Luca 23,1-25 - Siamo tutti sotto processo

Predicatore: Clay Kannard

Dio Padre, ti preghiamo nel nome di Dio Figlio e ti chiediamo che, con la forza di Dio Spirito le tue parole portino frutto nei nostri cuori. Amen.

Dopo un paio di settimane di pausa, riprendiamo la nostra serie su Luca. Siamo arrivati agli ultimi due capitoli. Gesù si trova a Gerusalemme. È stato arrestato dai capi ebrei. È stato tradito e abbandonato dai suoi discepoli. Si trova davanti al consiglio religioso che lo accusa di blasfemia a causa della sua affermazione di essere il Figlio dell'uomo, il Messia, il Figlio di Dio. L'affermazione di Gesù era considerata blasfema e quindi meritevole di morte. Tuttavia, solo Roma aveva il potere di eseguire la pena di morte per i crimini. Così, i capi religiosi si affrettarono a fare in modo che Roma realizzasse il loro desiderio di distruggere l'uomo che era venuto a mostrare a Israele le vie del Regno di Dio. Lo fanno portando al governatore romano affinché venga processato per crimini contro Roma, crimini che meritano la morte.

In questa storia, due volontà opposte sono in azione: La volontà di Satana mira alla distruzione, mentre la volontà di Dio mira ad offrire la salvezza. Nel Vangelo di Luca, sono in gioco due regni opposti: un regno terreno che cerca il potere e la stabilità attraverso il dominio e l'ingiustizia, e un regno spirituale che cerca la salvezza attraverso l'umiltà e la sofferenza. In questo momento del Vangelo di Luca, entrambe le volontà ed entrambi i regni convergono verso un obiettivo comune, cioè la morte di Gesù. E qui Gesù è sotto processo in un regno terreno. Ma con l'avvento del regno di Dio e con la presenza stessa del Re di Dio, non era solo Gesù a essere sotto processo, tutti erano sotto processo e l'unico che era processato era paradossalmente il vero giudice. Quindi, stiamo per entrare nell'aula del tribunale dove vogliamo comprendere la denuncia, vedere cosa rivelano le prove e ascoltare cosa decide il Giudice.

1. La Verità denuncia (1-5)
Nei primi cinque versetti, i capi religiosi di Israele denunciano Gesù davanti al governatore romano, Ponzio Pilato. Con l'avvicinarsi della Pasqua, i capi religiosi si muovono rapidamente per denunciare Gesù di crimini contro Roma che lo porteranno sicuramente alla morte. L'accusa era che gli insegnamenti di Gesù stavano facendo passare la paura al popolo: 1. ingannando la nazione, o “pervertendo” le vie della nazione, 2. dicendo al popolo di NON pagare le tasse a Roma e 3. affermando di essere re, cioè una potenziale minaccia contro Cesare.

La prima denuncia era che Gesù stava ingannando la nazione. Gesù era venuto per mostrare a Israele le vie della misericordia, dell'amore e della giustizia di Dio. Gesù era venuto ad annunciare com'era la vita nel regno di Dio, che era molto diversa dalla norma e per la quale tutti bisognava pentirsi e credere in lui per farne parte. Nel proclamare la notizia del regno di Dio, Gesù dovette sfidare le abitudini correnti della nazione. Doveva sfidare le tradizioni religiose e culturali che avevano portato i capi religiosi a diventare così spiritualmente orgogliosi, arroganti e incapaci di condurre le persone a Dio. Quindi, è vero che Gesù stava cercando di farli vedere una direzione diversa, ma era quella di Dio, ed era una direzione, anzi una correzione che i capi religiosi rifiutarono. In effetti il vero inganno era compiuto dai capi religiosi e romani, e Gesù voleva liberare da quell'inganno.

