Vita piena o pasticciata? - Spogliamoci dei pasticci - Colossesi 3,5-9

Finora, nella nostra serie su Colossesi, abbiamo visto che la vita piena è data da, e vissuta per, Gesù—Colui al quale i cristiani appartengano. Attraverso di lui, e per mezzo di lui tutto esiste e tutto è sostenuto. Ma questa vita piena non arriva senza resistenza. Ci sono minacce reali che cercano di rubarci questa pienezza e di gioia. Ci sono minacce reali che cercano di confonderci, di riporci indietro in uno stile di vita pasticciata. E così, la Parola di Dio ci chiama ad aprire gli occhi-ad essere consapevoli, vigili, pronti.

I romani avevano un motto famoso: "Si vis pacem, para bellum", Se vuoi la pace, prepara la guerra. Lo scrisse un uomo di nome Vegezio, nel momento in cui Roma iniziava a crollare. La sua idea era semplice: il modo per avere pace…è prepararsi a combattere. E Paolo—scrivendo dal cuore dell'impero secoli prima—ci dice qualcosa di simile, ma con un significato diverso. Se vuoi la pace, prepara la guerra. Non una guerra con armi e soldati, ma una guerra interiore, una battaglia spirituale. Come scrisse Paolo agli Efesini: “il nostro combattimento, infatti, non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti” (Ef. 6,12).

C’è una battaglia. Una lotta quotidiana per il nostro cuore, una guerra che riguarda ciò che teniamo stretto dentro di noi. Per vivere davvero in pace e nella pienezza di vita che Cristo offre, dobbiamo essere disposti a combattere, pronti a "spogliarci dei pasticci" che ci portiamo dentro. Come un soldato che alleggerisce il proprio equipaggiamento prima della battaglia, anche noi dobbiamo liberarci da tutto ciò che ostacola la nostra libertà spirituale. E oggi, vedremo tre modi in cui la Parola ci invita a spogliarci dei pasticci: 1) Uccidi ciò che macchia il cuore, 2) Getta via ciò che rovina le relazioni, e 3) Non mascherare la tua fragilità.

1.     Uccidi ciò che macchia il cuore (5)
Dopo averci invitato ad aspirare alle cose di lassù e a fissare i nostri occhi su Cristo che regna, Paolo cambia tono qui nel terzo capitolo e usa un linguaggio forte, anzi violento. Perché questa violenza? Perché, mentre viviamo sospesi tra la redenzione già compiuta e il ritorno definitivo di Cristo, non ci troviamo in un periodo di pace spirituale, ma di guerra. C'è un conflitto costante tra lo Spirito e la carne. Non dobbiamo guardare lontano per trovare il nostro avversario, perché è dentro di noi: è la nostra carne, con i suoi desideri contrari allo Spirito.

Paolo non usa mezzi termini: “Fate dunque morire ciò che è terreno in voi” (v.5). Letteralmente, questa parola significa uccidere. La vita cristiana non è semplicemente un percorso di auto-miglioramento o gestione del peccato, ma è una chiamata radicale alla mortificazione del peccato. Questo comando è urgente e definitivo: Uccidi ciò che macchia il tuo cuore. E cosa dobbiamo uccidere? Paolo lo specifica chiaramente: “fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria”. Non si tratta di peccati lontani o astratti, ma di realtà quotidiane che spesso tolleriamo nelle nostre vite. La fornicazione include non solo rapporti sessuali fuori dal matrimonio, ma anche pornografia, fantasie nascoste e ogni forma di pensiero lussurioso (Matt 5,28). L'impurità comprende quello che permettiamo ai nostri occhi e alle nostre orecchie di assorbire: contenuti inappropriati, battute volgari, scrollare senza controllo, che alla fine ottundono e contaminano il cuore. Le passioni e i desideri cattivi riguardano quei sentimenti e pensieri di vendetta, rancore, controllo, che manteniamo vivi dentro di noi, anziché portarli alla croce per essere crocifissi con Cristo.  E poi c’è la cupidigia, cioè quell'insoddisfazione continua che ci spinge a volere sempre di più: più soldi, più attenzione, più comfort. Questo peccato non è solo avidità; Paolo dice chiaramente che è idolatria, perché sposta la nostra adorazione da Dio verso qualcosa di terreno e temporaneo.

