Un'estate per ... ammirare il creato e lodare il creatore - Salmo 104

 
 

Predicatore: Davide Ibrahim
Una settimana fa è venuto a mancare Piero Angela, un grande divulgatore scientifico che con i suoi documentari televisivi è riuscito per decenni a riservarsi un posto d’onore nei soggiorni degli italiani, mostrandoci e spiegandoci, con la semplicità e chiarezza espositiva che lo contraddistingueva, le meraviglie naturali del mondo che abitiamo. Dalla scienza alla biologia, dalla fisica all’astronomia, dalla medicina alla biotecnologia, dalla chimica alla psicologia, Piero Angela è riuscito a raccontarci le scoperte e i progressi scientifici dell’uomo e a portarci insieme a lui in giro per il mondo per scoprire e ammirare dal nostro comodo divano la variegata ricchezza e complessità della natura.

Pur avendo il merito di aver reso più accessibile il mondo scientifico a milioni di italiani, Angela si è focalizzato così tanto sul mondo creato tralasciando il vero ed effettivo protagonista: Dio, il sommo Sovrano della Terra. Pur avendo parlato in diversi documentari delle materie prime e dei sistemi di produzione, non ha mai accennato al Signore, il vero Provveditore del mondo. Pur avendo illustrato dettagliatamente ogni aspetto del corpo umano, dalla nascita alla morte, e le proprietà che mantengono gli organi vigorosi e funzionanti, non ha mai fatto riferimento al Dio uno e trino che dona e sostiene la vita. Il creato è stato elevato al di sopra del Creatore e la creatura, inconsciamente o consciamente, è stata adorata e servita al posto del Creatore (Rm 1, 25).

Il salmo di oggi ci aiuta a riprendere e a rinnovare la giusta prospettiva biblica, la quale non annulla la scienza e i suoi progressi, ma chiama ad osservare e studiare il creato sottomettendosi al Creatore e ai suoi parametri. Non scoraggia vocazioni nell’ambito scientifico, ma incoraggia scienziati, medici e astronauti, per citarne solamente alcuni, ad analizzare il creato con gli occhi della parola di Dio. Il risultato è avere un atteggiamento sobrio di fronte al creato: né troppo basso da sfruttarlo avidamente e arrogantemente, né troppo alto da renderlo un “dio ecologico” da idolatrare.  Il Salmista ammira la creazione, e sospinto dallo Spirito Santo, non può far altro che riconoscere la grandezza e la potenza del Signore. La sua anima straripa di adorazione e lode verso colui che è degno di ricevere ogni gloria. Oggi siamo invitati anche noi a esortare la nostra anima e tutto il nostro essere a benedire il Sovrano della Terra, esultare nel Provveditore del Mondo e cantare al Sostenitore della vita, consci che il creato è opera delle sue mani e che esso è un dono di cui godere e un mezzo per glorificare il nostro Dio.

1.     ANIMA MIA, BENEDICI IL SOVRANO DELLA TERRA!
Il salmista inizia il canto lodando Dio per il suo splendore e la sua maestà. Pur non potendolo vedere fisicamente, egli percepisce attraverso le sue opere “le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità” (Rm 1, 20). Egli è il Sovrano indiscusso della creazione: “il cielo è il suo trono e la terra è lo sgabello dei suoi piedi (Is, 66:1)”. Egli è il Re che governa la Terra e che dimostra la sua grandezza attraverso il dominio assoluto sulle opere delle sue mani.

Gli elementi naturali sono sottomessi alla sua sovranità. Le metafore utilizzate dal salmista comunicano chiaramente che Dio è il sovrano che controlla ogni elemento naturale della creazione. Egli è il Re che domina il creato e rivela se stesso attraverso di esso: la luce è la sua veste, i cieli sono la sua tenda, le acque le sue stanze, le nuvole i suoi carri, i venti i suoi messaggeri e le fiamme i suoi ministri (vv 2-4). Tutto ciò che ci circonda testimonia della sua persona e della sua azione nel mondo Il Signore non si è dimenticato del mondo da lui creato e non lo ha lasciato in balia del caso.  Pur essendo separato e diverso dal mondo, egli lo governa tutt’ora e utilizza gli elementi della sua creazione per testimoniare parte del suo essere.

Egli continua a governare la Terra e a impartire i suoi ordini. Con la parola ha decretato e creato (cfr. Gn 1) e con la parola governa e decreta. Egli ha stabilito le leggi fisiche che regolano il moto delle acque, i loro limiti e percorsi, ed esse permangono in questa condizione perché egli continua a regnare sovranamente (vv. 5-10). Egli ha creato la luna attraverso la quale stabilisce le stagioni e illumina la faccia della terra, e Il sole che continua a tramontare e sorgere secondo precise leggi astrofisiche (v. 19). Egli è colui che fa tremare la terra e che fa fumare i monti secondo il suo volere (v. 32).

