Speranza per i malati - Isaia 52,12–53,12

Anni fa ho conosciuto un giovane medico. Era un professionista promettente ed ambizioso. Al tempo era considerato il futuro della medicina ginecologica. Nel suo campo era il migliore. Tuttavia, aveva un grosso difetto: era un pessimo guidatore. Vi assicuro, andare in auto con lui era un suicidio. Ma, nonostante ciò, aveva speso e spendeva migliaia di euro per acquistare auto prestanti e di lusso che, evidentemente, non era in grado di sfruttare. Perché vi chiederete voi? Perché aveva capito che i suoi pazienti volevano vedere in lui il medico più competente; il professionista di successo e dalla cura efficace. Doveva presentarsi ai pazienti ed ai colleghi come l’eccellenza; la migliore speranza di guarigione.

In effetti, da pazienti possiamo dire che, quando un nostro caro affronta una malattia, vogliamo per lui medico più capace. Vogliamo qualcuno che possa darci la speranza di risolvere il nostro problema; quindi, anche se forse non possiamo permettercelo, facciamo del nostro meglio per trovare il migliore.

Anche se oggi ci sentiamo in salute, la Parola di Dio, ci mette davanti alla condizione umana dell’essere affetti dal peccato (Romani 3,23). Tutti affrontiamo le conseguenze di questa malattia terminale ed abbiamo bisogno di essere guariti. A chi rivolgerci?

Isaia ci presenta il medico della vera speranza: il Servo del Signore. Nel suo curriculum di esperienze troviamo: il disprezzo, l’abbandono, il dolore, la sofferenza, l’umiliazione, il maltrattamento e la morte. Non proprio il medico vincente a cui ci affideremmo per le cure di nostro figlio vero? Eppure  Isaia dice che è Lui che prospererà, sarà innalzato, chiuderà la bocca ai Re, sarà soddisfatto. È Lui che guarirà, è lui che renderà giusti i molti: “il mio servo” (13), il messia mandato da Dio.

750 anni dopo Isaia, Filippo sulla strada per Gaza in Atti 8, dirà al ministro Etiope che questo “servo del Signore”, ha un nome ed è ‘Gesù Cristo’. Il Dio Figlio, nato da una vergine, vero uomo e vero Dio, vissuto su questa terra mostrando miracoli, guarendo i malati, resuscitando i morti, insegnando la verità, morendo sulla croce per pagare il prezzo del peccato e risorgendo dopo tre giorni nella tomba. Il medico asceso in cielo, Gesù Cristo, è la speranza per la guarigione dalla sofferenza, dalla malattia, dallo smarrimento e dall’iniquità.

Voglio invitarti quindi, a conoscere questa speranza per la tua vita in tre punti: rivolgiti al Servo di Dio, affidati a chi ha preso il tuo posto e confida nella vera guarigione.

 

1-    Rivolgiti al Servo di Dio (52,13-53,2)

Dio manda il suo servo che prospererà e sarà innalzato, esaltato e sommamente eccelso (13). Affronterà l’umiliazione più profonda, tanto da non essere riconosciuto (14). Sorprenderà il mondo ed i Re quando sarà rivelato (15). Egli sarà mostrato dal Signore, anche senza attirare gli sguardi (53,2-3).

Gesù Cristo è il servo mandato dal Padre per compiere la Sua opera di Salvezza. Dio ha preso l’iniziativa ed Egli ha servito con fede perfetta il piano redentivo per il peccatore. Il suo compito, tuttavia non è stato un percorso in discesa. Gesù ha subito una pena umiliante: il tradimento dei propri amici, la tortura vergognosa sulla croce, la regalità disprezzata da una corona di spine è un’eredità tirata a sorte dai propri aguzzini. Nel punto più basso della storia del mondo Dio ha manifestato nel Messia la Sua potenza risorgendolo dai morti, innalzandolo al cielo ed esaltandolo alla sua destra (Ef 1,20-21). Al suo ritorno Cristo sarà manifestato al mondo intero ed i potenti chiuderanno la bocca davanti al servo vittorioso. In una realtà incapace di riconoscere la verità, il Servo Fedele sarà creduto attraverso il braccio del Signore; lo Spirito Santo che trasforma i cuori.