La seconda denuncia era un'accusa seria da fare davanti a Pilato. Tuttavia, si trattava di una completa menzogna. Gesù aveva precedentemente detto al popolo di dare a Cesare ciò che era di Cesare, di pagare le tasse (Luca 20,25). E la terza denuncia, che Gesù affermava di essere re, era vera. Cristo è re del cielo e sulla terra ed è lui stesso che delega Pilato per essere re di una porzione della terra (Rom. 13,1). Questa affermazione suscitò l'interesse di Pilato che chiese: "Sei tu il re dei Giudei?". In altre parole, "sei una minaccia politica alla mia stabilità e al mio potere?". La risposta di Gesù fu alquanto ambigua. Egli non negò il titolo di re, ma invece rimise la domanda a colui che l'aveva posta: "Tu lo dici" (3). Pilato concluse che quest'uomo, Gesù, non era un pericoloso rivoluzionario. Come avrebbe potuto esserlo? Gesù era stato denunciato dai capi religiosi di Israele, era stato completamente abbandonato dai suoi amici, era legato e non mostrava segni visibili di essere una minaccia militare contro Roma. Pertanto, Pilato dichiara l'innocenza di Gesù dicendo: "Non trovo alcuna colpa in quest'uomo" (4).

I capi religiosi avevano visto che Gesù aveva potenza. Avevano visto i suoi miracoli. Lo avevano sentito parlare con autorità. E si sentirono minacciati da questo perché metteva in luce i loro cuori orgogliosi e induriti. Lo denunciarono come rivoluzionario, pensando che ciò lo avrebbe portato alla morte. Ma i leader politici videro che non aveva alcun potere politico. Perché? Perché il potere di Gesù non è come quello di questo mondo, è un potere celeste e un regno spirituale. Gesù fu processato perché venne a mostrare gli errori della tradizione religiosa e l'orgoglio dei regni terreni. L'impegno del popolo nei confronti delle proprie vie li portò a mentire e a cercare l'omicidio. Ma così facendo, la verità viene rivelata: è la presenza di Cristo a denunciarli e a farli arrabbiare!

"MA EGLI SOBILLA IL POPOLO!" (5). Gesù minaccia la norma! Il suo insegnamento minaccia alla nostra tranquillità! È una minaccia alla nostra autorità! alla nostra pace! Alla nostra reputazione! Amici, la presenza di Gesù e l'arrivo del suo regno agitano le persone. La condizione naturale di ogni uomo e donna porta le persone a vederlo come una minaccia al loro status quo, al nostro potere, alle cose che ci danno pace o soddisfazione, al nostro status o alla nostra reputazione. La reazione normale è quella di attaccare ciò che ci minaccia. Ma quando ci confrontiamo con il Regno di Dio e la verità del Re Gesù Cristo, colui che è innocente, diventa evidente chi è veramente colpevole. Quando veniamo denunciati, troviamo scuse o giustifichiamo le nostre affermazioni, pieghiamo la verità o addirittura mentiamo per mantenere i nostri piccoli regni. Il fatto stesso che l'innocente fosse lì sotto processo era un'autodenuncia contro i cuori peccaminosi e orgogliosi dell'umanità. Gesù non aveva bisogno di dire altro, perché le loro denunce dicevano tutto. Alla fine, non sono i malvagi a denunciare, ma il Re Gesù a farlo.

In che modo Gesù ti smuove? Quale reazione suscitano la sua presenza e le sue parole nel tuo cuore? Queste reazioni rivelano il nostro bisogno di lui e della sua verità, che a parte la sua presenza e la sua opera nella nostra vita, siamo noi ad essere ingannati da una falsa realtà. Alla presenza del Re Gesù, siamo tutti sotto processo e la Verità denuncia, e lo fa perché la Verità rivela.