Paolo insiste: queste cose non vanno semplicemente gestite, ma uccise. Non possiamo vivere una vita piena in Cristo se continuiamo a intrattenere ciò che fa guerra alla nostra anima. Questi non sono solo atti esterni, ma anche atteggiamenti interni, pensieri e desideri che macchiano il cuore. E Paolo ci avverte chiaramente che chi continua a camminare in queste cose attira su di sé l'ira di Dio. Chi vive così si identifica come figlio della disobbedienza. Ma coloro che appartengono a Cristo, i figli di Dio, vivono diversamente, camminano diversamente perché loro, per grazia, sono chiamati a essere figli dell'obbedienza.

Uccidi ciò che macchia il cuore. E come lo facciamo? Come dice Romani 8,13: “Se per mezzo dello Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete”. Questo atto militare è opera dello Spirito Santo quando rispondiamo con obbedienza alla nostra nuova identità in Cristo. È un principio fondamentale della vita cristiana: la mortificazione del peccato, per mezzo della potenza dello Spirito e della Parola, porta alla vita. Si vis pacem, bellum fac! Se vuoi pace, fai guerra spirituale! Ci deve essere una politica di tolleranza zero nei confronti del peccato. La Scrittura è la spada dello Spirito da usare contro la nostra carne. Come esempio, quando sorgono pensieri lussuriosi, ricordiamo la Parola di Dio, come chiede Proverbi 6,27: “Uno si metterà forse del fuoco in petto senza che i suoi abiti si brucino?” Il peccato ci brucia, non ci soddisfa in mode pieno. Poi professiamo la Parola di Dio con fede, come nei Colossesi 2,10: “voi avete tutto pienamente in Cristo”. E poi confessiamo: “Signore, perdonami e aiutami! Soltanto in te trovo vera pienezza, perché sono già completo e soddisfatto in te”. Lasciamo così che lo Spirito crocifigga i nostri desideri peccaminosi con la verità di Dio.

Fratelli e sorelle, non illudiamoci. I nostri desideri carnali non sono neutri. Sono veleno per il cuore, bombe che minano la gioia e la libertà che Cristo ci ha donato. Non vanno gestiti, giustificati o nascosti sotto il tappeto. Vanno affrontati radicalmente: confessati e uccisi. Chi è risorto con Cristo e nascosto in Lui non è stato salvato per vivere nella pasticcia del peccato. Uccidiamo ciò che sporca il nostro cuore! Vivere pienamente in Cristo significa combattere senza compromessi ciò che ci contamina dentro, per il bene della nostra anima, e anche per il bene delle nostre relazioni.

2.     Getta via ciò che rovina le relazioni (7-8)
Nei versetti 7 a 8, Paolo sta dicendo che i cristiani non camminano più volentieri in quei peccati. Era il vecchio modo di camminare, la vecchia uniforme che indossavano. Quei peccati sono i vecchi accessori del nostro guardaroba, un guardaroba di morte. Il versetto 7 dice: "E così camminaste un tempo anche voi, quando vivevate in esse". Sentite? È tutto nel passato. Una volta camminavamo tutti in questo modo. Una volta vivevamo tutti in questo modo. Ma ora non è più la nostra strada. Abbiamo cambiato strada. È arrivato un cambiamento chiaro e deciso, senza mezze misure. Perciò, come dice il versetto 8, ora tutti voi deponete queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene. Toglietevele! spogliatevi di esse, gettatele via! C'è un'azione visibile, un'azione intenzionale e radicale. Getta via ciò che rovina le relazioni.

Guardate questa camicia. È macchiata di olio. È macchiata di sudore. È sporca e... È davvero puzzolente! Questa è la camicia di Nazario che indossa al lavoro. Ora, guardate a lui, e come sembra così pulito. Nazario, qual è la prima cosa che fai quando finisci di lavorare prima di andare ad abbracciare tua moglie, Catrin? Fai una doccia? Speriamo, si! Bambini, dopo che Nazario ha fatto la doccia, pensate che si rimetta questa camicia? No! Chi lo farebbe? Nessuno! Sarebbe assurdo. Ma spiritualmente è esattamente quello che facciamo quando, dopo essere stati lavati in Cristo, ci ricopriamo di nuovo di rabbia, cattiveria e parole velenose verso gli altri. Invece di tornare alla vecchia camicia sporca, Dio ci invita ogni giorno a ricordare e riposare nel fatto che siamo rivestiti della nuova umanità, rinnovata secondo l’immagine di Gesù. Cristo ci ha già rivestiti della sua giustizia e ci dà uno Spirito nuovo: perché allora tornare ai vecchi panni?

