Art(e)vangelo: "L'arte è creativa, perché? - Salmo 137 e 98

Predicatore: Leonardo De Chirico

I visitatori dei Musei vaticani ammirano chilometri di gallerie di opere d’arte, ma è la Cappella sistina che tutti vogliono raggiungere. È quello il capolavoro. I visitatori del Louvre stazionano di fronte a tanti quadri, ma è la Gioconda che vogliono ammirare. È quello il capolavoro. Anche nel mondo creato da Dio come una mostra d’arte, è la donna e l’uomo che sono i capolavori. Tutto è bello/buono (acqua, cielo e terra, animali e piante), ma Adamo ed Eva sono molto belli/buoni perché sono stati fatti ad “immagine” di Dio. È in noi che si trova l’immagine più bella della mostra d’arte del mondo creato.

L’arte non finisce con la creazione del mondo: è solo l’inizio. La creazione è il teatro della gloria di Dio e da lì inizia il cammino dell’arte e la storia dell’arte. L’arte è in movimento, in continua elaborazione, è viva come la vita è viva. Inoltre, anche il compimento di tutta la storia biblica è una grandiosa opera d’arte, ancora più bella della prima. Quella creata è solo un’anteprima dell’opera d’arte che sarà rivelata con i nuovi cieli e la nuova terra. Dunque, l’arte è creativa per due ragioni.

1. Per scandagliare le sfaccettature della vita
Nella storia biblica, troviamo le vicende di tanti artisti e di tante opere d’arte: Iubal che suona la cetra e il flauto (Gen 4,21), Miriam che danza, suona e canta (Es 15) insieme ad altri, Besaleel e Ooliab che eseguono opere d’arte d’oro, di pietra e di tessuto per la costruzione del tabernacolo (Es 35,30-35), i figli di Asaf (12 salmi) e di Core (11 salmi) che scrivono poesie e cantano, Davide che compone poesie, canzoni, suona l’arpa (1 Sam 16) ma anche danza (2 Sam 6,21), Curam-Abi e altri artisti che costruiscono il tempio (2 Cron 2,13-14). Potremmo andare avanti a fare esempi. La domanda è: perché c’è questa esplosione di arte nella musica, poesia, danza, scultura, ecc.? Perché l’arte è un linguaggio di parole, immagini, suoni, movimenti, oggetti, ecc. che accompagna la vita: la interpreta, la decodifica, la scandaglia, la approfondisce. Nelle sue diverse forme, ne esprime le gioie, le perplessità, le tragedie, la noia, l’orrore, la festa, lo stupore, … L’arte è una chiave di accesso alla vita che le scienze non hanno. Come un passpartout, essa apre realtà che il microscopio o il telescopio non sono in grado di trattare. Per questo è creativa, sempre nuova: perché la vita creata ha una gamma enorme di variabili, di persone, di situazioni e di contesti diversi.

Facciamo un esempio: il salmo 137 è una poesia dell’esilio. Il popolo d’Israele era stato deportato a Babilonia. La gente era triste e depressa. Gli oppressori chiedevano loro di cantare le canzoni della loro terra. Ma come avrebbero fatto cantare la gioia quando vivevano in agonia? Non erano macchinette! E come esprimono il loro dolore? Lo fanno tramite questa poesia di lamento. Il salmo è un componimento che verbalizza il dolore. La poesia entra nell’animo, accende un riflettore sulla tristezza, dà parole a un trauma vivo, instaura un dialogo con Dio. Il punto è che è la poesia e l’arte in generale accende luci, attiva emozioni, crea linguaggi, attira attenzione, stabilisce connessioni, dà forma reale o immaginaria a un dato di realtà fattuale o immaginario altrimenti coperto, nascosto o invisibile. Nel contesto della grazia comune, finché c’è vita ci sarà arte e, oltre a quella già prodotta, sarà sempre in movimento e sempre creativa.