Sapendo questo, possiamo confidare totalmente nella sovranità di Dio. Anche quando gli eventi sfuggono al controllo dell’uomo, sappiamo che Il Signore è in controllo e possiamo confidare nella sua azione. Tanto per gli eventi naturali quanto per gli eventi delle nostre vite.

Così per la siccità che ha colpito e sta colpendo l’Italia negli ultimi mesi causando penuria di raccolto. Leggiamo che in principio “alla minaccia di Dio le acque si ritirarono, al fragore del suo tuono fuggirono spaventate” (v. 7), e che tutt’ora è lui che fa “scaturire fonti nelle valli ed esse scorrono tra le montagne” (v. 10). Nemmeno la siccità è un evento fuori dal suo controllo!

Così per le nostre vite personali. Colui che domina sulla terra, è anche il Sovrano delle nostre vite. Colui che agisce attraverso la natura, è lo stesso Signore che opera nelle nostre vite. Colui che ha decretato il movimento delle acque, i cicli della luna e del sole, è il Re onnipotente che ha decretato ogni situazione che viviamo e sperimentiamo.

Con questo in mente e in cuore, in quanto credenti, quando ammiriamo il cielo stupendo di Roma ricco di sfumature e colori impareggiabili, ci ricordiamo di benedire il nome del Signore per la sua sovranità che esercita sul creato e sulle nostre vite? Tu invece che fino ad oggi non hai magari mai riflettuto sul Dio creatore e sovrano del mondo, ti rendi conto che “i cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani” (Sl. 19,1) e che quindi sei inescusabile davanti al suo giudizio?

2.     ANIMA MIA, ESULTA NEL PROVVEDITORE DEL MONDO!
Il Signore non è solo il Sovrano della Terra, ma anche il Provveditore del Mondo. Attraverso gli elementi della sua creazione, Egli provvede per il benessere delle sue creature. L’acqua da lui creata è l’elemento essenziale e necessario che garantisce la sopravvivenza degli animali (vv. 11-12) e fa crescere le piante (v. 13), ma è Il Signore che in ultima analisi provvede questi elementi. È il Signore che attraverso la pioggia “fa germogliare l’erba per il bestiame” e “le piante per il servizio dell’uomo” (v. 14).  Il Signore si prende cura tanto degli animali e delle piante quanto dell’uomo. È a Lui che la creazione si rivolge per ricevere il suo cibo quotidiano. Che sia pioggia per le piante, una preda per i leoncelli o cibo per l’uomo, è a Lui che lo sguardo deve essere rivolto. È solamente grazie alla provvisione di Dio che possiamo gustare con gratitudine i vini che arricchiscono le nostre tavole, l’olio che insaporisce i nostri piatti e il pane fresco che utilizziamo per la scarpetta (v. 15). Certamente, non è lui in prima persona che imbottiglia il vino o raccoglie le olive dagli alberi, ma è Lui che nella sua grazia comune dona all’uomo la possibilità di utilizzare le ricchezze della natura per godere della vita e beneficiare il prossimo. Il Signore oltre a provvedere al cibo, ha assicurato alle sue creature luoghi sicuri (vv. 18) dove abitare e ha scandito il tempo suddividendo le giornate periodi di luce e di buio per assicurarci un giusto equilibrio tra lavoro e riposo (vv. 19-22). Quanti motivi abbiamo di esultare nel Provveditore del Mondo!

Se da una parte il Signore è da lodare per la sua continua provvidenza, dall’altra, l’uomo è da riprendere per la sua sprovvedutezza e il suo egoismo. La guerra in Ucraina ci mostra la malvagità e il peccato dell’uomo, e la sua insensibilità nei confronti della provvidenza di Dio. Il conflitto, iniziato ormai quasi sei mesi fa, ha prodotto carenze di gas e di grano, due elementi naturali fondamentali per la sopravvivenza di interi paesi. La siccità ha rimesso in discussione la grande quantità di acqua che viene sprecata giornalmente. L’inquinamento dell’atmosfera sta portando al surriscaldamento del pianeta e al conseguente scioglimento dei ghiacciai, tra cui quello della Marmolada che ha causato la morte di dieci persone. Tutte queste sono conseguenze del peccato che ha degradato la natura e ha corrotto il cuore dell’uomo. Il peccato porta l’uomo a sfruttare avidamente il creato e a maltrattarlo perché egli si pensa il centro dell’universo. L’uomo peccatore non si sottomette al Sovrano della terra e al Provveditore del Mondo, e non utilizza responsabilmente e altruisticamente gli elementi naturali provveduti dal Signore generosamente.

In principio l’uomo è stato chiamato a riempire la terra, a renderla soggetta e dominare sulla natura e sugli animali responsabilmente (Gn 1, 28-30). Ma purtroppo, il mandato perfetto del Signore è stato totalmente corrotto dal peccato: il suolo è stato maledetto, l’uomo ha cominciato a raccogliere il frutto con affanno e il terreno ha prodotto spine e rovi (Gn 3, 17). Ciò che Dio aveva perfettamente provveduto, l’uomo lo ha sprovvedutamente perso.