Di nuovo, non si tratta di piccoli peccati. L’ira, collera, malignità, calunnia, parole oscene rovinano le relazioni. Sono cose che distruggono le amicizie, avvelenano i matrimoni, dividono le chiese. Non c'è vita piena quando tolleriamo cose che seminano divisione, sfiducia e amarezza tra di noi. Non c'è testimonianza piena quando cantiamo con gioia in chiesa e poi rapidamente ci riempiamo di rabbia verso gli altri a casa, in ufficio, in pubblico, o quando malediciamo le persone nel traffico.

Qui Paolo non ci dà un elenco da compilare passo dopo passo: prima l’ira, poi la calunnia, e dopo le parole oscene. No, ci invita a gettare immediatamente via le cose che rovinano le relazioni. Dice: Spogliatevi di ciò che non fa più parte della vostra nuova identità in Cristo! Comportamenti come l'ira e la maldicenza sembrano piccoli dettagli, ma rovinano l'intero abbigliamento della fede. La malizia, l'ira e le parole velenose sono come un grembiule incrostato di Lauren dopo ore in cucina; come la camicia sporca di Nazario, come i pannolini sporchi di Neemia e Giosia—non appartengono alla nuova vita in Cristo.

Se si tratta di qualcosa che rovina l'amore tra fratelli e sorelle, buttatelo via. Perché? Perché non siamo più quella persona. Non siamo più percorrendo quella strada. Smettiamo di portare con noi ciò che appartiene a una vita che non è più nostra. PUNTO! Adesso la nostra vita non è nostra, ma appartiene a Cristo (1 Cor. 6,19-20). Quindi, getta via ciò che rovina le relazioni!

3.     Non mascherare la tua fragilità (9)
Ma non sono solo la rabbia o le parole velenose a rovinare le relazioni e le testimonianze. A volte il danno più profondo non viene da ciò che facciamo, ma da ciò che nascondiamo. Possiamo spogliarci di certi comportamenti esterni, ma continuiamo a indossare una maschera. E così, senza gridare o ferire con le nostre parole, costruiamo muri tra di noi, perché non siamo disposti a camminare nella verità. Paolo lo sa bene e fu onesto. Paolo stesso dice in Romani 7 che, pur amando la legge di Dio nel suo cuore, sentiva un'altra forza dentro di sé, una—legge che lottava contro la sua mente.

Fratelli e sorelle, se l'apostolo Paolo ha vissuto questo conflitto, non dobbiamo sorprenderci di trovarci in battaglia ogni giorno. Ma, sappiamo che in Cristo, la vittoria è già stata vinta e assicurata, ma quanto spesso mascheriamo le nostre lotte e i nostri fallimenti? Dopo averci detto di allontanare l'ira e la malizia, dice nel verso 9: "Non mentite gli uni agli altri,…". Perché? “Perché vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue opere“. Perché lo Spirito di Dio ha eliminato l'uomo vecchio con le sue opere.

"Non mentite gli uni agli altri,…" Mentire non significa solo dire qualcosa di falso. Significa anche nascondere chi siamo veramente. Significa ingannare. Significa coprire la verità. È quello che facciamo quando diciamo "va tutto bene", quando in realtà il nostro cuore è spezzato; quando diciamo "io sto bene" ma continuiamo a cadere negli stessi schemi di peccato; quando diciamo "tutto okay" ma siamo sepolti nella nostra vergogna. Si tratta di indossare una maschera per apparire forti, spirituali, in controllo.... Paolo disse, non mentire…Non mascherare la vostra fragilità!

Fratelli e sorelle: La nostra nuova identità in Cristo non ha bisogno di filtri o di pretese. 2 Corinzi 12,9 ci ricorda che la potenza di Dio è resa perfetta nella nostra debolezza. Non dobbiamo nascondere le nostre crepe: è lì che la grazia di Cristo risplende di più. Negare i nostri fallimenti—coprirli perché pensiamo che "il danno sarebbe troppo grande se dicessi la verità"— questo è un modo sottile ma reale di negare la potenza della grazia di Dio. È come dire: “Il mio peccato è troppo grande per l'amore di Dio e per la sua capacità di toglierlo e di guarirmi”. Ma questo non è vero. Quando nascondiamo il nostro peccato, eleviamo la nostra menzogna al di sopra della potenza dell'amore di Cristo di salvarci da esso. È una forma di incredulità.  

