Salmo 136 - Un’estate per lodare il Signore
L’estate, nel nostro Paese, è un momento caro: un tempo che tutti aspettano con ansia e che tutti salutano a malincuore.
Non so se conoscete quella canzone: “L’estate sta finendo”. La ascoltavo con tristezza ogni anno, quando le vacanze finivano e, con la mia famiglia, ci preparavamo a tornare in paese, dopo un’estate insieme nella casa al mare.
In effetti, tutti facciamo fatica a lasciar andare questa stagione. Non solo perché andiamo al mare o perché non andiamo a scuola per due mesi, ma perché, se ci pensiamo bene, l’estate è da sempre un tempo di celebrazione. In estate, ovunque andiamo, c’è qualcosa o qualcuno da celebrare.
Leggevo un articolo che raccontava come, nell’antica Roma, in estate si celebrassero la fine dei lavori agricoli e il riposo dei contadini, in onore dell’imperatore Augusto. Mi ha fatto pensare a come, a Roma, ogni posto di lavoro rallenti ed inizino i festeggiamenti e gli eventi. Alle porte dell’estate, alcuni miei colleghi hanno celebrato il Napoli per la vittoria dello scudetto; altri, più avanti, hanno festeggiato la vittoria di Jannik Sinner al torneo di Wimbledon. Abbiamo celebrato compleanni, matrimoni e momenti di vario genere.
Insomma, consapevoli o meno, quest’estate abbiamo celebrato qualcosa o qualcuno. Ma leggendo il Salmo 136, la domanda sorge spontanea: in mezzo a tutte queste celebrazioni, abbiamo celebrato il Signore? Abbiamo lodato il suo nome?
Il Salmo che abbiamo appena letto ci invita a farlo: “Celebrate il Signore perché egli è buono, perché la sua bontà dura in eterno.” In tutto il testo è sottolineato come l’eterno amore di Dio, nel suo patto, sovrabbondi verso tutta la sua creazione, nel corso della storia.
Il salmista, dall’inizio alla fine, ci dà almeno due ragioni per le quali possiamo e dobbiamo celebrare il Signore:
Perché il Signore è buono sempre.
Perché Dio è Signore della storia, loro e nostra.
1. Dio è buono sempre
È molto probabile che il popolo di Dio cantasse questo Salmo alla fine dei loro pellegrinaggi verso Gerusalemme, proprio in risposta al Salmo 134, che è l’ultimo dei Salmi di ascensione ed è un invito alla lode. Il Salmo è strutturato così: ad ogni verso viene ricordato chi è Dio e quali opere ha compiuto; poi, a seguire, troviamo il ritornello di risposta: “perché la sua bontà dura in eterno.”
Non è un caso: la bontà di Dio è sempre espressa in ogni sua opera, tanto nella creazione quanto nel suo piano di redenzione. Il salmista ricalca questa realtà, palesandola nel testo ad ogni verso, per sottolineare che Dio è buono sempre!
Fin dai primi versi ci viene ricordato: “Celebrate il Signore dei signori”, “colui che solo opera grandi prodigi”, “colui che ha fatto con sapienza i cieli”, “colui che ha steso la terra sopra le acque.”
Il Signore, insomma, è il Creatore: colui che ha fatto i cieli e la terra, e colui nel quale tutto sussiste. La sua bontà è sovrabbondante nella creazione e, per questo, Lui, sopra tutti, è meritevole della nostra lode.
Per questo ti chiedo anch’io: stai lodando il Signore per la sua bontà? Lui è colui che provvede, colui che ci ha creati e ci ha donato ogni cosa. L’estate sta finendo e, se ci guardiamo intorno, ci sono ancora molti momenti da celebrare.
Questa sera, per esempio, spero di celebrare la vittoria di Sinner agli US Open. Siamo in forse: le performance degli uomini hanno alti e bassi. Ma le performance di Dio sono costanti: Dio non cambia, è sempre buono!
Certo, è legittimo e giusto celebrare il frutto del nostro lavoro, ammirare il talento di qualche sportivo, festeggiare l’arrivo di una figlia o il superamento di un esame. Ma tutte queste cose vengono da Lui. Per questo è a Dio che va la lode. Le nostre opere passano e non sempre sono buone, mentre l’opera del Signore è sempre buona.
Dio creò “e vide che questo era buono.” Nel libro dei Proverbi 19:21 leggiamo: “Ci sono molti disegni nel cuore dell’uomo, ma il piano del Signore è quello che sussiste.”
Il problema è che, proprio come al tempo degli antichi Romani, dove si celebrava la fine dei lavori agricoli in onore dell’imperatore Augusto, viviamo in una società dove è l’uomo ad essere lodato e non Dio per la sua bontà. Non era Augusto che faceva crescere il raccolto, né al suo tempo né oggi. È il Signore che, nella sua bontà, fa crescere. È il Signore che dà un ordine alle cose. È il Signore che intesse la vita nel grembo materno. È Lui che opera grandi prodigi!
Noi tendiamo a celebrare l’uomo, come se tutto questo fosse opera delle sue mani. La verità è che ci fa comodo dimenticare la bontà di Dio. Perché negare la bontà di Dio è un modo per nascondere la nostra malvagità. Se Dio non fosse buono, allora saremmo scusati nel celebrare noi stessi. Negare o ignorare la sua bontà e la sua signoria è un modo per nascondere il nostro peccato, un modo per vivere in tranquillità glorificando noi stessi.