2. La Verità rivela (6-16)
Alla presenza di Gesù, le prove sono tutte sul tavolo. La verità rivela ciò che c'è nel nostro cuore, rivela ciò che è più importante per noi, ciò che desideriamo di più, quali sono le motivazioni che ci spingono a fare le cose che facciamo. La verità rivela i nostri idoli. Pilato era preoccupato del suo potere, della sua pace e della sua reputazione. Cercò di evitare la verità. Nei versetti 6-7 vediamo che colse la prima opportunità che gli si presentò per evitare di dover affrontare lo scompiglio che Gesù stava causando. Avendo capito che Gesù era galileo, Pilato mandò Gesù da Erode, che aveva giurisdizione sulla regione della Galilea. Piuttosto che affrontare la folla inferocita e far rispettare la giustizia secondo la sua convinzione, che Gesù non fosse colpevole di alcun crimine, Pilato mandò Gesù in compagnia di un uomo malvagio da una famiglia malvagia. Il padre di Erode era Erode il Grande, l'uomo che aveva ordinato l'uccisione di tutti i bambini di Betlemme quando Gesù era bambino (Matteo 2,16-18). Questo Erode qui è colui che fece decapitare Giovanni Battista (Luca 9).

Mentre il governatore romano, Pilato, si preoccupava di controllare la folla, Erode voleva controllare Gesù. Aveva sentito parlare dell'operatore di miracoli e voleva vedere un segno. Ma Erode non si preoccupava della verità e così Gesù rifiutò di gettare le sue perle davanti a questo porco. Nei versetti 8-11 vediamo che Erode pretendeva un miracolo da Gesù, ma Gesù si rifiutò anche solo di parlargli. Il profeta Isaia parlò di questo giorno secoli prima, quando scrisse del Re sofferente del popolo di Dio,  

“Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l’agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca.” (Isaia 53,7)

Allo stesso modo, Pietro si riferì a questo giorno quando scrisse: 

“Oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente;” (1 Pietro 2,23)

Quando Erode si rese conto di non avere alcun potere su Gesù, scelse di usare il proprio potere per deridere e abusare di Gesù. Gesù fu legato e abbandonato dai suoi amici. Sebbene avrebbe potuto schioccare le dita per ucciderli tutti in un istante, stava esercitando una potenza più grande... l'umile obbedienza al Padre di fronte a un'immensa derisione e persecuzione. Mentre i capi religiosi continuarono le loro false denunce contro di lui (10), e mentre Erode e i suoi uomini iniziarono ad abusare e a deridere il Re Gesù (Matteo 27,27-30), la presenza stessa di Cristo rivelò i loro cuori. La Verità stava rivelando la condizione dei loro cuori, e lo fa ancora oggi.

I cuori come Erode hanno disprezzo per Cristo, a meno che non possa dare loro ciò che vogliono. Vogliono la dolce vita. I cuori come Erode vogliono essere intrattenuti e cercano un piacere momentaneo. Se Gesù non dà ciò che i loro cuori vogliono, i cuori come Erode si fanno beffe di Gesù. I cuori come Erode possono anche vestire Gesù da re, ma non è lui a governare i loro cuori. Non appena non hanno più bisogno di Gesù, i cuori come Erode lo mandano via, rivelando i loro veri desideri e motivazioni. La Verità rivela i cuori come quello di Erode. Hai un cuore come quello di Erode?

I cuori come Pilato vogliono evitare gli effetti destabilizzanti della presenza di Cristo sui propri regni personali. I cuori come Pilato vogliono controllare la vita, aggrapparsi al potere, rendere tutti felici per mantenere la pace. Quando questa pace viene minacciata, i cuori come Pilato tradiranno ciò che sanno essere vero per mantenere una falsa pace. Si aggrappano alla Pax Romana, una pace per pochi a spese di molti, e negano lo Shalom di Dio. I cuori come Pilato scendono a compromessi, eludono le responsabilità, si conformano alla volontà della cultura, anche se questo significa andare contro la propria coscienza e negare la verità. Ma non si può negare la verità di Gesù. Essa rivela i cuori come Pilato. Hai un cuore come quello di Pilato?