Invece, Paolo ci ricorda chi siamo ora: "Vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue opere". È un'opera completata grazie a Cristo e alla potenza dello Spirito. Quando ci siamo uniti a Cristo, ci siamo già spogliati di quella vecchia identità! Ci siamo spogliati di quella camicia puzzolente e sporca! Siamo stati rivestiti della giustizia di Cristo. Ciò significa che la vergogna non ci appartiene più. Le maschere non sono più necessarie. Possiamo confessare i nostri peccati. Possiamo ammettere le nostre debolezze e chiedere aiuto ai nostri fratelli e sorelle in Cristo, cosicché possono ricordarci, come io vi ricordo ora...

Fratello e sorella, Cristo ha obbedito perfettamente al tuo posto. Ha preso la tua vergogna sulla croce. E proprio per questo motivo che ora puoi vivere nella verità, confessare con libertà, e camminare nella luce di Dio. Non mascherare la tua fragilità! Spogliamoci dei pasticci! La vita piena è quella in cui non ci si deve più nascondere. La chiesa non è un teatro di facciata, ma una famiglia, dove si può dire la verità e trovare la grazia di Dio.

In conclusione:
Fratelli e sorelle, una vita piena in Cristo non è una vita senza lotte, ma una vita in cui sappiamo cosa fare con i pasticci: Non li accarezziamo. Non li giustifichiamo. Non li nascondiamo. Al contrario. Li uccidiamo, li buttiamo, li confessiamo nella potenza dello Spirito Santo.  Abbiamo visto insieme che uccidiamo ciò che macchia il cuore, perché il peccato è veleno travestito da piacere. Che dobbiamo buttare via ciò che rovina le relazioni, perché la rabbia e la maldicenza non fanno parte dei nostri nuovi abiti. E dobbiamo smettere di mascherare la nostra fragilità, perché in Cristo non c'è più vergogna da nascondere, ma verità da vivere.

Nessuno, dopo essersi lavato, indosserebbe qualcosa che puzza ancora di vecchio e di sporco. Allora, perché farlo spiritualmente? In Cristo, siamo già stati lavati. Siamo già stati vestiti con qualcosa di nuovo... la giustizia di Cristo. Quindi, spogliamoci dei pasticci. Ci faccia male. Ci impedisce di godere della bellezza della comunione con Dio e con gli altri. Non ci spogliamo per guadagnarci l'amore di Dio, ma perché lo abbiamo già ricevuto. Qual è la nostra motivazione... l'Amore di Dio in Cristo Gesù. È Lui che ha pagato per ogni nostra menzogna, anche se non ha mai mentito. Abbiamo gettato i nostri sguardi su altri con lussuria, ma lo sguardo di Gesù era saldamente fissato sul Padre, che soddisfa veramente i nostri cuori. È stato condannato come infedele, quando erano i nostri pensieri a essere colpevoli di adulterio, non i suoi.  

Gesù Ha pagato il prezzo per i nostri peccati, contro sé stesso, in modo che invece di affrontare la morte e di essere perduti per sempre, potessimo essere perdonati e ristabiliti nell'amore di Dio. Così che potessimo essere liberati da tutti questi pasticci che ci hanno meritato la morte. Gesù ha vissuto una vita perfetta. È morto con il peso dei nostri pasticci sulle spalle e ha indossato i nostri panni sporchi sulla croce. E quando è risorto, ha lasciato quella vecchia camicia nella tomba. Ora siamo liberi; liberi di essere onesti e trasparenti; liberi di vivere una vita piena; ponteziati di combattere e uccidere il peccato che non si impossessa più della nostra vita.

Oggi il Signore ti invita a rispondere. C'è un peccato che ti sta a cuore? Trova la pace e, per fede, fagli guerra! Uccidilo! C'è qualcosa che devi buttare via? Con la potenza dello Spirito, gettalo via! C'è una sfida o debolezza che state evitando di confessare? Allora venite a Cristo per fede. Confessi i tuoi peccati e chiedigli di salvarti. Vieni a uno di noi dopo il culto, confessi che hai bisogno di aiuto. Gesù non ti chiede di essere perfetto prima, e nemmeno noi: Gesù ti invita a permettergli di spogliarti del tuo vecchio pasticcio, perché lui stesso vuole rivestirti di nuovo nella sua giustizia perfetta. Gesù ha pagato per la tua vita pasticciata, e ti offre la pienezza della sua vita. Che decisione prendi?


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.