"Bello a vedersi". L'attrazione ingannevole dell'arte - Genesi 3,1-9; Giacomo 1,13-15

Predicatore: Clay Kannard

"La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò". -Genesi 3,6

L'arte rende questa città così bella che ogni anno milioni di persone si riversano a Roma per vederla. Per natura siamo attratti dalla bellezza. La bellezza parla al profondo della nostra anima in modi che a volte le parole non possono fare. La bellezza evoca pensieri, emozioni e desideri. Quando è stata l'ultima volta che hai ammirato una bella opera d'arte? Una scultura, un dipinto, un film, una canzone, un piatto di cibo… Quali pensieri, emozioni o desideri ha evocato? L'attrazione dell'arte è potente. Per questo motivo, l'arte può anche essere molto pericolosa. Anche se l'arte non è intrinsecamente malvagia, di certo non è neutrale. Un artista ha una particolare visione del mondo che plasma la sua comprensione della realtà, e che influenza la sua creazione. Chi ammira un'opera d'arte, interpreta la realtà attraverso una particolare visione del mondo. Potrebbero non essere uguali, ma nessuna delle due è particolarmente innocente. Alla fine, la nostra attrazione per la bellezza ha la capacità di ingannare e distruggere. L'attrazione per un bel piatto di cibo può portare a problemi di salute e allo sfruttamento degli altri. L'attrazione per la forma umana può portare all'idolatria, allo sfruttamento sessuale e a relazioni rovinate. L'attrazione per le arti grafiche può portare alla manipolazione delle masse. Il cibo, la forma umana, le opere artistiche possono essere cose buone e belle. Tuttavia, l'attrazione per le cose belle e buone può portare, e ha portato, a molta sofferenza. Per capire meglio la potenza ingannevole della bellezza dobbiamo capire meglio noi stessi. È in questa storia della Genesi 3, nel Giardino dell'Eden, che scopriamo come l'attrazione ingannevole dell'arte sia iniziata con una verità snaturata, che ha portato a una bellezza sfruttata e a una brama insoddisfatta. Questa è la nostra storia.

1. Una verità snaturata (4-5)
L'attrazione ingannevole dell'arte inizia con una verità snaturata. La bellissima creazione di Dio era piena di alberi bellissimi, pieni di frutti di vari colori, forme e gusti. Fu una splendida dimostrazione dell'amore e della cura di Dio per i suoi portatori d'immagine, Adamo ed Eva! Al centro del Giardino c'era l'albero della Conoscenza del Bene e del Male. Essendo parte della buona e bella creazione di Dio, anch'esso era bello, ma il suo frutto non doveva essere mangiato. Serviva uno scopo diverso. Ossia, ricordare ai portatori dell'immagine di Dio la supremazia di Dio Creatore e le Sue buone intenzioni nei confronti delle Sue creature, proibendo ciò che non appartiene loro, né dovrebbe appartenere loro—la conoscenza del male. Con le parole maliziose del diavolo, in forma di serpente, lo scopo del bellissimo ma proibito albero di Dio fu messo in discussione. Lo standard di bellezza di Dio fu sfidato. La tentazione iniziò con il seme dell'inganno. "Dio ha davvero detto che non si può mangiare di nessun albero del Giardino?" No! Dio disse di mangiare dai tutti i vari alberi ricchi di frutta che Dio aveva creato tranne un solo albero. Se l'avessero fatto, Dio disse che morirebbero (Gen. 2,16-17). Satana disse: "Non morirete. In realtà, Dio vuole solo che evitiate quell'albero perché vi darà la conoscenza come lui. Ti renderà come lui" (4-5). Senti la verità snaturata? Come sempre, il diavolo contraddice e distorce la parola di Dio e le sue intenzioni buone. Invece di guardare alla bellissima creazione di Dio con occhi di fede, Eva gettava uno sguardo scettico. Invece di concentrarsi sulla pienezza delle provvisioni di Dio intorno a lei, iniziò a concentrarsi sull'unica cosa che non poteva avere. Iniziò a desiderare di essere come Dio. Con i suoi occhi guardò il bellissimo albero di Dio e vide che era buono per il cibo. Era bella a vedersi. I frutti sembravano deliziosi e, quando l'appetito cominciò a prendere il sopravvento, Eva fu fortemente tentata di disobbedire a Dio, definendo ciò che era buono e bello per se stessa.

