo. Non è il vestito esterno, ma il vestito dell’identità in Cristo, l’uomo nuovo, che informa tutto il resto.
1. Rivestiti della pienezza di Cristo…
Paolo riprende l’associazione vestito-identità per parlare spiritualmente di un altro tipo di dress-code, ben più radicale, pervasivo e stabile. C’è un tipo di vestito che indossavamo prima di conoscere Cristo – l’uomo vecchio - e un tipo di abbigliamento che ora indossiamo da quando abbiamo conosciuto Cristo – l’uomo nuovo. Nell’unione con Cristo, attraverso la fede, siamo stati spogliati dell’uomo vecchio e siamo stati rivestiti dell’uomo nuovo. Cristo è morto, noi siamo morti con Cristo agli elementi del mondo (Col. 2,20). Cristo è risorto, siamo stati riuscitati con Cristo (Col. 3,1). Siamo stati spogliati del vecchio uomo con le sue opere (Col 3,9) e siamo stati rivestiti della giustizia di Cristo (Col 3,10). Siamo nuove creature, non più vestite con i nostri stracci peccaminosi ma rivestiti con la perfetta giustizia del Figlio di Dio. La nostra completa e piena identità è Cristo: “Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!” (Gal 2,20)
Paolo scrive che “Cristo è tutto e in tutti” (Col 3,11). “L’uomo nuovo” è un tipo di abbigliamento che va oltre la materialità dei vestiti che indossiamo ogni giorno. Non è un accessorio. Non possiamo decidere di indossarlo la mattina per poi toglierlo e piegarlo la sera. Non è un tipo di vestito che ci copre parzialmente o momentaneamente. Non è un abito che viene cambiato a seconda delle occasioni. Non è un abito riservato a una sola cultura, a una particolare professione, a una specifica classe sociale. Tutti coloro che confidano nel Signore Gesù sono pienamente ed eternamente rivestiti del nuovo. Tutti coloro che ripongono la loro fede nel figlio di Dio, uniti a lui, diventano nuove creature.
Il credente è pienamente una nuova creatura. Possiamo cambiare il nostro abbigliamento esteriore, la nostra professione, la nostra abitazione, etc. ma non potremo mai cambiare il nostro status di nuove creature in Cristo. Siamo pienamente rivestiti della nuova identità in Cristo. Tutta la nostra persona è di Cristo. Lo Spirito Santo ha rinnovato il nostro cuore, la nostra mente e i nostri desideri a completa immagine di Cristo. Tutto di noi è stato rinnovato in Cristo.
Se Cristo è tutto e tutto di noi è stato rinnovato in Cristo, allora tutto dovrà essere compiuto alla luce di Cristo e della sua Parola: famiglia, amicizie, lavoro, scuola, tempo libero, cittadinanza etc.. Li vivi alla luce della pienezza di Cristo?
2. …adorniamoci del suo carattere…
Per grazia, siamo stati rivestiti della giustizia di Cristo attraverso la fede, e questo non viene da noi ma è un dono di Dio (Ef 2, 8). È nella nuova identità che abbiamo in Cristo, attraverso lo status di donne e uomini nuovi, che possiamo praticare la misericordia, la benevolenza, l’umiltà, la mansuetudine, la pazienza e il perdono. Anch’essi sono frutti da parte di Dio donati per mezzo dello Spirito Santo. Non solo ci è stata donata la salvezza in Cristo, non solo siamo stati pienamente rivestiti della giustizia di Cristo, ma ci è stato donato anche il carattere di Cristo. Siamo donne e uomini nuovi, amati dall’eternità da Dio, chiamati ad imitare Cristo e a somigliare sempre più a lui, adornandoci giornalmente dei suoi sentimenti e delle sue opere.
Mentre la rigenerazione è opera esclusiva di Dio in Cristo, la santificazione, il continuo rinnovamento a immagine di Cristo, necessita di un ruolo attivo da parte del credente. Nella salvezza, siamo stati rivestiti di Cristo e resi santi. Nella santificazione, con l’aiuto e il sostegno dello Spirito Santo, in comunione con la chiesa, siamo chiamati a un ruolo attivo nell’imitazione di Cristo. Siamo sì nuove creature, rivestite dell’uomo nuovo, ma questo non vuol dire che non avremo la tentazione di tornare ad indossare l’uomo vecchio e le sue opere. Pur rigenerati, nel cuore e nella mente, continuiamo ad avere frizioni giornaliere con il nostro vecchio uomo. Dio ci chiama ad annichilire giornalmente l’uomo vecchio e le sue opere, e ad adornarci ancora più riccamente del carattere di Cristo. Sapendo che questa tensione continuerà a coesistere fino al giorno della glorificazione.