Ma l’errore che il primo Adamo aveva commesso è stato corretto una volta e per sempre dal secondo Adamo, Gesù Cristo, Dio Figlio. Dio Padre ha provveduto la salvezza attraverso Dio Figlio, il quale con la sua morte ha risanato il rapporto dell’uomo con Dio e dell’uomo con la creazione, pagando il prezzo del peccato al posto nostro. Da essere inescusabili davanti al Creatore, siamo stati giustificati attraverso il sacrificio di Gesù Cristo.

È in Cristo che la creazione è stata redenta e restaurata, e attende la totale liberazione “dalla schiavitù della corruzione” (Rm 8, 19). Con questa prospettiva rigeneratrice, siamo chiamati a usufruire con avvedutezza e altruismo della provvisione del Signore. Impegniamoci, con l’aiuto di Dio Spirito Santo, a fare scelte quotidiane che riflettono l’atteggiamento di persone redente che sanno di aver ricevuto un dono meraviglioso da maneggiare con cura e rispetto, e non comportiamoci come i figli delle tenebre ciechi davanti alla provvidenza di Dio. La transizione ecologici di cui tutti parlano ultimamente non è una novità rispetto a questo salmo. È già qua che il Signore ci mostra che egli è il provveditore delle ricchezze della natura e che l’uomo è chiamato ad utilizzare e a beneficiarne responsabilmente perché esse sono un dono dato all’umanità per il suo sostentamento e la sua crescita. Allora, chiediamoci se le nostre scelte sono determinate dalla cultura che ci circonda o guidate dalla parola di Dio. La nostra anima esulta nel Signore che provvede ciò che ci è necessario? (Pr 30, 8) Le nostre azioni riflettono responsabilità e cura nei confronti delle ricchezze del Signore?

3.     ANIMA MIA, CANTA AL SOSTENITORE DELLA VITA!
Il Signore è Sovrano, Provveditore e anche Sostenitore della vita! È lui che dà la vita e la sostiene finché vuole e desidera. In principio, “Dio il Signore formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente” (v. Gn 2,7). È in virtù del sostegno del Signore che noi continuiamo a respirare e a vivere. Se il Signore ci privasse della sua presenza, saremmo completamente smarriti e vagheremmo nella valle dell’ombra della morte senza speranza. Se ritirasse il suo fiato, moriremmo e ritorneremmo ad essere polvere (v. 30). La nostra vita è nelle mani di Dio e il salmista è ben conscio che siamo polvere e polvere ritorneremo (Gn 3,19). Ma nel frattempo, finché egli avrà vita ed esisterà, canterà al Signore e salmeggerà al suo Dio (v. 33).

Nonostante sia innegabile che grazie a Dio siamo vivi fisicamente, prima di conoscere Dio in Gesù Cristo eravamo morti spiritualmente. Quando l’uomo peccò venne cacciato dalla presenza di Dio e vagò nel deserto della vita commettendo tutto ciò che era contrario alla legge santa del Signore. Eravamo morti spiritualmente e lontani da Dio, ma la fede nella morte del Signore Gesù ci ha risvegliati dal nostro torpore e ci ha vivificati e rigenerati per mezzo di Dio Spirito Santo. Eramo morti nei nostri peccati, ma siamo stati risuscitati spiritualmente in Cristo. E ora il nostro spirito, la nostra anima, attesta con lo Spirito di Dio che siamo figli di Dio e possiamo chiamare il nostro Signore “Abba, Padre!” (Rm 8, 16).

Per i figli di Dio questa verità rimette tutto in prospettiva. La nostra vita non è più l’assoluto da preservare avidamente e da elevare continuamente, ma diventa relativa di fronte al Dio che ci ha salvato dalla morte eterna. Così facendo viviamo con un concetto equilibrato di noi stessi: né troppo alto da posizionare la nostra vita su un piedistallo intoccabile, né troppo basso da condurre una vita misera e insignificante. Vivere assume un fine penultimo, perché lo scopo ultimo diventa “glorificare Dio e godere di lui per sempre”.

Per coloro tra i presenti che riconoscono di essere vivi fisicamente, ma morti spiritualmente, invito a riflettere sulla vostra vita e chiedere allo Spirito vivificante di Dio di rigenerare il vostro cuore affinché riconosciate di essere peccatori e i vostri occhi vedano lo splendore e la maestà di Dio attraverso il suo creato! Che gioia poter pensare che oggi nuove sorelle e nuovi fratelli spirituali loderanno insieme a noi il Signore, benediranno il nome del Sovrano della Terra, esulteranno del Provveditore del mondo e canteranno al Salvatore e Signore della vita!


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.