La Speranza è qui! - Isaia 9,1–7; Matteo 1,21–23
Vi chiedo gentilmente di aprire le vostre Bibbie al libro del profeta Isaia capitolo 9: 1-6 e di cercare anche il vangelo di Matteo capitolo 1: 21-23. Leggerò anche qualche versetto prima.
Dopo una breve pausa, torniamo di nuovo insieme alla serie del profeta Isaia: Vera speranza per cuori spezzati. Tra pochi giorni, quasi in tutto il mondo, si celebrerà il Natale: le città si riempiranno di luci e di decorazioni e i bambini di solito riceveranno tantissimi regali. Ma è questo il Natale? E questo il messaggio natalizio? Il profeta Isaia ci ricorda il vero messaggio natalizio: La speranza è proprio qui. E vedremo 3 punti fondamentali per ricordare questa speranza:
● Il buio non è per sempre
● Le catene non sono per sempre
● La pace di Cristo è per sempre Il buio non è per sempre
1. Il buio non è per sempre. Dall'inizio il testo ci invita a riconoscere una speranza viva e concreta, proclamando con forza che la speranza è qui: Ma le tenebre non dureranno sempre sulla terra che è ora nell'angoscia. Abbiamo speranza perché il buio non è per sempre, una luce illuminerà tutto.
In questo passo il profeta Isaia ci parla di tenebre e angoscia sulla terra di Zabulon e Neftali. Questa immagine di tenebre non è casuale: richiama un tempo passato di umiliazione e devastazione quando il Regno del nord fu colpito dal giudizio divino. Furono proprio questi territori ad essere invasi dagli Assiri.1 I primi luoghi ad essere devastati e umiliati furono proprio Zabulon e Neftali. Ma il profeta Isaia non attribuisce questa oscurità soltanto a un destino storico, ma lo associa alla condotta infedele del popolo. Da tempo, le tribù del nord, si erano allontanate dal Signore, seguendo le vie peccaminose che aveva introdotto Geroboamo, il re che aveva fatto deviare Israele dopo la divisione del regno. Il peccato del regno del nord era così grave che aveva fatto peccare a tanti:
● Avevano consacrato sacerdoti che non erano leviti, in contrasto con la legge di Dio
● Avevano innalzato vitelli d’oro e costruito altari su cui offrire sacrifici
● Avevano bruciato incenso e presentato offerte, rafforzando così un culto idolatrico.
Tutto questo aveva immerso la regione del nord in una sorta di oscurità morale e spirituale, preparando il terreno al giudizio divino, che poi si sarebbe realizzato con la conquista assira. Così, quando il profeta Isaia ricorda quel tempo passato, ci fa ricordare un tempo di oscurità, di buio, di ombra, di tenebre, di oppressione esterna e di infedeltà interna. Ma, il buio non è per sempre. Ed è proprio qui dove il profeta annuncia questa speranza, ma le tenebre non dureranno sempre sulla terra che è ora nell'angoscia, proprio una luce potente sorgerà su quelle terre. Una luce che illuminerà le genti.
● “Il popolo che camminava nelle tenebre vedrà una luce straordinaria; là dove regnava la morte e la corruzione spirituale, la luce splenderà con forza”.2
Nella storia di questo popolo ci sono stati diversi momenti segnati da grande oscurità e buio. Tra questi, c’è un periodo particolare durante il quale il popolo viveva nella confusione e nel buio. Un periodo tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Un periodo dove il Tempio era minacciato, la fede nell’unico vero Dio era messa alla prova dalle dominazioni straniere e dalle influenze culturali grecoromane. Proprio in quel contesto di tenebre cresceva una speranza di una luce capace di cambiare tutto, una luce che è in grado di illuminare le genti, una luce che davvero risplende nelle tenebre.
Ed è proprio qui che entra in scena il Vangelo di Matteo, mostrando il compimento di quella speranza: “Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati. Tutto ciò avvenne affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele, che tradotto vuol dire: Dio con noi”.3 Questa luce è il nostro Signore Gesù Cristo.
● La sua nascita ci ricorda che il buio non è per sempre
● La sua nascita porta luce. La vera luce del mondo.
● La sua nascita ci ricorda che Dio è con noi.
● La sua nascita proclama che è lui che salverà il suo popolo dalle tenebre.
● La sua nascita ci dichiara la speranza è qui.
Abbiamo appena ricordato quali erano le tenebre di questo popolo che si era allontanato dal Signore. Ma quali sono oggi le nostre tenebre?