2. Per rispondere alle opere nuove di Dio
Per i credenti, c’è un altro motivo che illustra la creatività dell’arte. Anzi, si tratta di un comandamento: “cantate al Signore un canto nuovo” (Sal 98,1). Da subito, la storia biblica ci introduce non solo in un museo istituito e compiuto, creato ad arte: in un senso Dio si riposa (Genesi 2,2), ma ciò non vuol dire che il suo lavoro artistico finisca. Mentre la sua opera d’arte della creazione è stata bella/buona, Dio continua a fare cose “nuove”.

Dopo aver creato il primo Adamo che ha rotto l’alleanza con il proprio peccato, Dio Padre manda sua Figlio nella persona di Gesù Cristo, il nuovo Adamo (Rom 5; 1 Cor 15). Il patto con Adamo è stato violato e infranto e Dio promette e realizza un “nuovo” patto (Ger 31,31-34) per la salvezza di chi crede. Chi crede in Cristo, è una “nuova” creatura (2 Cor 5,17) che ha la mente “rinnovata” (Rom 12,2) e vive in modo “nuovo” (Rom 6,4). Gesù insegna ai credenti un comandamento “nuovo”: l’amore gli uni per gli altri (Gv 13,34). Tutta l’opera di Dio è all’insegna della “novità”; non è non è statica, finita, chiusa, cessata. Il vino “nuovo” della grazia di Dio va messo in otri “nuovi” di vite di fede che riconoscono Cristo come Signore e Salvatore (Lc 5,33-39). Dio continua ad operare nella provvidenza e nella redenzione in vista dell’apoteosi della gloria finale. Infatti, al compimento della storia della salvezza Dio dice: “Ecco, faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5): nuovi cieli e nuova terra dove abiti la giustizia (2 Pt 3,12).

Dio è l’artista divino che ha creato la meravigliosa opera d’arte della creazione; Dio è l’artista divino che fa cose “nuove” fino al punto da mandare un nuovo Adamo che redime il mondo facendolo “nuovo”: un capolavoro ancora più glorioso e bello, regno di pace e di gioia. Dio è il primo artista, Dio è l’ultimo artista. La prima creazione è un’opera d’arte, la nuova creazione lo è ancora di più!

Ora possiamo apprezzare perché il salmo ordini: “cantate al Signore un canto nuovo”. Deve essere un canto nuovo perché i prodigi del Signore sono stati potenti (v.1), perché il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza (v.2), perché tutte le nazioni hanno visto la salvezza (v.3). Sono successe delle cose “nuove” nell’opera di Dio che spingono, richiedono, motivano, obbligano a comporre un canto nuovo. I canti del passato, le opere d’arte del passato, vanno bene: si riferivano alla prima creazione o a opere di Dio successive. Ma Dio continua ad operare meraviglie e la chiesa è incoraggiata a realizzare opere d’arte nuove per celebrarle. Siano esse canti, dipinti, poesie, sculture, edifici, arazzi, oggetti, danze, film, romanzi, novelle: Dio ha fatto e fa cose nuove e l’arte risponde alla novità di Dio con opere d’arte nuove. L’arte cristiana non è ferma, immobile e statica: è sollecitata continuamente a rispondere a Dio che ha fatto e che fa. Mentre preserva la memoria del passato, celebra il nuovo. Dio è un artista vivo e l’arte cristiana è viva. Dio ha fatto grandi cose, fa e farà grandi cose: l’arte risponde a questo movimento di Dio: dalla prima creazione alla nuova creazione!

Nell’Apocalisse, una delle scene mozzafiato che anticipa e rivela i nuovi cieli e la nuova terra è l’assemblea dei credenti che canta un “canto nuovo” (Ap 14,3), proprio come il salmo 98 aveva comandato: un canto nuovo all’Agnello, Gesù Cristo, il nuovo Adamo che ha inaugurato il nuovo patto e che ci ha fatto delle creature nuove.

Efesini 2,8-10 dice: “È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede, e ciò non viene da voi: è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti. Infatti, siamo opera sua”. Siamo opera bella/buona di Dio in quanto creature, siamo opera nuova di Dio in quanto credenti. “Essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone/belle”, anche opere d’arte. Che Dio ci spinga a cantare un canto nuovo, a comporre preghiere nuove, a scrivere articoli nuovi, ad aprire finestre sulla nuova creazione, per la gloria di Dio!


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.