I cuori come i capi religiosi confidano nella propria bontà e nel proprio status religioso. Guardano dall'alto in basso gli altri che considerano immorali, sono pieni di orgoglio spirituale invece che di compassione, credono di piacere a Dio grazie alla loro religiosità e di meritare il suo favore. Ma quando vengono messi di fronte alla verità che anche loro sono colpevoli davanti a Dio, rifiutano la verità dell’evangelo, secondo cui siamo salvati solo per Grazia e attraverso le opere di Cristo solo, non perché ce lo meritiamo. I cuori come i capi religiosi lottano contro la Parolo di Dio per sopprimerlo, come ha fatto la Chiesa Cattolica Romana fin dalla Controriforma. Hai un cuore come quello dei capi religiosi? 

La Verità rivela i nostri cuori, le nostre motivazioni, e il nostro dilemma. Tutti noi siamo nati con un cuore come Erode o come Pilato o come i capi religiosi. Quando ci troviamo di fronte alla verità della Parola di Dio, Gesù, siamo tutti colpevoli di averlo rinnegato. La Verità ci denuncia tutti. La prova è innegabile. E il verdetto è terrificante. Paolo scrisse in Romani che il salario del peccato è la morte (Romani 6,23) e che tutti noi abbiamo peccato (Romani 3,23). La Verità ci denuncia. La Verità rivela che quelle accuse sono vere. Siamo tutti sotto processo. Ma la Verità non si ferma qui. La Verità rivela anche chi ha davvero il controllo in questo processo a Gesù, perché la Verità sostituisce.

3. La Verità sostiuisce (17-25)
Non avendo trovato alcuna colpa in Gesù, Erode lo rimandò a Pilato. Pilato confessò ancora una volta l'innocenza di Gesù. Dichiarò per la seconda volta che Gesù era un uomo senza colpa. Non meritava la morte. Tuttavia, nel tentativo di calmare la folla inferocita, scelse di punire l'innocente flagellandolo, prima di rilasciarlo (16; cfr. Isa 53,5). Ma la folla non si calmò e chiese che Gesù fosse messo a morte per crocifissione, il modo peggiore e più vergognoso di morire. Nel loro disprezzo per Gesù, erano disposti a scambiare la Verità eterna con la menzogna. Chiesero uno scambio, l'innocente Gesù, con un prigioniero colpevole di nome Barabba (18). Il versetto 19 ci dice che Barabba era stato condannato per insurrezione e omicidio.  Pilato non poteva credere alle sue orecchie! Per la terza volta proclama che Gesù è innocente e non merita la morte (22). Ma per paura di perdere la sua pace, scambia l'omicida Barabba con la vita innocente di Cristo. Gesù fu consegnato per essere crocifisso al posto di un omicida e l'omocida se ne andò libero da ogni accusa. 

Quello che stava accadendo era esattamente ciò che Gesù aveva detto ai suoi seguaci. In Luca 9,21 disse che sarebbe stato rifiutato dai capi religiosi e condannato a morte. In Luca 18,31-32 disse che sarebbe stato consegnato ai Gentili, deriso, fustigato e ucciso, ma che non sarebbe finita lì. Quando sembrava che i cuori malvagi degli uomini stessero vincendo, qualcosa di più grande era all'opera. Era qualcosa che il profeta Isaia aveva annunciato quando scrisse:

8Dopo l’arresto e la condanna fu tolto di mezzo; e tra quelli della sua generazione chi rifletté che egli era strappato dalla terra dei viventi e colpito a causa dei peccati del mio popolo? 9 Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi, ma nella sua morte egli è stato con il ricco, perché non aveva commesso violenze né c’era stato inganno nella sua bocca. 10 Ma il SIGNORE ha voluto stroncarlo con i patimenti. Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato, egli vedrà una discendenza, prolungherà i suoi giorni, e l’opera del SIGNORE prospererà nelle sue mani.” (Isaia 53,8-10)