Loro avevano innalzato altari nuovi e avevano sostituito il vero Dio con gli idoli. E noi invece, che cosa abbiamo fatto? Forse anche noi abbiamo innalzato altari nuovi. Pur avendo conosciuto Dio, non lo abbiamo glorificato come Dio né lo abbiamo ringraziato; ci siamo lasciati andare a vani ragionamenti e il nostro cuore, privo d'intelligenza, si è ottenebrato. Ci siamo dichiarati sapienti, ma siamo diventati stolti; abbiamo mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell’uomo corruttibile... Forse abbiamo cambiato la verità di Dio in menzogna, adorando e servendo la creatura invece del Creatore.4 Forse abbiamo creato i nostri propri idoli e li abbiamo venerati.
Ma, quali sono le tue tenebre? Quali sono le tenebre del tuo cuore, della tua mente? Se stai prendendo appunti…potresti scrivere quali sono le tue tenebre. Se non lo stai facendo in questo momento, non ti preoccupare, potresti chiederti a casa nella tua intimità, quali sono le mie tenebre?
Ma se pensi invece che non hai mai avuto delle tenebre nel tuo cuore, nella tua mente… voglio dirti che: La scrittura ci fa una diagnosi del nostro stato, e ci dice che il nostro stato è proprio nel buio, che siamo in una condizione d’ombra di morte; che il peccato, ci ha messo in questa condizione, in una condizione di tenebre, il peccato ha corrotto tutto, ha corrotto i nostri occhi, la nostra mente, il nostro cuore. E non soltanto, ci dice anche che il nostro cuore e la nostra mente e piena di ingiustizia, malvagità, malizia, pieno di invidia, di omicidio.5 Basta guardarci interiormente per capire che siamo individualisti, orgogliosi, pieni di rabbia e aggressività e che vogliamo avere il controllo su tutto.
Ma qui la buona notizia: il buio non è per sempre: queste tenebre della tua vita possono essere dissipate grazie alla luce di Cristo. L'intera Scrittura proclama questo annuncio: Dio ha vinto le tenebre con la luce di Cristo sulla croce. L’apostolo Paolo lo afferma con chiarezza: “Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio amato”.6 Anche il Vangelo di Giovanni annuncia che la luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta,7 perché la vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.8 E Gesù stesso proclama con forza: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.9 In Cristo si realizza ciò che era stato promesso: “In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini…. Cristo era la luce che illumina ogni uomo”.10 Ancora una volta, Gesù ci ricorda il suo scopo: “Io sono venuto come luce nel mondo affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre”.11
E proprio perché Gesù risplende nelle tenebre, possiamo comprendere le parole del profeta Isaia: è lui che moltiplica il popolo, è lui che porta una grande gioia. Così come la luce dissipa l’oscurità e rende visibile ciò che prima era nascosto, Gesù porta speranza, consolazione e salvezza al suo popolo. È la persona di Gesù che moltiplica il popolo, è la persona di Gesù che largisce una gran gioia al popolo…
Il profeta Isaia ci mostra due esempi per illustrare pienamente la gioia del popolo davanti a Dio: L'esempio della mietitura e l’esempio della esultanza per il bottino:
● Come sappiamo, la mietitura è uno dei momenti più felici dell’anno per gli agricoltori, perché dopo mesi di lavoro, si vedono finalmente i frutti nei campi, che è simbolo di cibo, sicurezza e benedizione da parte di Dio. Un esempio è la storia di Ruth e Boaz: Ruth raccoglieva spighe nei campi di Boaz e, grazie alla sua fatica e alla generosità di lui, trovò sostentamento e protezione.12 Così la mietitura simboleggia provvista, gioia e fiducia nel futuro.
● La gioia ed esultanza per il bottino è un’altro esempio che usa il profeta per illustrare: questa gioia nasce quando un popolo ottiene ciò che gli spetta dopo una vittoria. Nell’Antico Testamento, il bottino comprendeva oro, argento, animali o cibo, ma rappresentava soprattutto la provisione e la benedizione di Dio, il segno che il Signore aveva guidato il popolo e dato la vittoria. Un esempio è la conquista di Gerico13: dopo che le mura cadono, il popolo entra e prende il bottino, esultando non solo per le ricchezze, ma anche per il senso di trionfo e sicurezza, perché Dio aveva mantenuto la parola della terra promessa.
La mietitura e l’esultanza per il bottino sono esempi che anticipano la venuta di Gesù. Così come il popolo gioisce per il raccolto del grano o per il bottino conquistato, allo stesso modo la sua venuta porterà gioia e salvezza. Questi esempi mostrano come Gesù sarebbe arrivato per dare al suo popolo un “raccolto” e trionfo speciale: “perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati”.14 Questo ci porta al secondo punto.