Possiamo essere misericordiosi, perché Dio ci ha mostrato misericordia in Cristo, possiamo essere umili perché Cristo umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte di croce (Fl 2, 8), possiamo essere mansueti perché Cristo fu mansueto e umile di cuore (Mt 11, 29), possiamo essere pazienti e sopportarci l’un l’altro perché Dio lo è stato nei nostri confronti e lo è nei confronti dei non credenti (2 Pt 3,9); Possiamo perdonare perché Dio ci ha perdonati per primi. È solo nella nostra unione con Dio in Cristo, che possiamo imitare il suo carattere e adornarci dei suoi sentimenti.
Verso chi o in quale circostanza Dio ti sta chiedendo di esercitare più intenzionalmente i sentimenti di Cristo? È inconcepibile pensare di indossare sopra a un abito nuovo, pulito e profumato un abito sgualcito, macchiato e maleodorante. Quanto più dannoso è essere una nuova creatura in Cristo e coltivare i sentimenti e le opere dell’uomo vecchio anziché dell’uomo nuovo. Siamo più influenzati dalla cultura dell’uomo vecchio della città o dal nuovo abbigliamento del vangelo?
3. … e foderiamoci con i suoi moventi
Tutti gli ornamenti del carattere di Cristo rischiano di essere un “rame risonante” e un “cembalo squillante” se non foderati con l’amore per Cristo e di Cristo (1 Co 13,1). Nei vestiti, la fodera è il rivestimento interno che aiuta la vestibilità, protegge il tessuto, aumenta il comfort e aiuta la rifinitura. Possiamo avere anche il più bel vestito, ma se non è foderato internamente sarà brutto da vedere e scomodo da indossare. L’amore è la fodera che dà senso e scopo ai nostri ornamenti in Cristo. Esso è il collante e il movente che armonizza tutti i sentimenti che siamo chiamati ad esercitare. Senza amore le nostre azioni non gioverebbero a nulla e sarebbero vuote, fredde e inutili moralismi.
Insieme all’amore, siamo chiamati a foderarci con la pace di Cristo. Se l’amore è il movente, la pace è lo scopo che aiuta a nutrire l’unità fra i credenti. Siamo chiamati a ricercare la pace informata dall’amore e a desiderare essere in pace con tutti coloro appartenenti all’unico corpo di Cristo. Amore e pace devono essere accompagnati da un senso di gratitudine e riconoscenza per Dio e la sua chiesa.
Amore verso il prossimo e desiderio di pace emergono da un cuore che riconosce che questi sono stati i moventi di Dio. Dio ci ha amati in Cristo, noi possiamo amare in Cristo. Dio ci ha dato pace in Cristo, noi possiamo riposare nella pace di Cristo e ricercarla. Il tutto arricchito da un senso di gratitudine per ciò che Dio ha fatto e per il corpo di cui facciamo parte.
Grazie a Dio per occasioni dove esercitare sentimenti mossi dall’amore, basati sull’unità e ripieni di gratitudine. Pensiamo all’Agape appena avuto come occasione dove abbiamo potuto rivestirci di questi sentimenti. Pensiamo alle iniziative dell’alleanza evangelica come occasioni dove possiamo coltivare e coltivare amore, unità e gratitudine. Pensiamo alla nostra piccola realtà. Preghiamo il Signore affinché possiamo continuare a coltivare questi sentimenti, sia tra di noi che con altre realtà ecclesiali.
Rivestiti della pienezza di Cristo, adorniamoci dei suoi sentimenti e foderiamoci dei suoi moventi. Se queste parole ti risultano vuote è perché non ti sei spogliato dell’uomo vecchio. Non ti sei spogliato del vestito malandato e stracciato che hai addosso, pieno di ornamenti corrotti e foderato dall’amore per te stesso e non per Dio. Come il figliol prodigo, se riconosci di essere un peccatore e hai fede in Cristo e nella sua salvezza, potrai presentarti al Padre per essere rivestito della veste più bella, la perfetta giustizia di Cristo.