La tentazione inizia allo stesso modo per noi. I nostri occhi sono attratti da qualcosa di bello che evoca un desiderio. Fissiamo lo sguardo su di essa e l'appetito si agita dentro di noi. Ci chiediamo: "Ma perché non posso averla? È così bello da vedere! Basta guardarlo!" Ci rendiamo vittime, e dubitamo la bontà di Dio verso di noi. Cominciamo a ragionare con noi stessi sul perché dovremmo averla. Ci concentriamo sul potenziale che ha per soddisfarci. "E così bello a vedersi! Puoi darmi ciò che desidero". Nel mondo dell'arte, dobbiamo chiederci quale messaggio si cela dietro la presentazione della bellezza e quali desideri sta coltivando in noi. Con chi si allineano questo messaggio e questo desiderio? Con la parola di Dio o con una verità snaturata? La tentazione inizia con uno sguardo affascinato, e una verità snaturata che mette in dubbio la bontà della parola di Dio.

2. Una bellezza sfruttata (6)
La tentazione può quindi portare a peccare con una bellezza sfruttata. Una verità snaturata mise il cuore e la mente di Eva sulla traiettoria di prendere, mangiare e poi condividere il frutto proibito con Adamo, che era con lei. Insieme rifiutarono l'ordine di Dio e sfruttarono la sua bellezza per il proprio tornaconto egoistico. Genesi 3,6 descrive la caduta dell'uomo attraverso una bellezza sfruttata. Mostra il momento in cui la tentazione e il desiderio diedero vita al peccato. Descrive come l'intera razza umana, rappresentata da Adamo, si sia ribellata a Dio sfruttando la sua bellissima mostra, la mostra di cui era stata chiamata a curare. Quindi, questo versetto descrive la ragione di tutte le sofferenze e le ingiustizie che vediamo oggi. Ci spiega perché siamo come siamo, e come possiamo guardare qualcosa di bello e desiderarlo per il nostro tornaconto personale. Ci spiega perché l'umanità può prendere ciò che è bello e usarlo per sfruttare gli altri. Ci insegna che non siamo sempre capaci di guardare la bellezza con motivazioni pure. Questo perché quando Adamo peccò, tutta l'umanità peccò con lui. Egli è il capo di tutta l'umanità e quindi tutti coloro che nascono dopo di lui condividono la colpa di questa ribellione, e allo stesso tempo la continuiamo. A causa del peccato di Adamo ed Eva, tutti noi abbiamo partecipato allo sfruttamento della bellezza, per soddisfare i nostri desideri.

A prescindere dall'intervento divino, i nostri occhi e i nostri desideri sono naturalmente portati ad abbracciare verità distorte, a cedere alle tentazioni, e a sfruttare la bellezza. Lo vediamo in tutte le Scritture. Lot fu accecato dalla bellezza della terra di Sodoma e trasferì la sua famiglia in una città piena di malvagità (Gen. 13). Esaù, affascinato da una deliziosa zuppa, vendette la sua primogenitura al fratello per soddisfare la sua fame momentanea (Gen. 25,29-34). Sansone inseguì la bellezza della pagana Dalila per soddisfare la sua lussuria e finì accecato e in catene (Giud. 16). Forse non c'è esempio più grande del re Davide. Una sera era da solo sul suo tetto e vide la bellezza di Betsabea mentre faceva il bagno. Desiderava la sua bellezza per sé (2 Sam. 11). Aveva tutto ciò di cui poteva aver bisogno, eppure desiderava ciò che non era suo. Davide ascoltò una verità snaturata, secondo cui meritava di avere la moglie di un altro uomo. Vide che era bella e in grado di soddisfare i suoi desideri. Consumato dalla cupidigia, la prese come sua e poi fece uccidere suo marito. Davide sfruttò la sua bellezza. Sfruttò la bellezza dell'intimità sessuale, prendendo qualcosa che era buono ma proibito per lui, e peccò contro Dio. La sua decisione ebbe conseguenze devastanti per le generazioni a venire. In tutte le Scritture vediamo la inclinazione naturale dell'uomo a sfruttare la bellezza per se stesso. E la vediamo oggi intorno a noi, soprattutto nelle arti.