2. Le catene non sono per sempre
Infatti il giogo che gravava su di lui, il bastone che gli percuoteva il dorso, la verga di chi l'opprimeva tu li spezzi, come nel giorno di Madian. Difatti ogni calzatura portata dal guerriero nella mischia, ogni mantello sporco di sangue saranno dati alle fiamme, saranno divorati dal fuoco.
Il profeta inizia dicendo “infatti”, una parola che serve proprio a collegare ciò che aveva già affermato. Ecco il motivo della nostra speranza: Le Catene non sono per sempre.
Il profeta descrive la situazione di questo popolo usando tre immagini: Parla del giogo, il bastone e la verga. In questo contesto, sono strumenti di oppressione e dominio come succedeva con i madianiti nel libro di Giudici15. Ma il profeta ci annuncia, che questi strumenti di oppressione non sono per sempre, saranno spezzati come nel giorno di Madian.
Se vi ricordate la storia, in quei tempi, dopo la morte di Giosuè e di tutta quella generazione, vi fu un’altra generazione che non conosceva il Signore, né le opere che egli aveva compiuto in favore di Israele. I figli d'Israele fecero ciò che è male agli occhi del Signore, e andarono dietro ad altri dei…abbandonarono il Signore degli eserciti e servirono Baal e gli idoli di Astarte…16. In questo contesto, i figli d'Israele continuarono e fecero ciò che è male agli occhi del Signore e furono dati nelle mani del popolo di Madian, Israele fu dunque ridotto in grande miseria a causa di Madian17. Ma il Signore non abbandonò il suo popolo, nemmeno quando era piegato sotto il giogo che lo schiacciava, nemmeno quando il bastone e la verga colpiva il suo dorso. In mezzo a questa oppressione e sofferenza e catene, il Signore udì il grido del suo popolo e intervenne per spezzare ciò che lo teneva prigioniero.
E vi chiedo di nuovo: ma noi oggi, di cosa siamo prigionieri? Di cosa è prigioniero il tuo cuore e la tua mente?
In questi giorni di natale, noi forse diciamo che non siamo sotto il giogo o la schiavitù di un’altro popolo come lo stavano loro. Ma forse siamo diventati prigionieri in catene in un modo invisibile in questi giorni di festa. In che senso?
● Siamo diventati prigionieri del consumo: siamo obbligati a volte a fare dei regali perché è natale… siamo prigionieri di contro cambiare regalo con regalo, sorriso a sorriso. Spesso il valore del natale viene misurato da quanto si spende o da quanto si riesce a “fare bella figura” davanti a tutti con i doni.
● Ma siamo anche prigionieri dell’apparenza, soprattutto in queste feste, dove c’è la pressione di mostrare un Natale “perfetto”. Mostrare la casa bellissima e decorata, la tavola abbondante e piena di cibo, e tutti sorridenti sui social. A volte siamo quasi obbligati a fingere gioia quando siamo veramente tristi, e siamo veramente prigionieri delle feste.
● siamo prigionieri soprattutto della fretta, di correre, soprattutto in questa città di Roma dove si vive praticamente di corsa: dove vogliamo tutto velocemente ….
Voglio chiederti ancora un’altra volta, se stai prendendo appunti: di cosa è prigioniero il tuo cuore e la tua mente?
Di nuovo torniamo al punto di partenza, il nostro peccato ci ha reso schiavi e in catene: “In verità, in verità vi dico dice il Signore Gesù, che chi commette il peccato è schiavo del peccato”.18
Allora, abbiamo qualche speranza visto che siamo diventati prigionieri? Assolutamente sì, le catene non sono per sempre, abbiamo speranza, perché la nostra speranza è Cristo. È Lui che spezza le catene della nostra prigionia, come nel giorno di Madian, perché Dio ci ha strappati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. In Lui abbiamo la redenzione, la liberazione, il perdono dei peccati.19 E precisamente perché siamo liberati da queste catene, la calzatura del guerriero, il mantello sporco di sangue saranno dati alle fiamme, saranno divorati dal fuoco, per essere rivestiti della sua giustizia. Il Signore ci ricorda: “levati di dosso gli abiti sporchi… io ti tolgo di dosso la tua iniquità e ti rivesto di abiti magnifici”.20 E noi che crediamo in lui siamo rivestiti di Cristo. In Cristo, abbiamo vestiti nuovi e risplendenti.