Non farlo. Riconosci il tuo peccato davanti al Signore, e sarai perdonato, perché Egli è buono sempre! Anche noi, la sua chiesa che per fede abbiamo sperimentato la sua bontà, spesso non la neghiamo, ma la dimentichiamo, proprio come il popolo di Israele a suo tempo. Come se questa bontà fosse per un tempo e variabile in base alle situazioni che viviamo. Così la nostra lode si sposta… e le nostre vite si impoveriscono.
Ma gloria a Dio, perché la sua bontà non si ferma! Dio è buono sempre, e non smette di esserlo con noi a causa del nostro peccato. Lui ci corregge e ci conduce proprio come ha fatto in passato. Dio continua ad essere buono quando, come chiesa, affrontiamo la discriminazione in quanto minoranza. Dio è buono anche quando, nei nostri lavori, siamo vittime di situazioni ingiuste. Dio è buono in qualunque situazione ci troviamo, sempre e comunque, perché non è Lui a far parte della nostra storia, ma è Lui che ne ha in mano le redini.
2. Dio è Signore della storia
Dio è buono sempre, perché è il Signore della storia, loro (del popolo di Israele) e nostra.
Il salmista, dal verso 10 fino al 22, loda la signoria di Dio nella storia, raccontando di quando Israele fu liberato dalla schiavitù degli Egiziani con opere potenti: quando il Mar Rosso si aprì in due davanti a loro (v. 14) e nel deserto vennero sfamati per 40 anni con la manna dal cielo, per poi arrivare a Canaan, la Terra Promessa. In ognuno di questi momenti, il Signore operò in modo straordinario, mostrando che Lui è il Signore di ogni storia!
Sicuramente potremmo e dovremmo spendere più tempo nell’approfondire le opere di Dio qui elencate. Ma ciò su cui possiamo riflettere oggi è che il Signore ha mostrato abbondantemente la sua bontà nel passato e continua a mostrarla oggi a noi.
Il salmista non si è fermato ad elencare i prodigi di Dio: sarebbe stato sufficiente. Ma ha continuato al verso 23 dicendo: “Colui che, nella nostra umiliazione, si ricordò di noi”, “colui che ci liberò dai nostri nemici”, “e dà cibo a ogni creatura.” Perché la sua bontà dura in eterno.
Qui comprendiamo che il Dio di allora non è lontano. Il Dio dei grandi prodigi è il nostro Dio: Lui si ricorda di noi. Infatti, tutti questi eventi prefiguravano un’opera ancora più grande, che ha influenzato la storia di Israele ieri ed influenza la nostra storia oggi: l’opera redentrice di Gesù Cristo sulla croce!
Dio si è ricordato anche di me e di te. Ci ha visti nella schiavitù del nostro peccato, ha visto la nostra impossibilità di riconoscere la sua bontà, e per questo ci ha mandato il Salvatore Gesù Cristo, l’unico che poteva salvarci. Lo Spirito Santo, ancora oggi, apre i nostri occhi ciechi e ci nutre con il pane della vita – la sua Parola – donandoci la vita eterna a motivo della sua grazia.
Applicazioni finali
La città di Roma ha bisogno di ascoltare questo messaggio, perché viviamo in un contesto dove tante cose vengono celebrate, ma non la signoria di Cristo. Siamo circondati da luoghi dove ogni domenica vengono celebrati culti fatti di tradizioni e forme liturgiche vuote.
Nel Vangelo di Matteo leggiamo al capitolo 15, versetto 8: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me.” La città di Roma è piena di questa falsa lode. Sono molti a lodare il Signore con le labbra, ma pochi a celebrarlo con la propria vita.
Come chiesa, rischiamo di non essere da meno. Nella lettera ai Colossesi 3:1-3 leggiamo: “Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.”
A volte, nella nostra quotidianità, affrontiamo momenti di sconforto e difficoltà impensabili. Ma se siamo focalizzati solo su quello che abbiamo davanti, dimentichiamo ciò che Cristo ha fatto per noi o pensiamo che non abbia importanza.
Nelle nostre piccole storie quotidiane, a volte ci approcciamo a questa realtà con superficialità, dandola per scontata, quasi a dire che Dio è buono… ma non abbastanza. Ma celebrare Dio significa molto di più del semplice lodarlo con le parole. Lodare Dio significa ringraziarlo per la sua bontà e aspirare alle cose di lassù, mentre siamo impegnati quaggiù nelle nostre varie e diverse chiamate.
Perché solo quando lo celebriamo, allora i nostri occhi si aprono davanti alla sua bontà e le nostre vite vengono trasformate. Siamo chiamati a vivere con lo sguardo verso l’alto, così troveremo la gioia perché vedremo il Signore della storia.
Intorno a noi ci sono molte situazioni davanti alle quali ci sentiamo piccoli. Vedere la celebrazione tenutasi in Cina qualche giorno fa desta preoccupazione in tutto l’Occidente. La guerra in Ucraina è ancora molto calda e la situazione a Gaza è terribile.
E, seppure questi eventi possono intimidirci, Dio rimane Signore della storia ed è Lui ad avere l’ultima parola. Infatti, la sua chiesa, che è presente in tutte le culture, in ogni parte del mondo, continua a lodarlo. Perché il Signore è buono e fedele alle sue promesse.
Dio è Signore della storia e porterà a compimento il suo piano redentivo quando Cristo tornerà nella sua veste di gloria.