Gesù è l’unico abile. È lui lo specialista per eccellenza che è stato capace di affrontare e pagare per il peccato. Nello studio medico del Salvatore Gesù Cristo dietro la scrivania appeso al muro, c’è un solo attestato con scritto “Mandato da Dio”. Gesù è certificato da Dio Padre come il medico migliore, come il Suo perfetto Servo. È Lui a cui dobbiamo rivolgerci. Gesù, Dio Figlio, non ha bisogno espedienti di facciata per mostrare il Suo valore. Non ha bisogno di abbellimenti, tutt’altro, attraverso sua morte umiliante Dio ha manifestato la sua Potenza ed attraverso lo Spirito Santo trasforma i cuori.

A chi ti stai rivolgendo? Non esistono ricette efficaci capaci di trasformare la tua vita. Potrai intraprendere dei cambiamenti radicali. Potrai consultare dei professionisti per rimetterti in forma, per valutare la tua salute fisica e mentale o per trovare un modo diverso di gestire il tempo. Ma come guarirai il tuo cuore? Forse speri di essere trasformato dalla vicinanza di qualcuno, da un marito, una moglie, un figlio o un lavoro migliore, ma neanche questo sarà sufficiente a garantirti la guarigione del tuo cuore dal peccato. A Roma siamo circondati da chiese e basiliche che tolgono il fiato. I nostri vicini attraggono per la loro magnificenza, per una parvenza di grandezza, ma senza la proclamazione del Solo Cristo e l’opera dello Spirito Santo nei cuori non possono dare nessuna speranza al peccatore. Senza Cristo, non c’è tradizione o dogma che tenga. Guardatevi intorno il nostro locale è piccolo, privo di grandi opere d’arte che attraggono gli occhi. Siamo pochi e con poche risorse, ma la nostra chiesa è qui per proclamare che non noi ma solo Gesù Cristo è certificato a trasformare il nostro ed il tuo cuore. Solo lui può Cambiare la tua vita. Rivolgiti al servo di Dio.

 

2-    Affidati a chi ha preso il tuo posto (53,3-9)

Il messia sarebbe stato disprezzato ed abbandonato, avrebbe conosciuto la sofferenza ed il dolore. Lui che è pari a Dio non sarebbe stato stimato da nessuno (3). Tuttavia, la colpa di quel dolore, di quelle percosse, sarebbero state le nostre malattie e non Dio (4). Egli sarebbe stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni e dell’iniquità del nostro cuore. Il nostro castigo è caduto su di Lui (5). Mentre eravamo persi il Signore ha fatto ricadere su di Lui la nostra iniquità (6). Maltrattato si sarebbe lasciato umiliare, non avrebbe aperto bocca (7). Sarebbe stato arrestato, condannato ed ucciso ma nessuno avrebbe capito che la causa erano le trasgressioni del popolo (8). Dopo la morte avrebbe ricevuto una sepoltura degna perché in lui non ci sarebbero state violenze o inganno (9).

Isaia aveva preannunciato la sofferenza del messia; l’uomo di dolore. Quando leggiamo i vangeli ci commuoviamo e siamo colpiti da ciò che Gesù Cristo ha sofferto. Tuttavia, rischiamo di perdere di vista la ragione di tutto ciò: “l’effetto della natura del nostro peccato davanti alla santità di Dio si è abbattuto con violenza su di Lui”

Il medico eccellente non è rimasto dietro una scrivania a dare delle indicazioni o a produrre speranze temporanee. Mentre eravamo smarriti lui ha preso l’iniziativa. Pur restando senza peccato Gesù si è identificato nella nostra condizione decaduta. Non ci fu inganno nella sua bocca, non commise violenza, tuttavia si fece peccato. Il servo di Dio si è fatto carico delle nostre malattie e del nostro castigo. Il dolore, le lividure e la morte che ci turbano in questo testo spettavano a noi. Ma Gesù ha preso tutto il nostro peccato sulle sue spalle, e lo ha espiato davanti alla Santità di Dio. Il Signore ha pagato per chi mette la sua fede in Lui donando la piena speranza: come il primo Adamo ci aveva condotti al peccato, il secondo Adamo ci rappresenta davanti a Dio come baluardo di santità (Rm 5).