Se oggi ti trovi in catene, e vedi che la tua vita è una prigionia… puoi gridare come nei tempi passati invocando il suo nome, il nome di Gesù Cristo, perché lui ascolterà il tuo grido e interverrà per spezzare le tue catene.
Ma il profeta non si ferma qui, egli annuncia che tutto quello che abbiamo appena visto accadrà davvero: Se prima abbiamo visto che il buio non è per sempre, che le catene non sono per sempre, adesso arriviamo a questa promessa e compimento fatta dal profeta Isaia:
3. La pace di Cristo è per sempre.
Perché? perché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle.
Qualche mese fa è nata Nia, e la gioia che ha portato questa bambina è stata immensa, soprattutto per i suoi genitori. La nascita di un bambino porta spesso speranza e gioia. Ma la nascita di Gesù va oltre le nostre aspettative, perché non è nato solo un bambino: è nato il Salvatore del mondo. In Cristo, Dio ha donato al mondo una speranza eterna. La nascita di Cristo porta luce all’umanità intera, porta speranza ai cuori spezzati e porta salvezza a chi era nelle tenebre.
Allora, che il dominio riposasse sulle sue spalle di questo bambino era evidente fin dall’inizio. Infatti, l’autore della Lettera agli Ebrei afferma che, quando Dio introduce il suo Primogenito nel mondo, dice: “Tutti gli angeli di Dio lo adorino”.21 Il vangelo di Luca dice: E una moltitudine dell’esercito celeste lodava Dio dicendo: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi…”.22 Questo bambino è il nostro Signore Gesù Cristo che proclama con forza: “Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra”.23 E l'apostolo Paolo annuncia: “ogni ginocchio si piegherà nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confesserà che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre”.24
E non soltanto, sarà chiamato anche Consigliere ammirabile… Chi come il nostro Signore Gesù Cristo? Lui è la sapienza incarnata, Lui il nostro consigliere perfetto…anche noi possiamo chiederci come nel passato dove andremo noi senza di lui? Solo lui ha parole di vita eterna.25 Il suo consiglio è efficace, il suo consiglio è affidabile…Lui non ti deluderà mai.
Ma non soltanto, sarà chiamato Dio potente, ogni cosa esiste perché Egli lo ha voluto, perché “Per mezzo di lui tutte le cose sono state create, quelle nei cieli e quelle sulla terra, visibili e invisibili… tutto è stato creato per mezzo di lui e in vista di lui”.26
E non solo, sarà chiamato anche padre eterno, principe della pace: E la sua pace e senza fine… la sua pace è duratura. Questo ci fa vedere che il profeta non sta semplicemente parlando di un re terreno, ma di una figura superiore e definitiva, un re eterno, il re di gloria, il Messia, che avrebbe realizzato la pace e la giustizia in modo completo e duraturo. E questa pace arriva per la giustizia fatta nella croce.
Allora, noi non possiamo rimanere indifferenti all’annuncio del vangelo: la vera pace è arrivata perché si è fatta giustizia sulla croce. Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.27 Nella croce Dio stava cancellando i nostri peccati; il profeta Isaia ci dirà più avanti in questo libro che lui portava le nostre malattie, che lui si era caricato dei nostri dolori, che fu colpito, umiliato, che è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo guariti.28
Infatti, c’era un documento che ci dichiarava colpevoli, e ci faceva rimanere in catene, ma in quella croce, Cristo ha cancellato questo documento a noi ostile, e lo ha tolto di mezzo e ha trionfato sulla croce.29 Infatti, Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe,30 Perché è stato lui ad essere colpito. E grazie a lui, noi oggi possiamo celebrare questo natale dichiarando: oggi è nato un salvatore, che è Cristo il Signore.
1 Come possiamo osservare nel libro di 2Re 15:29
2 Isaia 9:1
3 Matteo 1:21-23
4 Romani 1:21-25
5 Romani 1:29
6 Colossesi 1:13
7 Giovanni 1:4
8 Giovanni 1.9
9 Giovanni 8:12
10 Giovanni 1:4; Giovanni 1:9
11 Giovanni 12:46
12 Rut 2
13 Giosuè 6
14 Matteo 1:21
15 Giudici 6-7
16 Giudici 2:0-13
17 Giudici 6
18 Giovanni 8:34
19 Colossesi 1:14
20 Zaccaria 3:4
21 Ebrei 1:6
22 Luca 2:13-14
23 Matteo 28:18
24 Filippesi 2:10-11
25 Giovanni 6:68
26 Colossesi 1:16
27 2 Corinzi 5:21
28 Isaia 53
29 Colossesi 2:14-15
30 2 Corinzi 5:19