Invece di ammirare la bellezza e glorificare Dio, la vediamo attraverso la lente del peccato. Invece di creare bellezza per rispecchiare la bontà di Dio e coltivare il bene della comunità, promuoviamo noi stessi. Quante volte uomini, donne e persino bambini vengono oggettificati nelle arti con un richiamo al desiderio sessuale peccaminoso? Il corpo umano è una creazione di Dio ed è bellissimo, ma le persone peccaminose lo sfruttano per scopi egoistici nella creazione dell'arte per catturare gli occhi lussuriosi delle persone peccatrici. L'arte nella pubblicità è usata per promuovere il benessere e la conoscenza, ma è anche usata in modo ingannevole per manipolare il pubblico e indurlo a comprare cose di cui non ha bisogno, per promuovere ideologie peccaminose, per fomentare tensioni razziali e per spingere standard di bellezza distorti e irrealistici. L'arte religiosa può essere usata per suscitare l'affetto per le cose di Dio, ma spesso sfrutta la bellezza del popolo di Dio, elevandolo e presentandolo come oggetto di devozione e culto. La bellezza architettonica viene usata per costruire rifugi, ospedali e ponti per collegare le comunità, ma ha anche costruito spazi che sfruttano i nostri desideri peccaminosi. Basta guardare il Colosseo! È di una bellezza mozzafiato! Ma è stato costruito per sfruttare i cuori malvagi delle persone, per intrattenere le masse attraverso esibizioni pubbliche di violenza e stupro. Tutto questo per dire che c'è uno standard di bellezza che viene da Dio e che siamo chiamati ad abbracciare e coltivare il suo standard di bellezza attraverso le arti. Ma la tendenza peccaminosa dell'umanità, dal giorno in cui Adamo ed Eva credettero a una bugia e mangiarono il frutto proibito, è quella di definire la bellezza per noi stessi e di sfruttarla per la nostra gloria. E cosa succede quando lo facciamo? Vuoto, isolamento, schiavitù, vergogna e morte. 

3. Una brama insoddisfatta (7)
Con un solo morso, gli occhi di Adamo ed Eva si aprirono, seppero di essere nudi e furono, … Felici? Soddisfatti? Pieni di gioia? No! Si vergognavano. Si ritrovarono con una brama insoddisfatta. I portatori dell'immagine di Dio, creati buoni e belli, creati per coltivare e moltiplicare la bontà e la bellezza di Dio, erano caduti nel peccato ed erano stati maledetti con la morte imminente. Come i creatori di immagini di Dio si misero subito a creare. Ma la loro prima creazione dopo la caduta non era destinata a rispecchiare la bellezza di Dio, bensì a coprire la loro brutta vergogna (7). Le belle foglie di un fico furono prese e cucite insieme per coprire la loro nudità. Ciò che doveva essere visto come bello li riempì di vergogna. Il loro atto bramoso di prendere ciò che non gli apparteneva li lasciò vuoti. Invece di considerarsi uguali a Dio, si ritrovarono separati da Lui. Invece di soddisfare la loro brama di autonomia, rimasero isolati e insoddisfatti. 

Il fatto che Dio abbia creato un albero bellissimo e poi abbia proibito il consumo del suo frutto non lo rende colpevole di peccato. Dio non può peccare perché è Santo. Inoltre, il fatto che desideriamo ciò che è bello non ci rende colpevoli di peccato. Giacomo 1,13-15 dice che non tutti i desideri che abbiamo sono cattivi, ma tutti i nostri desideri hanno una capacità di fare del male. Non è un peccato desiderare l'amore, la pace, o l'intimità. Questi desideri sono la prova che siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio. Desideriamo la bellezza. Il mondo dell'arte è pieno di creazioni che parlano della brama umana di amore, pace e intimità. Ma poiché condividiamo il peccato di Adamo ed Eva, nati con una natura corrotta, la nostra carne cerca naturalmente di soddisfare questi desideri attraverso mezzi distruttivi che inducono alla vergogna. La tentazione di peccare nasce dalla brama della nostra carne di ottenere potere, autonomia, intimità e piacere in modi che sono malvagi e contrari alla volontà di Dio. Questa brama getta il seme del peccato, la decisione di peccare porta alla nascita di un atto peccaminoso, il peccato, come un bambino, cresce e si rafforza fino a portarci alla morte. Nasciamo con l'abitudine di ridefinire il significato di bellezza di qualcosa. Nasciamo con l'impulso di sfruttare la bellezza della creazione di Dio per soddisfare i nostri desideri peccaminosi, per poi… ritrovarci vuoti, schiavi e vergognosi. La bellezza che spesso osserviamo e a cui diciamo: "È bello vederti", ci lascia con una brama insoddisfatta. E ciò che doveva essere bello diventa una fonte di vergogna per scopi egoistici. C'è speranza per la bellezza? Come possiamo riconquistare il nostro sguardo perduto sulla bellezza? Come possiamo ridefinirla? C'è solo un modo.