A chi ti stai affidando? In chi stai cercando la speranza? Gesù si è caricato del peccato di chi ha posto la propria fede in Lui. Il medico ha preso la tua malattia sulle spalle e l’ha pagata sulla croce. Nel giudizio Egli ha preso il tuo posto. Non c’era farmaco o formula che poteva guarirti dalla morte del peccato. Solo Cristo. Non importa quanto siano grandi i patimenti del tuo peccato, affidati a Lui.

Se stai vivendo lo smarrimento, la solitudine, l’amarezza, il senso di abbandono, sappi che Gesù ha agito ed è pronto a donarti la speranza frutto della sua opera nel dolore. Anche questo peccato lui lo ha pagato. Non ti affidare a te stesso, alle tue capacità o risorse, affidati a Cristo. Non aspettare un amico che ti comprenda, qualcuno che ti somigli o una guida che sia davvero empatica, affidati al servo del Signore. Non c’è nessun medico o persona che ti ami sulla terra che può fare ciò che Lui ha fatto. Affidati a chi ha preso il tuo posto.

 

3-    Confida nella vera guarigione (53,10-12)

Il Dio Padre non avrebbe risparmiato il suo unigenito Figlio dalla sofferenza e dalla morte (10), ma dopo il tormento sarebbe stato soddisfatto e sarebbe diventato uno strumento di vera guarigione rendendo giusti i molti (11). Egli avrebbe visto la sua discendenza e sarebbe stato vittorioso con loro, perché contato fra i malfattori (12).

In Gesù Cristo tutto ciò si è avverato. Egli ha attraversato il tormento della croce per essere la salvezza per gli eletti di Dio. Egli è stato contato tra i malfattori per divenirne l’agnello espiatorio. Come abbiamo già detto, il patimento è stato reale ed è stato pagato fino alla morte. Ma da essa il Salvatore ne è uscito vittorioso, procurando la speranza della vera guarigione per gli afflitti dal peccato.

Il vangelo di Matteo dice che nel suo ministero Gesù guarì i malati (Mat 8,17), ma non si fermò a questo. Egli ha provveduto una guarigione eterna che è quella dalla condanna del peccato.

Davanti ad una malattia grave, in pochi istanti si spezza ogni illusione di sicurezza. La paura della morte mette a nudo i nostri meccanismi di negazione e di autosufficienza che crollano immediatamente davanti alla sofferenza. L’unico obiettivo diventa la risoluzione di questo problema. Certo, Dio ancora può guarire. La chiesa è chiamata a pregare per la guarigione dei malati (Gm 5,14-16) e davanti alla malattia di Lazzaro Gesù dichiara che è perché la Gloria di Dio si manifesti (Giovanni 11). Ma ciò che Isaia afferma è che il Signore ha affrontato la sofferenza e l’angoscia della morte per divenire la speranza della vera guarigione. Gesù ha gustato la morte (Ebrei 2,9) ed è risorto a garanzia definitiva per le vite del suo Popolo. Anche se la guarigione fisica non arriva, Egli ha preso su di sé le nostre malattie (4) ed il credente riposa nella guarigione dalla condanna. In Gesù si realizza la promessa: “io sono la resurrezione e la vita, chi crede in me, anche se muore vivrà” (Gv 11).

In quale guarigione stai confidando? La malattia fisica e mentale è dolorosa ed il Signore non ci ha chiamato qui a sminuirne gli effetti. È terribile e siamo chiamati a combatterla nella preghiera, con la medicina e con il servizio. Ma se è ciò che conta di più nella tua vita, stai confidando in una guarigione secondaria. Gesù ha provveduto la salvezza dal peccato che non si ferma a questa vita. Una Speranza vera per tutti noi malati. Se ancora oggi stai vivendo nella disperazione della malattia o dello sconforto vai al Medico eccellente che ha preso il peccato sulle sue spalle e lo ha pagato sulla croce.

Se per te Cristo è ancora qualcuno di distante e di sconosciuto non aspettare di dover fare i conti con la santità di Dio. Non sarai in grado di resistere al suo giudizio. Rivolgiti al Servo di Dio, affidati a chi ha preso il tuo posto e confida nella vera guarigione.


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