Era la volontà dell'Eterno... Due volontà all'opera: una proveniente da cuori malvagi e che si impegna per distruggere Gesù. L'altra volontà proviene da un Dio Santo e si impegna per offrire la salvezza attraverso gli stessi mezzi. Entrambe convergono per assicurare il processo e la morte di Gesù e la sostituzione dell'innocente con il colpevole. Davanti al Giudice del cielo, siamo tutti sotto processo, siamo tutti colpevoli di peccato e meritevoli di morte e non c'è nulla che possiamo fare per pagare il nostro debito con un Dio eternamente Santo. Ma Dio, nella sua misericordia e nella sua grazia, offre la vita di suo Figlio a coloro che gridano a lui per la salvezza e si affidano a Gesù per fede. Il nome di Barabba significa "figlio del padre". E lo era, figlio di un padre terreno, un figlio di Adamo, il primo peccatore, da cui tutti sono venuti e da cui tutti sono peccatori. Ma Gesù è il vero Figlio del Padre, il Padre celeste. Anche Gesù era figlio di Adamo, in quanto Dio fatto carne nella carne di Adamo. Però mentre Barabba era figlio del primo Adamo peccatore, Gesù Cristo era il secondo Adamo privo di peccato, e tutti coloro che gli appartengono hanno speranza nel giorno del giudizio.

A quale figlio del padre appartieni?  Ad Adamo peccatore, il padre di Barabba, colpevole di peccato e degno di morte? Oppure all'innocente Gesù, il nuovo Adamo, il Figlio di Dio, che ti offre la sua innocenza prendendo il tuo posto? La tua colpa può essere attribuita a Gesù. La sua innocenza può essere data a te. Quello che ha lui può essere tuo. Gesù ha pagato la pena per il tuo peccato? Sei libero di lasciare l'aula del tribunale e di camminare nella libertà della Verità di Dio?[i]

Come vedremo nelle prossime settimane quando concluderemo questa serie, Gesù è morto al posto dei peccatori, ma non è rimasto morto. È risorto dai morti e quindi è l'unico in grado di espiare i tuoi peccati e di offrirti la sua vita perché, La Verità sostituisce. Gesù, la Verità, sostituisce i tuoi peccati con la sua giustizia. Scambia la tua finta pace con la pace perfetta di Dio e con Dio. Scambia i cuori morti di Pilota, di Erode e delle persone religiose con un cuore come il suo.

Fratelli e sorelle, in mezzo alle derisioni e alle persecuzioni, possiamo fidarci di colui che giudica con giustizia. Quando la nostra colpa ci condanna, abbiamo un re che ci ha perdonato. Isa 49,7 dice che è stato disprezzato dalle nazioni perché noi potessimo essere accettati da Dio. Quando la nostra carne ha bisogno di pace, l'abbiamo già in Cristo. Quando la nostra carne vuole accarezzare il nostro ego, abbiamo già l'approvazione del Dio dell'universo, perché la Verità è stata il nostro sostituto. 

Siamo tutti sotto processo. Non negare il verdetto. La Verità di Dio rivela che tutti abbiamo bisogno di un Salvatore. Quando ti troverai davanti al Giudice del Cielo, e quando la tua colpa comincerà ad accusarti... Dio ti dichiarerà colpevole o innocente? Se hai invocato il nome di Gesù per salvarti, il Padre ti guarderà e vedrà l'innocenza di suo figlio Gesù applicata a te per fede e dirà: "È innocente! È innocente! È innocente! Figlio mio, figlia mia, il tuo debito è stato pagato!", perché la Verità è stata il tuo sostituto! Preghiamo.

Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, ti chiediamo che la tua parola porti frutto nei nostri cuori. Non vogliamo rifiutare la verità della tua parola, la bellissima parola che sei all'opera per salvare il tuo popolo, e che lo hai fatto attraverso tuo Figlio, Gesù Cristo, che ha dato la sua vita per perdonare i peccatori e che è risorto per dare loro una speranza eterna. Ti invitiamo a smascherare l'inganno dei nostri cuori e della nostra cultura, fare breccia per trasformarla attirando le persone a Cristo, affinché Gesù possa essere glorificato in questo luogo e in questa città. Amen.

[i] Questa è la cosiddetta doppia imputazione


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.