In conclusione, il versetto 9 ci rivela che Dio non ha lasciato i suoi portatori di immagine a stupirsi senza speranza nella loro vergogna. Sapendo bene che l'uomo aveva distorto la sua verità e sfruttato la sua bellissima creazione per la propria gloria, Dio partì in missione per salvarli. Nel versetto 9 Dio chiama i suoi portatori di immagine dicendo: "Dove siete?". Nella sua misericordia e grazia, Dio iniziò una missione per rimuovere la loro vergogna e rinnovare la loro comprensione della bellezza. Lo fece con la promessa di schiacciare la testa del serpente la cui verità snaturata aveva ingannato Adamo ed Eva (Gen. 3,15). Con la venuta del Figlio di Dio nella persona di Gesù Cristo, Dio ha mostrato la sua bellezza per riconquistare lo sguardo distratto del suo popolo, restituirgli la vista. Attraverso la vita perfetta, la morte e la resurrezione di Cristo, l'umanità trova una rinnovata comprensione della bellezza, lo standard di bellezza di Dio. Gesù Cristo ha rivelato l'amore perfetto del Padre mentre camminava in mezzo a noi. Non avendo mai peccato, Gesù ha ingoiato il frutto velenoso del nostro peccato quando è morto al posto degli sfruttatori della bellezza di Dio. Tre giorni dopo è risorto dalla morte come primo della nuova umanità. Dio sta ancora aprendo gli occhi del suo popol per vedere la vera bellezza. Forse ti sta chiamando in questo momento dicendo: “Dove sei?”. Come risponderesti? Chiunque si penta del proprio sguardo ribelle, e si affidi a Gesù Cristo per essere salvato, non è più sotto Adamo, ma è unito a Cristo e diventa una nuova creazione, con una visione rinnovata della bellezza.

Fratelli e Sorelle, da questa parte dell’eternità l’arte non ha perso la sua potenza ingannevole. L’arte è prodotta e gustata da persone peccatrici. Ma grazie a Gesù Cristo, quando ci cimentiamo con le arti, sia nell’atto di creare che nell’osservare ciò che è stato creato, possiamo farlo con occhi nuovi. La prossima volta che vedrai un'opera d'arte, chiediti se rispecchia la bellezza secondo gli standard di Dio, o del mondo. Dobbiamo stare attenti alle tentazioni ingannevoli che l'arte può coltivare nei nostri cuori e nelle nostre menti. Qual è il frutto che hai davanti a te? Qual è il messaggio che ti viene presentato? La prossima volta che ascolterai una bella canzone che ti piace, ma che ha un testo che non onora il Signore, cosa farai? Oppure, quando scegli o leggi un libro, chiedi a te stesso se il contenuto e le immagini che evoca nella tua mente sono in linea con la definizione di bellezza data da Dio. I libri si chiudono facilmente. Oppure la prossima volta che ti siederai a guardare una meraviglia del cinema con una trama avvincente, ma con scene e temi inappropriati, tollererai il peccato perché, dopo tutto, si tratta solo di arte cinematografica?

Cari, i pensieri e le emozioni coltivate dell'arte che osserviamo dovrebbero evocare lode e fedeltà al Creatore di ogni bellezza. La nostra lode non deve fermarsi all'oggetto della bellezza in sé, né portarci a servirlo con noi stessi. Grazie alla potenza di Dio in Cristo, siamo stati riorientati per difenderci dalle forme distorte di bellezza. Con lo sguardo rivolto a Cristo e la forza dello Spirito Santo possiamo essere promotori della vera bellezza piuttosto che sfruttarla. La bellezza non è potere, ma umiltà. Non è indulgenza sconsiderata, ma autocontrollo. Non è guadagno egoistico, ma umile sacrificio di sé. Non è vendetta, ma misericordia. La bellezza è Cristo. Fratelli e sorelle, come Simeone in Luca capitolo 2, Dio ci ha permesso di vedere la bellezza della sua salvezza in Cristo. Mentre ora vediamo debolmente, un giorno lo vedremo faccia a faccia, pienamente soddisfatti, mentre adoriamolo dicendo: "È così bello vederti". Preghiamo.

"Dio Padre, ti preghiamo nel nome di Dio Figlio e ti chiediamo che, con la forza di Dio Spirito, le tue parole portino frutto nei nostri cuori. Amen".


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